Poco prima di essere uccisa, Ester Palmieri aveva chiesto al suo ex compagno Igor Moser la mediazione sull’affidamento dei tre figli. Non si saprà mai se questo è stato il movente del terribile fatto di sangue che ha lasciato tre bambini orfani e un intero paese sotto shock. L’inchiesta della Procura di Trento è destinata ad essere chiusa a breve. Non ci sono infatti dubbi sulla dinamica del delitto e con la morte dell’assassino si è estinto il reato.
Nelle scorse ore è però emerso un nuovo elemento che potrebbe aver fatto scattare la follia omicida nell’uomo. Poco prima del delitto il 45enne ha ricevuto una raccomandata della legale della donna per una mediazione sull’affidamento dei tre figli. In un primo momento, forse perché sapeva già cosa potesse contenere, Moser temporeggia. Solo su invito della ex compagna si reca all’ufficio postale a ritirare la lettera.
Segue un contatto telefonico con l’avvocata di lei, Marta Luchini. A questo punto probabilmente si rende conto che la storia è definitivamente finita. Due giorni dopo compie il terribile delitto. Si reca nell’abitazione della donna a Montalbiano, una frazione del Comune di Valfloriana, in Trentino. Sulla premeditazione ormai non ci sono dubbi, visto che l’uomo aveva con sé un coltello da caccia, portatosi da casa. Dopo l’omicidio l’uomo si reca nel suo appartamento a Castello di Molina e si toglie la vita. Dopo l’autopsia, la Procura di Trento ha dato il nulla osta alla sepoltura di Ester Palmieri. N
ella piccola comunità di 500 abitanti in val di Cembra il giorno dei funerali, che non sono ancora stati fissati, la scuola primaria resterà chiusa, come previsto da un’ordinanza firmata ieri dal sindaco Michele Tonini. Si svolgeranno invece lunedì a Castello di Fiemme le esequi di Igor Moser. Sarà compito dei familiari di lei proteggere e accudire i tre figli in questo difficile momento. Nel tardo pomeriggio Piazza Pasi, a Trento, si è riempita di centinaia di persone che hanno partecipato all’incontro dedicato all’appello “Uomini contro la violenza di genere”, promosso da 60 uomini della società civile, della politica e del mondo economico trentino che hanno deciso di dire “no” pubblicamente alla violenza sulle donne.
L’appello, lanciato pochi giorni prima dell’ultimo femminicidio che ha colpito la comunità trentina, è stato firmato poi da circa 500 uomini. Tra i primi firmatari, il sindaco di Trento Franco Ianeselli. “Per tutti noi – ha detto – è difficile pensare a quali possono essere le parole giuste da utilizzare dopo questa tragedia. Però il senso dell’appello è provare a trovare delle parole che aiutino a cambiare questa situazione”, ha detto Ianeselli, specificando che questo tema deve essere trasversale alle parti politiche: “Questa battaglia dobbiamo farla superando gli steccati. Io sono qui per dire che il Comune di Trento è pronto a fare la propria parte”, ha aggiunto il sindaco di Trento. All’incontro erano presenti anche Carlo Micheluzzi, fratello di Viviana Micheluzzi, vittima di femminicidio nel 2022 in Val di Fiemme, in Trentino, e Massimo Baroni, papà di Alba Chiara Baroni, che nel 2017 a Tenno, sempre in Trentino, è stata uccisa dal fidanzato. (ANSA). 2024-01-