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Napoli

Elezioni regionali della Campania, nomi e minuetti dell’alleanza (im)possibile tra M5S, Pd e DemA

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Il minuetto tra Pd e M5S in Campania per trovare un possibile candidato che vada bene a entrambi è partito. In ritardo ma è partito. Il Pd ha confermato che il suo candidato è il presidente uscente Vincenzo De Luca. Che per la verità, senza aver chiesto il permesso a nessuno, da mesi tesse la tela di alcune liste civiche che a prescindere da tutto lo appoggerebbero se si andasse al voto senza le insegne del Pd. E già ci sono tanti nomi, soprattutto di pezzi da novanta della nomenclatura della sanità pubblica o loro parenti là dove non è possibile esporsi in prima persona. Il M5S indica invece Sergio Costa. Il nome lo butta nell’agone politico Vincenzo Spadafora, il ministro dello Sport. “Penso che Sergio Costa sia il nome giusto per la Campania. Un vero uomo di Stato che, come generale dei carabinieri prima e come Ministro poi, ha sempre combattuto a viso aperto la criminalità, contrastando i reati ambientali e le ecomafie”. Spadafora parla anche di allargamento della coalizione, ripetendo un po’ quello che auspica anche il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico.

La premessa è questa. E ora partendo da questi due nomi si può cominciare a discutere. La prima a scendere in campo è stata Valeria Ciarambino, candidata alle regionali 2015 e indicata anche come candidata per il 2020: “Per me la Campania – afferma – la mia terra, è più importante di me stessa, delle mie ambizioni personali, e credo che noi abbiamo il dovere di dare risposte e lavorare per restituirle un futuro nuovo. Per far questo è essenziale riuscire a parlare a tutti coloro che hanno a cuore il destino della Campania, anche a quei cittadini che, pur condividendo i nostri stessi valori, non si sono mai riconosciuti nel nostro Movimento. Con umiltà sento di dire che c’è una persona più capace di me di parlare a tutti, è Sergio Costa: oggi ministro dell’ambiente, un uomo dello Stato, che da generale dei carabinieri ha combattuto contro chi ha avvelenato l’ambiente”.

Una investitura decisa probabilmente sabato a margine nella manifestazione dei 5 stelle a Roma e che viene subito accolta con entusiasmo dal Movimento.  Diciamo che la speranza o il gioco lanciato vorrebbe che anche dall’altra parte il buon Vincenzo De Luca  si facesse da parte, come la Ciarambino e così Costa diventerebbe il candidato di M5S e Pd, cui si aggiungerebbe anche DemA, il movimento del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che in queste settimane è riuscito a piazzare al collegio suppletivo del Senato Sandro Ruotolo e a farlo digerire al Pd e ad altri, anche nei 5S che pure hanno un loro candidato. De Luca, però, se è vero come è vero che è da mesi già in campagna elettorale e che organizzativamente è già pronto con liste di supporto, se ne fregherà di questo minuetto e andrà avanti. Ora ancor di più già che il Pd ha fatto sapere che è il suo candidato in campo.

Il re delle fritture. Franco Alfieri nella foto è assieme a Vincenzo De Luca che lo nominò suo consulente alla Regione

E Costa? Lui è in India. Il suo nome, dicono i cosiddetti beninformati, finisce al centro della direzione Pd, da dove esce la conferma di Vincenzo De Luca come candidato ma anche una forte apertura da parte del segretario Leo Annunziata. Chi è costui? Uno che De Luca ha stabilito che dovesse diventare segretario generale. “Ho proposto – ha detto Annunziata – alla direzione del Pd campano di comporre una delegazione con me e i cinque segretari provinciali del Pd per avere rapporti con le altre forze politiche che intendono costruire una coalizione di centrosinistra. Abbiamo fatto un invito ai Cinque Stelle di aprire un discorso programmatico con noi, perchè non ci sfugge il quadro nazionale”. Tocca leggere la nota che il M5S scriverà sulla proposta del Pd. Soprattutto sul nome di De Luca candidato.

Valeria Ciarambino. Consigliera Regionale del M5S

Come si potrebbe superare questa impasse? Una voce si fa strada. Se De Luca si candida con sue liste (quasi certo) e se Costa non sarà più sacrificato, potrebbe concludersi un accorto tra Pd, M5s, DemA e altre forze della sinistra con un candidato che sarebbe forte almeno dal punto di vista mediatico: Luigi de Magistris.

