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Cronache

Esplosione nella centrale idroelettrica del bacino di Suviana, 3morti e dispersi

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Un boato, poi il fumo denso che si alza dalla centrale e dal lago, le sirene dei mezzi di soccorso che risuonano nella valle, il via vai delle ambulanze fuori dai cancelli. L’incendio e l’esplosione alla centrale idroelettrica Enel di Bargi hanno sconvolto il lago di Suviana, una comunità che ruota intorno alla diga e all’impianto per la produzione idroelettrica e che vive anche di turismo, visto che l’area è dentro un parco regionale a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano.

L’ultimo bilancio, secondo la prefettura di Bologna, è di 3 morti accertati, cinque feriti gravi, tre dispersi mentre tre persone sono rimaste illese.

Avevano fra i 35 e i 73 anni, le tre vittime identificate nella strage di Suviana. Si tratta di Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), di 45 anni, Mario Pisano, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina). Proseguono le ricerche, particolarmente complicate, dei quattro dispersi.

I feriti gravi della strage sul lavoro della centrale Enel di Suviana sono stati ricoverati negli ospedali di Parma, Cesena, Forlì e Pisa, riferisce il prefetto di Bologna Attilio Visconti, sul posto col sindaco metropolitano Matteo Lepore e Francesco Notaro, direttore regionale dei Vigili del fuoco.

Il direttore di Enel Green Power Salvatore Bernabei e il Direttore Italia Nicola Lanzetta si stanno recando alla centrale idroelettrica di Bargi. E’ quanto si apprende dalla società.

I 12 lavoratori coinvolti sono quasi tutti appartenenti a ditte esterne alla società. Risulterebbe solo un ex dipendente di Enel che lavorava come consulente per queste ditte. Lo ha detto il prefetto di Bologna, Attilio Visconti.

Drammatiche le testimonianze dei vigili del fuoco che a fatica si sono calati sotto il livello del lago per la ricerca dei dispersi e di chi gestisce le attività a ridosso del lago, frequentate in mezzo alla settimana proprio dai lavoratori dell’impianto. “Un disastro impressionante” hanno raccontato i primi soccorritori, quando ancora non erano riusciti ad entrare all’interno dei locali colpiti dall’esplosione.

“Abbiamo sentito un’esplosione e poi del gran fumo uscire dalla centrale – racconta Simone Cappi, titolare del ristorante La Spiaggetta che si trova sul lago, a circa 300 metri dal luogo dell’esplosione – È incredibile ciò che è successo. I soccorritori sono arrivati in forza, abbastanza velocemente, c’è un gran lavoro da fare”. I soccorritori gli hanno chiesto di portare dell’acqua.

“Lo stiamo facendo e per la serata siamo pronti a preparargli qualcosa da mangiare, perché i soccorsi andranno avanti per tutta la notte” Cappi ricorda che nella zona tutti conoscono chi lavora nella centrale, tecnici e operai. “Abbiamo una convenzione per la mensa con quelli di Enel, ma anche chi lavora per le ditte in appalto viene a mangiare da noi. Anche oggi sono venuti, prima che succedesse questo finimondo – dice commosso – Sono riuscito a parlare con un dipendente di Enel, che mi ha detto che uno di loro è messo molto male”. Nella centrale, racconta ancora il ristoratore, stavano facendo dei lavori.

“È un anno e mezzo che stanno rinnovando tutto”. Decine i vigili del fuoco impegnati nelle attività di soccorso e ricerca dei dispersi. “C’è parecchio fumo, abbiamo fatto fatica ad entrare nei locali. Per prestare soccorso servono visibilità e basse temperature”, ha detto nei primi momenti del disastro il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Bologna Calogero Turturici. “Tutti i locali sono completamente invasi dal fumo – conferma Luca Cari, dirigente della comunicazione d’emergenza del comando generale dei vigili del fuoco – gli uomini stanno intervenendo con gli autoprotettori perché altrimenti sarebbe impossibile lavorare in sicurezza”.

Dalle prime informazioni sarebbe esplosa una turbina della centrale, all’ottavo piano ribassato mentre un piano più sotto si è registrata un’inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri, il tutto a 40 metri di profondità. Ecco perché al lavoro ci sono oltre ad una sessantina di pompieri anche i sommozzatori. E stanno arrivando le squadre Usar, specializzate nelle ricerche tra le macerie. La speranza di trovare qualcuno in vita è debole ma ancora c’è, visto che all’appello mancano 3 persone.

“Potrebbe essere che dopo l’esplosione abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra”, ha detto il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro. Sul posto sono arrivati tanti amministratori locali insieme al prefetto, al pm di turno e alle forze dell’ordine. “Vediamo un via vai continuo, si calano con le bombole di ossigeno”, dice Maurizio Fabbri, sindaco di Castiglione de Pepoli. Il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, parla di un probabile crollo di un solaio. “Un dispiacere enorme: è stata colpita un’intera comunità, nostra e di Enel che qui ha un forte legame con tutte le persone che da anni lavorano alla centrale”.

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Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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