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F1: Russell beffa le Ferrari, pole Mercedes in Ungheria

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Le Red Bull si autoannullano nelle qualifiche all’Hungaroring ma le Ferrari ne approfittano solo in parte, beffate all’ultimo momento da una Mercedes che il giovane George Russell riesce a portare oltre i limiti, conquistando la sua prima pole, tanto meritata quanto sorprendente. E’ infatti una piega davvero inattesa quella presa dalle qualifiche del Gp d’Ungheria, dove tutti davano per favorite le Rosse di Charles Leclerc e Carlos Sainz davanti al solito Max Verstappen, lasciando aperto uno spiraglio all’incognita della pioggia, che ha invece risparmiato l’ora decisiva dopo aver sparigliato un po’ le carte nella terza sessione di prove libere. Russell strappa per soli 44 millesimi la prima posizione a Sainz, fino all’ultimo piu’ veloce anche di Leclerc, che sperava di dare un segnale forte conquistando la pole dopo le delusioni del Gp di Francia e che invece partira’ dalla seconda fila, affianco di un altro giovane brillante, Lando Norris con la McLaren. Dal punto di vista del Cavallino, la situazione appare comunque favorevole in vista della gara, dato che il principale avversario e’ relegato in quinta fila, ultimo nella Q3 a causa di un problema tecnico alla sua monoposto. “Non ho potenza”, denuncia l’olandese leader del mondiale prima di affrontare le tornate decisive e dopo qualche secondo alza bandiera bianca con un definitivo “Non funziona niente”. Nessuna scusa, invece, per Sergio Perez, incapace di portare la sua Red Bull oltre la Q2 e diventato quasi un caso all’interno del team che contava sui lui per proteggere la fuga verso il titolo di Verstappen. Le ombre del recente passato, tra errori, rotture e colpi di sfortuna, non sono pero’ evidentemente ancora fugate per la Ferrari, con i due piloti che in gara non dovranno sbagliare nulla per sperare di riaprire la corsa mondiale con un risultato pieno. La macchina c’e’, si e’ visto e lo dicono sia Leclerc sia Sainz, ma un Russell gasato e un Norris sempre insidioso non sono da sottovalutare, anche perche’ entrambi hanno poco da perdere e tanta voglia di fare bella figura. Leclerc, alla fine, sembra un po’ sorpreso e quasi preoccupato dalla risposta delle gomme: “In Q3 e’ uscito il sole, le gomme non erano piu’ nella finestra giusta e ho fatto tanta fatica, ma sono fiducioso che il passo ci sara’ domani”, dice il monegasco. “La gara sara’ lunga – prevede -. Credo che su quello siamo abbastanza ben preparati. Spero che non avremo brutte sorprese”. “Miglioro gara dopo gara e oggi sentivo di avere il passo per la pole – le parole di Sainz – ma devo fare i complimenti a Russell, ha fatto un ottimo giro. Vincere? Sarebbe importante passare la Mercedes al via, poi vediamo come va la corsa”. In casa Mercedes c’e’ entusiasmo e il team principal Toto Wolff, dopo tante delusioni, si lascia anche scappare un molto ottimistico “possiamo vincere”. “Domani attaccheremo, anche se ieri col carico di benzina non andavamo molto bene”, sostiene un Russell che dopo l’entusiasmo e la gioia mostra di avere la testa sulle spalle. Umore nero in casa Red Bull, specie per l’insolito problema accusato da Verstappen. Il campione del mondo deve augurarsi che sia compreso e risolto in fretta, poi stara’ a lui risalire la corrente per limitare i danni in classifica.

 

Griglia di partenza del GP d’Ungheria di Formula 1, in programma domani.