Ma sul minuetto Pd e M5S occorrerà un placet da Luigi Di Maio. Che al momento non c’è. Perchè Di Maio è contro le ammucchiate, contro le ammucchiate a sinistra e soprattutto non abbandona il gruppo consiliare regionale che ha ben lavorato all’opposizione in questa consiliatura regionale. Oltre a non abbandonare per un De Luca qualunque la sua amica-sorella Valeria Ciarambino.

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Cronache

Mille posti in più nei nidi entro il 2026: a Napoli nasce una nuova rete di servizi per l’infanzia

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Nuovi asili nido, assunzioni di educatori, fondi Pnrr e investimenti comunali: Napoli si prepara a un vero e proprio rilancio dell’offerta educativa per la fascia 0-6 anni. A partire dall’anno scolastico 2026-2027, saranno attivati sedici nuovi nidi finanziati con fondi Pnrr, a cui si aggiungeranno sei strutture realizzate con risorse comunali, per un totale di mille posti in più entro il 2026.

Il piano: mille nuovi posti e 300 educatori entro due anni

«Entro il 2027 potremo accogliere 4.400 bambini in più – spiega l’assessora comunale all’Istruzione, Maura Striano –. Attualmente abbiamo circa 2.000 posti disponibili. Per sostenere l’ampliamento dell’offerta, sono previste 50 assunzioni di educatori entro l’anno e altre 250 entro il 2026».

Il piano, condiviso con le sigle sindacali, è stato definito dal sindaco Gaetano Manfredi, in qualità di commissario per gli asili nido, e presentato al Ministero dell’Istruzione come proposta strutturale di sviluppo.

Gli interventi sul territorio

Le nuove strutture saranno distribuite in tutto il territorio comunale, coinvolgendo plessi storici e aree strategiche. Tra gli istituti interessati: Agazzi, Scura, Ammaturo, Maria Cristina di Savoia, Nido Calata Capodichino, Gigante, Vanvitelli, Laghetto, De Curtis, Callas, Pizzo Russo, Via Valente, Labriola, Novelli, Arcobaleno e Loggetta. L’ampliamento dell’offerta pubblica prevede strutture a gestione diretta con 1000 nuovi posti per la fascia 0-3 anni.

La soddisfazione dei sindacati

Apprezzamento è arrivato anche dalle sigle sindacali. Agostino Anselmi e Giuseppe Ratti della Cisl Fp hanno espresso fiducia: «Siamo soddisfatti per la linea adottata dal Comune e per il ruolo del sindaco Manfredi. Ora servono dati chiari sul piano di rientro dal commissariamento e un investimento forte nelle assunzioni, per superare le carenze croniche di organico».

Infrastrutture e riuso di immobili

Il progetto prevede anche un significativo investimento in infrastrutture: 95 milioni di euro per la costruzione di nuovi asili nido e 3,5 milioni da fondi comunali per la ristrutturazione di edifici esistenti, come l’ex Eca di Materdei e una villetta confiscata in via Generale d’Ambrosio, già adattata ad asilo.

Interessante anche il riutilizzo delle ex case dei custodi all’interno degli edifici scolastici: due di queste sono già diventate nidi, e altre seguiranno.

In arrivo altri fondi e nuovi progetti

«Abbiamo candidato sei strutture al recente bando Pnrr per un valore complessivo di 7 milioni di euro – aggiunge Striano –. Aspettiamo la risposta del Ministero. Tra i progetti principali: un grande nido a Scampia, una struttura nell’Educandato statale in piazza Miracoli, e un nuovo polo al Rione Traiano».

 

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Economia

Addio ad Aldo Frulio, storico broker marittimo e punto di riferimento dello shipping napoletano

Fondatore della Unitramp Shipbrokers, fu stimato da armatori di tutto il mondo: una vita tra discrezione, competenza e grandi successi.

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Lutto nel mondo dello shipping napoletano per la scomparsa di Aldo Frulio, 78 anni, broker marittimo tra i più apprezzati a livello internazionale. Nato a Torre del Greco, Frulio è stato il fondatore e guida della Unitramp Shipbrokers, società di brokeraggio navale tra le più influenti in Italia, stimata da armatori di primo piano come Gianluigi Aponte, numero uno del colosso mondiale Msc.

Una carriera costruita su competenza e umanità

Aldo Frulio ha saputo distinguersi non solo per l’elevata competenza tecnica, ma anche per le qualità umane che tutti gli riconoscevano: gentilezza, discrezione, affidabilità. Un vero signore del mare, stimato e rispettato in ogni contesto, capace di mantenere relazioni professionali solide e durature, anche nei mercati internazionali più complessi.

