L’incidente al rally dell’Appennino reggiano, vittime due giovani spettatori, e’ l’ultimo di una scia che anche negli ultimi anni ha provocato diversi morti tra equipaggi e pubblico. Le vittime dell’incidente al Rally dell’Appennino si chiamavano Davide Rabotti, di 21 anni, di Reggio Emilia e Cristian Poggioli, di 35 anni, di Lama Mocogno in provincia di Modena. Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri di San Polo d’Enza, un’auto in gara ha perso il controllo travolgendo e uccidendo i due. E’ successo verso le 10 a Riverzana di Canossa. Su un tratto rettilineo, una Peugeot 208 e’ uscita dal circuito e, a causa della forte velocita’ e di un terrapieno che ha fatto da rampa, si e’ staccata dal suolo finendo su una vicina collinetta dove si trovava del pubblico, investendo mortalmente i due giovani. I due dell’equipaggio sono rimasti illesi. Sulla vicenda e’ aperta un’inchiesta.
Incidente al rally nel Reggiano, sull'Appennino. Morti due giovani spettatori travolti da una delle auto in corsa finita su una collinetta dove si trovava i pubblico pic.twitter.com/GHlfXP9HhO
La dinamica ricorda, tra gli altri, quello avvenuto il 9 ottobre 2016 al Rally Legend di San Marino, dove una Renault Clio Maxi non riusci’ a fare una curva di 90 gradi, complice l’asfalto viscido per la pioggia, andando dritto in un’area dove, nonostante la presenza di rotoballe di fieno a protezione, c’erano alcuni spettatori: un uomo di 57 anni mori’, otto i feriti. Il 18 giugno 2017, sempre sul Titano, al rally ‘Rose’n’Bowl’ perse la vita il pilota riminese Alessandro Pepe, schiantandosi contro il muretto di cinta di un’abitazione con la sua A112 Abarth. Meno di un mese prima, il 27 maggio, al 32/o rally Citta’ di Torino una Skoda Fabia F2000 usci’ di strada a Coassolo piombando su un gruppetto di spettatori: mori’ un bimbo di 6 anni, feriti i genitori. Lo stesso anno, il 21 aprile, in Sicilia, durante la Targa Florio una Mini Cooper fini’ fuori strada durante una prova speciale: non ci fu scampo per il pilota Mauro Amendolia (ferita la figlia che gareggiava con lui) e per un commissario di gara che era su un terrapieno.
Un altro commissario di percorso fu travolto e ucciso da un’auto tre mesi dopo al 47/o Trofeo Vallecamonica, nel bresciano. Ancora in Sicilia, invece, l’11 ottobre scorso, durante il Rally Valle del Sosio era morto Salvatore Coniglio, copilota di una Renault Clio Williams finita contro un palo e poi contro un albero. Vittime tra gli spettatori anche nell’aprile 2015, quando un uomo mori’ alcuni giorni dopo essere stato travolto al rally internazionale dell’Elba. Lo stesso anno a settembre in Spagna, al Rally de la Coruna, sei persone persero la vita in Galizia e decine rimasero ferite, colpite da una vettura uscita di strada, mentre il 6 dicembre mori’ il pilota Davide Tulipani per un incidente al Rally della Fettunta, lungo le strade del Chianti fiorentino. Nel 2012 Valerio Catelani e Daniela Bertoneri morirono carbonizzati nell’auto uscita di strada in un rally a Lucca, e in Sicilia perse la vita una promessa del rallismo mondiale, il co-pilota Gareth Roberts. Piu’ indietro nel tempo, nel 2010, alle Ronde di Larciano mori’ il ct della Nazionale di ciclismo Franco Ballerini, nello schianto contro un muro in pietra, e al rally di Andora rimase gravemente ferito il pilota di F1 Robert Kubica. Nel 2011 al rally Valli Cuneesi uno spettatore fu ucciso e tre feriti da un’auto uscita di strada in curva.