1a fila: George Russell (GBR/Mercedes) Carlos Sainz Jr (SPA/Ferrari) 2a fila: Charles Leclerc (MON/Ferrari) Lando Norris (GBR/McLaren-Mercedes) 3a fila: Esteban Ocon (FRA/Alpine-Renault) Fernando Alonso (SPA/Alpine-Renault) 4a fila: Lewis Hamilton (GBR/Mercedes) Valtteri Bottas (FIN/Alfa Romeo) 5a fila: Daniel Ricciardo (AUS/McLaren- Mercedes) Max Verstappen (OLA/Red Bull) 6a fila: Sergio Pe’rez (MEX/Red Bull) Zhou Guanyu (CHN/Alfa Romeo) 7a fila: Kevin Magnussen (DAN/Haas-Ferrari) Lance Stroll (CAN/Aston Martin- Mercedes) 8a fila: Mick Schumacher (GER/Haas-Ferrari) Yuki Tsunoda (GIA/AlphaTauri-Red Bull) 9a fila: Alexander Albon (THA/Williams- Mercedes) Sebastian Vettel (GER/Aston Martin- Mercedes) 10a fila: Pierre Gasly (FRA/AlphaTauri-Red Bull) Nicholas Latifi (CAN/Williams- Mercedes).

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Calcio: si ritira Sara Gama, esempio anche nel sociale

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Campionessa in campo e fuori al punto da meritarsi l’appellativo di “leggenda”, come l’ha definita la Juventus. Sara Gama ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, la calciatrice ha detto basta a 36 anni. Triestina come la mamma, ma con il sangue congolese di papà, ha annunciato il ritiro attraverso un lungo videomessaggio: “Oggi quel pallone lo calcio e lo lascio andare. Con orgoglio, con gratitudine, con il cuore pieno: è il mio addio al calcio giocato. L’amore per questo sport e per le sue persone resta con me per sempre” la frase per salutare tutti dopo due minuti di ricordi e di emozioni. Ha provato a racchiuderli in una clip da 120 secondi, ma la sua carriera meriterebbe ben più spazio: è iniziato tutto da Trieste alla Polisportiva San Marco, poi è stata una parabola crescente tra Tavagnacco, Chiasiellis, Pali Blues fino ad arrivare a Brescia e Paris Saint Germain. Nel 2017 ecco la chiamata della Juve. “Un club che ha fatto diventare realtà anche i sogni che non sapevamo di avere” l’ha descritta Gama, ma nel frattempo aveva già vinto uno scudetto, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, oltre a un Europeo Under 19 con l’Italia.

Già, perché tra azzurro e bianconero, Gama sale davvero alla ribalta del calcio femminile e non solo. Oltre agli indiscutibili valori tecnici, la calciatrice ne ha anche umani, tanto da spendersi in prima persona per alcune grandi battaglie: ha mandato messaggi forti contro il razzismo, si è battuta per le tutele sociali e previdenziali del calcio femminile, è stata eletta vicepresidente dell’Aic nel 2020 e nel 2021 è entrata nella Commissione Nazionale Atleti del Coni. Così, il colosso di giocattoli Mattel l’ha addirittura inserita tra le 17 personalità femminili in occasione della “Giornata internazionale della donna” nel 2018, creando pure una bambola Barbie a lei dedicata. Sui social Gama ha ricevuto applausi e complimenti nel giorno del ritiro, poi c’è una lunga lettera della Juve: “Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio” l’omaggio dei bianconeri dopo 153 presenze e 12 trofei in otto anni insieme.

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Le quattro giornate di Napoli, McTominay jolly di Conte

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Una fuga che può portare allo scudetto, in una Napoli che esulta ma sta attenta alla superstizione, che celebra il successo e il primato solitario ma aspetta l’aritmetica prima di festeggiare. E’ trascorso così il lunedì successivo al 2-0 sul Torino che per gli azzurri ha significato la terza vittoria consecutiva, nella giornata segnata dallo stop dell’Inter che ha rimediato di contro la terza sconfitta di fila tra campionato e coppe. Risultati che segnano il sorpasso, con il Napoli che ora ha il pallino in mano a quattro giornate dalla fine del campionato con tre punti di vantaggio in classifica sui nerazzurri secondi. L’entusiasmo però può essere pericoloso come sottolinea su Instagram il capitano azzurro Di Lorenzo, che da napoletano adottivo scrive: “A meglio parola è chella ca nun se dice”.

