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Rimosso tumore cerebrale con l’utilizzo dell’ipnosi a Terni

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L’equipe di Neurochirurgia dell’ospedale Santa Maria di Terni, coordinata dal direttore della struttura complessa di Neurochirurgia, Carlo Conti, in stretta collaborazione con i colleghi della Neurorianimazione e con l’assistenza del gruppo di Neurofisiopatologia, ha eseguito un complesso intervento di rimozione di un tumore cerebrale in un paziente sveglio con l’ausilio di tecniche ipnotiche, che hanno consentito di ridurre significativamente i farmaci sedativi e antalgici e di aumentare la prontezza ai test linguistici intraoperatori. È la prima volta che viene eseguito in Umbria un intervento così delicato. “Presso la Neurochirurgia di Terni il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio per la chirurgia cerebrale in aree eloquenti, compresa la chirurgia da sveglio, è ormai una pratica standardizzata – ha precisato il direttore generale Andrea Casciari – una metodica riconosciuta come indispensabile per garantire il miglior risultato oncologico e ridurre al minimo i rischi di deficit neurologici post-operatori. Ma non ci si ferma a questo. Come dimostra questo intervento, l’ospedale di Terni vuole garantire un servizio neuroncologico sempre migliore, sempre più umano e vicino al paziente”.

Nel caso specifico si trattava di un giovane paziente affetto da un tumore cerebrale localizzato in corrispondenza dell’area cerebrale che controlla la produzione del linguaggio. L’intervento di chirurgia da sveglio era necessario per consentire al chirurgo di verificare in tempo reale se si stesse producendo un danno neurologico o meno durante le manovre di asportazione della lesione. “L’utilizzo dell’ipnosi – spiega il dottor Conti – ha permesso di controllare lo stato ansioso del paziente, riducendo contestualmente l’utilizzo dei farmaci anestesiologici: in tal modo il paziente è rimasto vigile durante tutta la durata della procedura”. Una volta terminato l’intervento in sala operatoria, il paziente ha passato un periodo di circa 12 ore in Neurorianimazione per uno stretto monitoraggio dei parametri vitali, dopodiché è ritornato in reparto di Neurochirurgia per essere dimesso, dopo un paio di giorni, senza nessun nuovo deficit neurologico.

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Epstein, svelate le sue ultime ore in carcere prima della morte per suicidio

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Agitato, incapace di dormire. Jeffrey Epstein la sera prima di togliersi la vita in carcere aveva tagliato corto una riunione con i suoi avvocati per fare una telefonata alla sua famiglia. A una delle guardie aveva detto che stava chiamando sua madre, morta però 15 anni prima. A ricostruire gli ultimi giorni del finanziere accusato di traffico sessuale di minorenni è l’Associated Press, che ha chiesto e ottenuto attraverso il Freedom of Information Act 4.000 pagine di documenti relative alla permanenza in carcere di Epstein. Carte che rivelano come il finanziere cercò di contattare un altro pedofilo di alto profilo: Larry Nassar, il medico delle ginnaste americane condannato per abusi sessuali su decine di atlete. La missiva è tornata al carcere dove Epstein si trovava quando il finanziere era già morto.

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Neuromed, progetto Platone: l’Intelligenza Artificiale per ridisegnare prevenzione e terapia in medicina

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L’Intelligenza Artificiale per ridisegnare prevenzione e terapia in tutti i campi della medicina. A Caserta il bilancio del Progetto Platone traccia un percorso chiaro per il futuro: superare la medicina uguale per tutti, disegnare una prevenzione e una cura specifiche per ogni paziente

Un sistema che si affiancherà al medico, una piattaforma informatizzata versatile, utilizzabile sia nella pratica clinica che nella ricerca futura. È l’eredità che lascia il Progetto Platone, nato dalla collaborazione tra I.R.C.C.S. Neuromed, Casa di Cura Montevergine, Maticmind, CIRA e CNR IBBR. Questa mattina, nel Polo di Ricerca Neurobiotech a Caserta, si è tenuta la manifestazione di chiusura del progetto, con la presentazione dei risultati e con le ampie prospettive che l’iniziativa ha aperto.

