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Cultura

La foto più bella per il National Geographic del 2018 ritrae un uccellino di Terni sotto la tormenta

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È la tredicesima edizione del Concorso di fotografia di National Geographic Italia. Si passano in rassegna centinaia di migliaia di foto dei lettori di National Geographic Italia. Immagini che spesso lasciano a bocca aperta, fanno sorridere o commuovere…

Foto scattate in ogni angolo del mondo a persone, animali, paesaggi, ma anche a fatti di cronaca, disastri naturali, inguistizie sociali. Un quadro del  pianeta che rispecchia alla perfezione il vecchio motto della National Geographic Society: “raccontare il mondo e tutto ciò che esso contiene”, ma sempre con una cura particolare per la qualità dell’immagine.

David Francescangeli. L’autore della foto

La foto vincente della categoria principe, Mondo Animale, non è stata realizzata nel corso di un viaggio in terre esotiche, ma letteralmente nel giardino di casa. Da chi? Da David Francescangeli, 40 anni, professione informatico in un ente collegato alla Regione Umbria e con due grandi passioni per il tempo libero: la natura e la fotografia. La sua foto è stata giudicata la migliore in un lotto di circa 20.000 partecipanti al concorso nella categoria principe, “mondo animale”.

I sentimenti di David Francescangeli? Un misto di disorientato e divertito dalla  inaspettata notorietà: “Anche a me viene da sorridere al pensiero che la maggior parte delle altre foto in concorso è stata realizzata in luoghi esotici e difficili da raggiungere, mentre io il soggetto vincente me lo sono trovato sulla soglia di casa”. Lui stesso racconta il modo un po’ rocambolesco che ha consentito lo scatto: “Erano i primi giorni di febbraio del 2018, sull’Italia era arrivato il Burian, un vento dall’est che aveva fatto precipitare le temperature. Casa mia, alla periferia di Terni è allo sbocco di una valle da dove arrivava teso un vento di tramontana”. Erano caduti cinque-dieci centimetri di neve, la strada per raggiungere la città era completamente gelata e David non poteva recarsi al lavoro.

David Francescangeli ha commentato con queste parole il prestigioso premio di National Geographic Italia.

“Finalmente posso condividere con tutti voi l’infinita gioia per questo mio piccolo traguardo.
Questa vittoria la dedico in primis alla mia famiglia, a mia moglie, e i miei amori di casa.
Ma immediatamente dopo la dedico a tutti i miei amici fotografi naturalisti che ogni giorno, ogni Santo weekend, mettono passione sacrificio e tenacia per raggiungere i propri obiettivi.
In particolare modo volevo condividerlo con tutti quelli che, come me, vuoi per motivi familiari di lavoro od economici, non hanno la possibilità di poter fare grandi viaggi fotografici in paesi esotici dove scene incredibili di animali rari e spettacolari sono all’ordine del giorno. Noi non abbiamo la possibilità di rincorrere decine di leoni comodamente seduti su grossi fuoristrada. Noi dobbiamo sbatterci ogni giorno per trovare e fotografare un comunissimo topolino.
Ma se si ha un pò di fortuna (nel mio caso tanta), tanta tenacia, un pizzico di bravura e quel briciolo di follia, anche con poco materiale, riusciamo a trasmettere degnamente agli altri le emozioni che proviamo ogni giorno vivendo in simbiosi con la Natura. Grazie Amici”.

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Maurizio Landini, esce “Un’altra storia” per parlare ai giovani

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Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini si racconta per la prima volta nel libro ‘Un’altra storia’ con l’intento di parlare soprattutto ai giovani. “Uno dei motivi che mi ha spinto a raccontare la mia esperienza di vita e di lotta, è che vedo tra le giovani generazioni una straordinaria domanda di libertà. Una domanda di libertà e di realizzazione che non può essere delegata ad altri o rinviata a un futuro lontano, ma che si costruisce giorno per giorno a partire dalla lotta per cambiare le condizioni di lavoro e superare la precarietà. Se riuscirò ad accendere nei giovani la speranza e la voglia di lottare per la loro libertà nel lavoro e per un futuro migliore, potrò dire di aver raggiunto uno degli obiettivi che mi ero prefisso. Questo libro, con umiltà, vuole parlare soprattutto a loro” dice Landini.

In libreria proprio a ridosso dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, ‘Un’altra storia’ è una narrazione intima tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali, che si intreccia alla storia degli ultimi quarant’anni di questo paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate. Dagli anni Settanta ai giorni nostri, dall’infanzia e l’adolescenza a San Polo d’Enza, fino alle esperienze sindacali degli inizi a Reggio Emilia e Bologna, al salto nazionale in Fiom prima e in Cgil poi, nel libro di Landini non mancano le analisi sulle grandi questioni legate al mondo del lavoro e a quello delle grandi vertenze, tra cui Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell’idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.

Questa narrazione personale e intima, ricca di spunti e riflessioni, si tiene insieme a quelle che sono le battaglie storiche del segretario e della sua azione “politica”: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e “negata nell’ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente” sottolinea la nota di presentazione. ‘Un’altra storia’ è un libro che ci parla di diritti da difendere, battaglie ancora da fare e del futuro.

Eletto segretario generale della Cgil nel 2019, Landini ha cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un’azienda artigiana e poi in un’azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, prima di diventare funzionario e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato segretario generale della Fiom dell’Emilia-Romagna e, quindi, di quella di Bologna. All’inizio del 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno, è stato eletto nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. Il primo giugno del 2010 è diventato segretario generale della Fiom-Cgil. Nel luglio del 2017 ha lasciato la segreteria generale della Fiom per entrare a far parte della segreteria nazionale della Cgil.

MAURIZIO LANDINI, UN’ALTRA STORIA (PIEMME, PP 224, EURO 18.90)

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Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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