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Spettacoli

Festival di Sanremo, Aiello: io il più piccolo tra i Big

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Da un lato il suo primo festival con il “sesso ibuprofene” gia’ inserito tra le frasi cult di questo Sanremo, dall’altro l’uscita di Meridionale (il 12 marzo), il suo secondo album dopo il successo di Ex Voto. E’ un momento cruciale per il 35enne cantautore Aiello (pseudonimo di Antonio Aiello), calabrese di nascita, romano d’adozione da 14 anni, chiamato a confermare il suo percorso artistico iniziato a 10 anni con lo studio di pianoforte e violino e che negli ultimi due anni lo ha portato a collezionare dischi d’oro e top ten delle classifiche. “Da spettatore sono sempre stato un fan del Festival, da artista invece non ho mai pensato che fosse una tappa obbligata e fino a qualche mese fa non ci pensavo proprio anche se ci avevo gia’ provato tempo fa senza fortuna tra i Giovani – racconta Aiello nella ormai consueta conferenza virtuale, che sara’ in gara con il brano Ora, prodotto da Mace e Brail -. Poi, complice anche il periodo che stiamo vivendo, ho tentato di dare uno spazio piu’ largo alla mia musica portandola sul palco piu’ grande che abbiamo in Italia”. Si definisce “il piu’ piccolo dei Big, ma me lo sono meritato di essere qui”, e non nega che “vincere sarebbe bello, ma se arrivassi ultimo come Vasco per poi riempire i miei concerti andrebbe piu’ che bene”. Tre i regali che chiede al festival: “suonare con l’orchestra, farmi conoscere da un pubblico piu’ vasto e tornare dal vivo”. Il brano, che racconta il sesso Ibuprofene (“curativo, tossico o liberatorio, ognuno puo’ vederci quello che vuole. Le canzoni non vanno spiegate, ma e’ stato il mio modo per ammettere soprattutto a me stesso di essere stato uno stronzo in passato e prendermi le mie responsabilita’”) tra pop, urban e cantautorato tradizionale, e’ una delle dieci tracce contenute nel nuovo disco. “Un progetto al quale tengo, perche’ dovra’ confermare che le cose buone fatte finora non sono state un abbaglio, chiedendo a me stesso un passo in avanti e un’evoluzione artistica”. Meridionale, un titolo scelto ovviamente non a caso, vuole essere “l’occasione per accendere una luce buona su una terra raccontata spesso a tinte scure, ma senza la diatriba nord-sud. Per me meridionale, o terrone, non e’ mai stata un’offesa, ma motivo d’orgoglio”. Il filo conduttore del disco e’ la contaminazione di suoni e generi che spaziano dal pop all’R&B passando per clubbing, flamenco, classic e urban. “Un newpop che affonda nelle mie origini e si nutre delle mie esperienze in giro per il mondo. Una mescolanza che mi viene naturale per una musica lacrime e sudore, schiaffi e abbracci”, spiega Aiello che poi aggiunge “spero che si sentano la carnalita’ e la passione di questo viaggio che ho fatto”. Tra le tracce, oltre al brano sanremese, anche i singoli “Vienimi (a ballare)”, certificato disco d’oro, e “Che canzone siamo”. C’e’ anche il feat con la giovane artista napoletana SVM in Di te niente, “la mia piccola scommessa”. E il brano Scomposto, “pezzo manifesto della mia persona, non solo del disco. Io da sempre mi sento scomposto. Mi hanno definito diverso o strano, ma non mi ha mai dato fastidio: mi considero poco schematizzato e molto fluido”.

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In Evidenza

Mika torna in Italia: concerti, cinema e un amore infinito per l’arte

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Artista eclettico e cittadino del mondo, Mika (foto Imagoeconomica in evidenza) si prepara a tornare in Italia per quattro concerti estivi (Umbria Jazz, No Borders, Este Music Festival e Anfiteatro del Vittoriale). Ma prima, il cantante sarà protagonista su Rai1: condurrà la serata di premiazione dei David di Donatello mercoledì 7 maggio. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Mika racconta il suo amore per l’Italia e per il cinema.

«Sono un grande fan del cinema che sa essere leggero, poetico, politico», racconta, ricordando come non servisse conoscere la lingua italiana per capire i grandi maestri del nostro cinema: «È un dialogo universale». La sua conduzione ai David sarà pensata per celebrare tutto il mondo del cinema, non solo le star ma anche gli artigiani che rendono possibile la magia del grande schermo.

Accanto a lui sul palco ci sarà Elena Sofia Ricci, che definisce «una donna forte, intellettuale, emozionale, favolosamente diva». Mika, con la sua naturalezza, respinge l’etichetta di «divo» per sé stesso: «Nella vita sono normale, ma sul palco mi trasformo: è un rito spirituale».

L’arte come salvezza e la doppia vita degli artisti

Mika si racconta senza filtri, ammettendo quanto la cultura della fama sia tossica e di quanto sia importante per lui rifugiarsi nella parte artigianale e creativa del suo lavoro: «L’artigianato mi salva dagli aspetti superficiali, è una cura». La differenza tra il sé pubblico e il sé privato è marcata: sul palco energia pura, a casa, davanti a un pianoforte, la paura del foglio bianco.

Ripercorrendo la sua infanzia, Mika spiega di aver avuto «l’infanzia più bella del mondo» nonostante le difficoltà scolastiche: «La musica mi ha salvato la vita». E racconta come ogni sua identità culturale abbia lasciato un segno profondo: dalla praticità americana, alla disciplina inglese, al gioco delle parole francese, fino all’anima colorata e malinconica libanese.

Da X Factor ai David: un percorso sorprendente

Indimenticabile il suo primo impatto con X Factor Italia: «Non capivo nulla di quello che dicevano Simona Ventura, Morgan ed Elio… mi chiesi perché avessi accettato», confessa sorridendo. Ma proprio da quel momento è iniziato un rapporto d’amore con il nostro Paese che dura ancora oggi.

E ora, ai David di Donatello, Mika porterà poesia, eleganza e un tributo profondo al cinema italiano, nel rispetto della sua grande tradizione e della sua capacità unica di emozionare il mondo.

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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