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Cronache

Finanza sequestra beni per 20 milioni a Università Cusano

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Un elicottero, quattro auto di lusso di cui una Rolls Royce Phantom e una Ferrari, la gestione della Ternana calcio e di centri benessere, biglietti aerei e soggiorni negli hotel di Dubai, Grand Bahama, Nassau, Miami, Toronto. Tutte attività commerciali che non hanno nulla a che fare con la formazione universitaria.

Ruota intorno all’evasione fiscale da parte di tre dei vertici dell’Università Studi Niccolò Cusano Telematica Roma che sono stati denunciati il decreto di sequestro preventivo per la confisca di beni per 20 milioni di euro. L’atto è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale capitolino “al fine di assicurare il profitto del reato tributario contestato, a fronte di ricavi non dichiarati per oltre 80 milioni di euro”.

Dalle indagini, sviluppate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, è emerso che l’ente universitario “avrebbe abusato del regime di esenzione dalle imposte sui redditi previsto per tali contribuenti.

È stato accertato che l’Ateneo avrebbe svolto attività commerciali in misura prevalente rispetto all’attività istituzionale, investendo circa l’80% del proprio patrimonio in società commerciali attive in diversi settori, dalla compravendita immobiliare al confezionamento di generi alimentari, dal trasporto aereo charter alla gestione di centri benessere”.

Tra i vari investimenti, l’Università ha acquistato, per finalità non strumentali alla formazione universitaria, “un elicottero e 4 auto di lusso. Per gli stessi motivi, l’ente ha anche acquisito la gestione della Ternana Calcio (non oggetto della misura cautelare), e sarebbero state addebitate all’Ateneo anche spese personali dell’imprenditore per 1,9 milioni di euro, consistenti perlopiù in biglietti aerei, soggiorni in alberghi per motivi estranei all’attività istituzionale ma per seguire le trasferte della squadra”.

Sono state sequestrate la Rolls Royce Phantom di proprietà dell’Ente e acquistata nel 2018 dall’Ateneo per 550mila euro “con bonifici provenienti dai conti correnti intestati all’università”, e la Ferrari, acquistata nel 2020 per 505mila euro “con bonifici – è detto nel decreto di sequestro – provenienti per almeno 200mila euro dai conti correnti intestati all’Università”. Tra gli indagati anche Stefano Bandecchi, amministratore dell’università dal 2016 al 30 giungo del 2021.

“Dalle indagini emerge inoltre che l’UniCusano ha contabilizzato e sostenuto costi relativi a molti viaggi effettuati da Bandecchi – si legge – spesso in compagnia di familiari o altri soggetti riconducibili a vario titolo all’Ateneo per attività estranee a quelle istituzionali”.

La documentazione e le fatture acquisite dalla finanza “documentano la sottoscrizione” da parte dell’Ateneo di molti “contratti di viaggio verso località turistiche nonché il pagamento” dei “viaggi aerei e dei soggiorni in hotel, di servizi di aerotaxi, goduti da Bandecchi e, in alcune occasioni, anche dalla sua famiglia e dai suoi ospiti, per finalità esclusivamente ricreative”.

Risultano sostenuti dall’UniCusano “costi per il noleggio di aeromobili e altri veicoli che consentissero” all’indagato “di seguire le trasferte calcistiche della Ternana Calcio. Per la partita disputata tra la Pro Vercelli e la Ternana Calcio, oltre all’aeromobile, è stata noleggiata una Limousine”.

Duro il commento della capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Lazio, Marta Leonori: “Nonostante la notizia dell’indagine sull’Università UniCusano Campus il candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Rocca non ha ancora commentato. Eppure l’indagine vede coinvolto Bandecchi, coordinatore di Alternativa popolare che pochi giorni fa in una conferenza stampa con lo stesso Rocca annunciava il suo sostegno al candidato di centrodestra”.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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