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F1, pericolo e show: ecco la sfida al limite tra Hamilton e Verstappen

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Dopo Silverstone riecco l’autoscontro a Monza e in vista del rush finale del Mondiale vien da pensare che il ‘non c’e’ due senza tre’ a questo punto e’ piu’ che probabile. Una sfida quella per il titolo della Formula 1 tra Max Verstappen e Lewis Hamilton che da sfida avvincente si sta trasformando in un testa a testa molto pericoloso. Se nel Gp d’Inghilterra l’Olandese volante era stato trasportato in ospedale per verificare le conseguenze di un urto violentissimo sulle barriere dopo la toccata col campione del mondo, nel Gp d’Italia quest’ultimo e’ rimasto illeso solo grazie alla protezione al titanio per la testa (l’Halo) introdotta sulle monoposto solo da tre anni. In ogni caso, prima della prossima gara vedra’ uno specialista per verificare eventuali effetti collaterali o microlesioni al collo, ancora ieri sera sentiva dolorante. Incidenti che hanno innescato feroci polemiche tra team e piloti ma che, tutto sommato, non hanno portato a penalita’ esemplari dirette a evitare il ripetersi di manovre al limite cosi’ rischiose. Solo 10′ di stop in gara a Hamilton che ha poi vinto il Gp di casa e tre posti in griglia a Verstappen per il prossimo Gp di Russia. Come a dire, il messaggio nascosto ma evidente agli osservatori, continuate pure cosi’ in nome dello spettacolo, seppur morboso, anche se rischiate grosso. Un operato quello della Fia in base alle decisioni dei commissari di pista a Monza lodato dal campione del mondo Hamilton: “Sono orgoglioso dei Commissari. Penso di aver bisogno di un po’ di tempo per pensarci su, ma sicuramente quanto accaduto crea un precedente. E credo che sara’ un precedente importante per la sicurezza dei piloti, e – aggiunge il pilota inglese – ci sono regole severe da rispettare”. Il sette volte campione del mondo e’ poi entrato nelle pieghe del suo ragionamento: “Cose cosi’ continueranno fino a che non impareremo da cio’ che accade in pista. In definitiva, quando la fai franca con cose del genere, allora continuerai a farle. Quanto a me, mi sono accorto forse per la prima volta di quanto fragili e a rischio siamo”. Hamilton ha cosi’ evocato una sorta di codice tra i piloti: “Siamo tutti al limite. Ma ogni pilota, quando e’ all’interno, cerchera’ di mantenere la propria posizione. Naturalmente quando entri in curva ruota a ruota e la vettura accanto a te e’ all’esterno affiancata, allora devi lasciare dello spazio extra. Ma c’e’ una regola conosciuta che dice che il pilota che si trova davanti, ha il diritto di traiettoria in curva, e l’altro pilota deve concedergliela”. Il campione della Mercedes ha cosi’ concluso: “Sicuramente dobbiamo analizzare quanto successo e assicurarci che vengano prese le decisioni giuste. Nessuno vuol vedere un pilota farsi male, e probabilmente se riuscissimo a mettere in atto un protocollo migliore, allora in futuro potremo evitare questo tipo di cose”.

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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