‘La migliore parola è quella che non si dice’ è il proverbio partenopeo che accompagna e nasconde la parola scudetto, un sogno che sembrava impossibile e che invece ora diventa una meta a portata di mano. Perché le parole migliori oggi arrivano in campo dai giocatori di una squadra che il tecnico Conte ha saputo far crescere alla perfezione, con una rosa compatta, che sta dimostrando di saper affrontare al meglio anche le assenze e i cui talenti ormai hanno imparato alla perfezione il calcio della serie A.

E’ il caso di Scott McTominay, la nuova star della città, già ribattezzato dai tifosi ‘McFratm’, a indicare che lo scozzese ormai è sentito come un ‘fratello, uno dei loro, e che ieri ha siglato una doppietta arrivando a 11 gol in campionato, numero da capocannoniere tra i centrocampisti visto che ha superato la star del Milan Reijnders, fermo a 10. Lo scozzese ha imparato bene il calcio italiano, dimenticando le galoppate che faceva al Manchester United per specializzarsi nell’interdizione degli attacchi avversari e nell’inserimento nelle aree avversarie. L’ultima dimostrazione ieri contro il Torino quando è stato ancora una volta decisivo. E’ la nuova stella del centrocampo, in una città che per anni ha amato Hamsik, che adora Lobotka ma che ora sogna grazie a McTominay, l’uomo che trova i varchi nelle difese avversarie spesso ipnotizzate dai movimenti di Lukaku e Politano, in grado di aprire gli spazi giusti per gli inserimenti dello scozzese.

Il Napoli ha dimostrato di avere la pelle dura per puntare al titolo. Ora però bisogna continuare per le altre quattro partite, come ha sottolineato ieri Conte. La prossima è in casa di un Lecce che lotta per la salvezza, in uno stadio che ha messo in vendita 1075 posti nel settore ospiti e che sarà invaso dai tifosi azzurri residenti in Puglia e altre regioni vicine. Dopo i giallorossi le sfide contro Genoa, Parma e Cagliari. Nessuna partita di vertice, ma il pericolo resta vivo per una squadra che deve fare anche i conti con una rosa stanca, come dimostrato da Olivera e Lobotka che ieri hanno terminato la gara esausti. E risposte si aspettano anche da Buongiorno, che dopo il dolore alla coscia destra mette di nuovo in pericolo l’equilibrio della difesa di Conte.

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Manna: Conte e i giocatori del Napoli hanno fatto un lavoro incredibile

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”Se pensiamo da dove siamo partiti e guardiamo la nostra classifica a quattro giornate dalla fine del campionato dico che il lavoro della squadra e dell’allenatore è stato incredibile: se arriveremo in fondo sarà tutto merito loro”. A parlare è il direttore sportivo del Napoli capolista Giovanni Manna, premiato oggi a Coverciano come il migliore nel suo ruolo durante la manifestazione ‘Inside the Sport 2025’ promossa da Ussi e Mcl.

”Ringrazio chi mi ha scelto e voluto, per adesso siamo felici di quello che abbiamo fatto – ha aggiunto Manna – L’impegno della famiglia De Laurentiis è stato costante, il prossimo anno giocheremo la Champions e stiamo già programmando, il Napoli ha sempre investito nei calciatori anche se adesso siamo tutti concentrati sul presente”.

Sull’exploit di Mcominay che sta dimostrando di essere decisivo per la squadra e fra i migliori colpi di mercato il dirigente partenopeo ha dichiarato: ”Uno come lui non andava scoperto, sapevamo che era un calciatore importante, serviva solo metterlo al centro di un progetto preciso. Prima che guardi io un giocatore c’è un lavoro dello staff. La Premier è migliore campionato del mondo, con i calciatori migliori. Il livello è alto, c’è tutto, intensità, tecnica, tattica”.

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