I grandi successi: commesse in Cina e alleanze strategiche

Tra i suoi successi professionali più rilevanti si ricorda la commessa plurima di oltre 15 navi bulk carrier post-panamax da 92.500 tonnellate, coordinate con il cantiere New Jiangsu Yangzijiang nei primi anni Duemila. Un’iniziativa a cui aderirono numerose shipping company torresi. Negli stessi anni Frulio guidò un’operazione analoga per un consorzio di piccoli armatori campani riuniti nel Canadry, con una serie di ordini per navi mini-bulker presso lo stesso cantiere cinese.

Negli ultimi tempi, grazie anche alla presenza del figlio Vincenzo Frulio, Aldo era riuscito a rafforzare la presenza del brokeraggio napoletano in Asia, favorendo ordini strategici di traghetti per Moby e Gnv presso i cantieri Guangzhou Shipyard International, oggi in fase di debutto sul mercato.

Un marchio storico dello shipping napoletano

La Unitramp Shipbrokers affonda le sue radici nel 1969, quando nacque a Napoli la CimaSud Srl, fondata da un gruppo di soci per offrire servizi di brokeraggio al nascente mercato armatoriale locale. Nel 1975, Aldo Frulio e Alberto Paoluzzi rilevarono la società e la trasformarono nell’attuale realtà, interamente controllata, dal 1980, dalla famiglia Frulio.

Da allora, Aldo è stato l’amministratore delegato e cuore pulsante dell’azienda, con il figlio Vincenzo come braccio operativo, consolidando rapporti con gruppi come Msc, Giovanni Visentini, Vincenzo Onorato e numerosi altri armatori campani.

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In Evidenza

Renzo Arbore premiato a Napoli: dedico questo riconoscimento ai miei genitori e alla mia Napoli

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Oggi alle 17.30, nella sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli, Renzo Arbore (le foto sono di Imagoeconomica) riceverà il Premio San Pietro a Majelladalle mani del direttore Gaetano Panariello e della presidente Carla Ciccarelli. Un riconoscimento importante, conferito a chi ha saputo raccontare l’anima di Napoli con eleganza e profondità culturale. «Sono contento e grato – ha detto Arbore in un’intervista rilasciata a Il Mattino – perché riconoscono ufficialmente il lavoro che ho fatto per promuovere la musica napoletana nel mondo, in radio, in tv, e con l’Orchestra Italiana».

Un premio che Arbore dedica con commozione alla memoria dei suoi genitori: «Penso a mio padre con i suoi dischi a 78 giri e a mia madre che suonava le melodie partenopee al pianoforte. A Foggia, nell’ambulatorio di papà, arrivavano musicanti di strada con i motivi del dopoguerra».

Un’eredità artistica lunga più di cinquant’anni

Renzo Arbore ha ripercorso i momenti fondamentali della sua lunga carriera, ricordando con orgoglio il debutto dell’Orchestra Italiana nel 1991, proprio a Napoli, nel programma Canta Napoli International. «In oltre 30 anni – ha raccontato – abbiamo fatto quasi duemila concerti in Italia e in tutto il mondo: Russia, Cina, Australia, Americhe… un trionfo».

A spingerlo a fondare l’orchestra fu l’amore per la canzone napoletana, che negli anni Ottanta era percepita come “roba da nonni”. Arbore ha voluto riscattare quella tradizione, con eleganza e innovazione, immergendola nei ritmi internazionali grazie a «15 strumentisti made in Naples, più un oriundo: me!».

RENZO ARBORE

L’impegno per il riconoscimento Unesco della canzone napoletana

Da tempo Arbore è promotore dell’iniziativa per far inserire la canzone napoletana nel patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. «È un peccato grave non averlo ancora fatto – ha dichiarato –. Il motivo più noto al mondo è ‘O sole mio. Si sbrigassero!».

Nel corso dell’intervista, Arbore ha anche ricordato il suo ruolo di pioniere nella promozione di artisti che hanno segnato la storia della musica napoletana contemporanea. «Nel ’69 invitai gli Showmen di Mario Musella e James Senese, poi fu la volta di Pino Daniele, Roberto Murolo, Sergio Bruni, la NCCP, gli Osanna, Pietra Montecorvino…».

Il futuro: un libro e uno spettacolo sulla sua Napoli

Arbore ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo libro e sogna uno spettacolo di memorie napoletane. «Racconterò la mia Napoli, a partire da quando suonavo nei locali vicino al porto con gli americani… vedremo».

Prima della cerimonia, lo showman visiterà la casa museo di Roberto Murolo al Vomero, sede della fondazione a lui intitolata. «Sarà un pellegrinaggio, per tuffarmi in un caro passato», ha concluso.

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