“È stato un bellissimo viaggio – dice Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione e professore di Igiene e Salute Pubblica all’Università dell’Insubria di Varese e Como e Coordinatrice del progetto – Con Platone eravamo partiti da ipotesi che inizialmente sembravano quasi fantastiche. Il nostro sogno era sviluppare una piattaforma software che consentisse ai medici di fare predizioni del rischio per le tre patologie cronico-degenerative più importanti (malattie cardiovascolari, tumori e malattie neurodegenerative) attraverso algoritmi di intelligenza artificiale. Volevamo non solo personalizzare il rischio, ma anche sviluppare percorsi di prevenzione personalizzati per ogni individuo”.

Ma nei settori delle tecnologie avanzate il tempo corre veloce. E oggi Platone ha tradotto quel sogno in una serie di studi scientifici nei quali la persona non viene più inserita in grandi categorie (ad esempio fumatori e non, diabetici e non, obesi e non). Ogni individuo viene invece identificato da una enorme quantità di dati, fino a che viene rivelato nella sua unicità. La sua storia clinica, le decisioni da prendere per la prevenzione futura, le terapie, saranno specificamente “sue”. Al centro di tutto questo c’è l’enorme quantità di dati raccolti dalla Rete di Ricerca Clinica Neuromed.

Licia Iacoviello

“La piattaforma – spiega Iacoviello – ci ha permesso di analizzare una grande quantità di dati dei pazienti. Sulla base di essi, i sistemi sviluppati nell’ambito del progetto hanno individuato elementi che altrimenti sfuggirebbero alla clinica tradizionale. L’intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di elaborare i dati con modalità e velocità che noi non avremmo mai potuto raggiungere, ci ha svelato caratteristiche completamente nuove. E non è tutto: l’intelligenza artificiale tratta tutti i fattori in modo uguale, non ha idee preconcette, non formula ipotesi a priori. È così che possiamo usarla per cercare connessioni che non avremmo immaginato prima”.
Guardando al futuro, è importante sottolineare che questo è solo un primo passo. Gli algoritmi di intelligenza artificiale sono in continua evoluzione. Ciò che sta emergendo dai risultati di Platone non è un prodotto finito, ma un sistema che continua ad evolversi. Più dati vengono inseriti nel sistema, più la macchina può imparare cose nuove, affinando l’algoritmo con variabili nuove, migliorando la precisione delle previsioni.

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Fotografata in Hd la diversità genetica dei primati

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Dai gorilla agli scimpanzé, dai macachi agli oranghi: è un’inedita fotografia ad alta risoluzione della diversità genetica dei primati, quella che emerge da dieci studi scientifici, di cui otto pubblicati su Science e due su Science Advances. I loro risultati offrono nuovi spunti utili non solo a migliorare gli sforzi di conservazione di queste specie (sempre più minacciate da cambiamenti climatici, perdita di habitat, bracconaggio e traffici illegali), ma anche a capire meglio l’origine genetica di molte malattie umane. Lo studio principale dello speciale, guidato da Lukas Kuderna dell’Istituto di biologia evolutiva in Spagna, ha esaminato in particolare il genoma di oltre 800 esemplari provenienti da Asia, America, Africa, Madagascar e appartenenti a 233 specie di primati (quasi la metà di tutte quelle esistenti sulla Terra), quadruplicando di fatto il numero di genomi di primati ad oggi disponibili.

Questa mole di dati ha permesso di datare meglio il momento in cui si sono separate le strade evolutive di scimpanzé e umani (la divergenza sarebbe avvenuta tra 9,0 e 6,9 milioni di anni fa, dunque prima rispetto a quanto stimato in precedenza). Inoltre ha consentito di individuare oltre 4 milioni di mutazioni che influiscono sulla composizione degli aminoacidi e possono alterare la funzione delle proteine, provocando malattie negli umani. Grazie a questo nuovo catalogo genomico è stato infine dimezzato il numero di ‘innovazioni genomiche’ che si credevano esclusive degli esseri umani. Diventa così più facile identificare le mutazioni non condivise con i primati che potrebbero di conseguenza essere uniche per l’evoluzione umana e le caratteristiche che ci rendono umani.

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