Si svolgeranno domani, alle ore 16 nella parrocchia di San Nicola di Castelvenere (Benevento) i funerali di Alessandra, la bambina di 4 anni morta in circostanze ancora da chiarire in un’abitazione di Tufino, in provincia di Napoli, nella notte tra il 14 e 15 dicembre dello scorso anno, dopo una caduta da una scala a chiocciola. Lo rende noto Alessandro Di Santo, sindaco di Castelvenere, dove la bimba risiedeva ufficialmente. Sulle cause, non del tutto chiare, della morte di Alessandra indaga la Procura di Nola.
Due zii della bambina sono stati iscritti nel registro degli indagati. A carico della coppia di coniugi, presso cui la piccola era stata collocata dai servizi sociali, si ipotizzerebbero i reati di maltrattamenti e omicidio colposo. La morte della bambina risale alla sera del 13 dicembre scorso e sarebbe stata provocata dalle ferite conseguenti a quella che si ipotizza sia stata una caduta accidentale dalla scala interna dell’abitazione. Sembra che in un primo momento le condizioni della piccola non fossero state considerate così gravi, ma quando sul posto sono giunti i medici del 118, per la bambina non c’è stato più nulla da fare. Due le telefonate fatte al 118 quella sera: nella prima si faceva riferimento a una broncopolmonite, nell’altra si citava invece la caduta dalle scale. “La nostra comunità – aggiunge il primo cittadino – si unisce commossa ai genitori e ai nonni della piccola Alessandra per la sua tragica scomparsa”.
Doveva essere una mattina di celebrazione e memoria quella di oggi a Lanciano, in occasione del 25 aprile. Invece, si è trasformata in tragedia quando una Lancia Musa ha travolto un gruppo dell’Anpi, che si stava dirigendo verso piazza Plebiscito per partecipare alla manifestazione organizzata dal Comune.
Un uomo di 81 anni muore sul colpo
Nell’incidente ha perso la vita un uomo di 81 anni, mentre altre tre persone sono rimaste ferite. Le loro condizioni non sono gravi, come ha comunicato la Asl Lanciano Vasto Chieti: al pronto soccorso dell’ospedale “Renzetti” sono giunti il conducente dell’auto, un uomo di 79 anni, e due donne. Si attendono gli esiti degli esami radiologici per valutare l’entità dei traumi. In assenza di lesioni significative, verranno trattenuti in Osservazione Breve.
Le indagini della Polizia: dinamica ancora da chiarire
La Polizia è al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Il conducente, fortemente provato, ha dichiarato di non ricordare nulla di quanto successo, se non di essere rientrato in auto dopo aver partecipato al momento celebrativo davanti al monumento agli Eroi Ottobrini. Al termine della cerimonia, i partecipanti si erano diretti a piedi verso il centro, percorrendo via del Torrione, dove l’auto ha improvvisamente sfrecciato tra loro a tutta velocità, travolgendo il gruppo.
Un dramma inaspettato che ha scosso profondamente la comunità di Lanciano proprio nel giorno della Festa della Liberazione.
È morto Nicola Rivelli (foto Imagoeconomica del 13 aprile del 2000), ex parlamentare e storico militante di Forza Italia. A comunicarlo è stato Fulvio Martusciello, coordinatore regionale del partito in Campania, che ha annunciato il decesso avvenuto a causa di un arresto cardiaco.
Un protagonista della Seconda Repubblica
Rivelli è stato una figura centrale nella prima fase di costruzione del centrodestra italiano. «È stato parlamentare in una fase cruciale per il centrodestra, quando si costruivano i nuovi equilibri della Seconda Repubblica», ha dichiarato Martusciello. «Ha partecipato con determinazione alla nascita del progetto politico che avrebbe portato Forza Italia a guidare il Paese».
Politico, artista, cittadino
Ma Nicola Rivelli non è stato soltanto un uomo di partito. «Napoli perde una figura poliedrica, capace di esprimersi in politica come nell’arte e nella vita civile», ha sottolineato ancora Martusciello, ricordando il contributo di Rivelli anche fuori dalle aule parlamentari. Uomo brillante e mai banale, con una visione capace di andare oltre il contingente, ha saputo guadagnarsi la stima anche al di fuori del perimetro politico.
Una presenza costante e leale
«Sempre coerente, sempre presente, sempre con noi, fino alla fine», ha detto commosso il coordinatore regionale. «La sua amicizia è stata per me un punto fermo. Lo ricorderemo sempre con affetto e gratitudine».