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Donato Boscia, il ricercatore anti-Xyllella è tra “paladini” della scienza

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Alla ribalta internazionale tra i ‘paladini’ della scienza. E’ la storia di Donato Boscia, direttore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr, che dopo anni di battaglie contro la Xylella degli ulivi pugliesi e i pregiudizi di autorita’ e opinione pubblica, ha ricevuto una menzione dalla giuria del premio internazionale Maddox, promosso dall’organizzazione benefica ‘Sense about Science’ e dalla rivista Nature per celebrare i personaggi che si sono distinti per l’impegno nella difesa della scienza e del metodo scientifico nelle circostanze piu’ difficili. Questa nona edizione, che ha visto oltre cento candidature da 34 Paesi, e’ stata vinta da Anthony Fauci e Salim Abdool Karim, consulenti sanitari dei governi degli Stati Uniti e del Sudafrica in prima linea contro Covid-19. Allo scienziato italiano e’ andata invece una menzione per aver studiato e fronteggiato l’epidemia di Xylella “nonostante i procedimenti legali e una campagna diffamatoria”.

L’Accademia dei Lincei, che aveva proposto la sua candidatura, “e’ lieta di questo riconoscimento – sottolinea il presidente Giorgio Parisi – in un momento in cui piu’ che mai e’ fondamentale il ruolo della scienza e della ricerca per fronteggiare le difficolta’ che ci troviamo ad affrontare”. “Quando la segreteria del premio mi ha informato della menzione non sapevo ancora chi fossero i vincitori del premio 2020 – racconta Boscia – ma quando ho visto Fauci alla cerimonia di premiazione online sono rimasto a bocca aperta: dire che sono lusingato e’ poco”. Questo riconoscimento “e’ una grande soddisfazione che voglio condividere con i miei colleghi e dedicare a Giovanni Martelli”, professore di patologia vegetale all’Universita’ di Bari, anche lui candidato dai Lincei ma purtroppo scomparso lo scorso gennaio. Gli scienziati erano stati i primi nel 2013 a identificare nella Xylella l’origine dell’essiccamento degli ulivi pugliesi, ma dopo aver dato l’allerta erano finiti al centro di un acceso dibattito pubblico, accusati di aver favorito la disseminazione della malattia. Dopo aver assistito al sequestro degli alberi da abbattere e delle attrezzature dei laboratori di ricerca, Boscia e altri esperti erano stati coinvolti in un’inchiesta della Procura di Lecce, poi archiviata. “Sia io che i miei colleghi abbiamo vissuto momenti difficili, in cui la frustrazione portava scoramento e voglia di abbandonare tutto. Per fortuna, pero’, siamo anche testardi”, continua Boscia.

“Credo che questo riconoscimento vada proprio a premiare la nostra perseveranza nonostante il clima ostile che si era creato intorno a noi”. Un clima che ricorda molto quello che stiamo vivendo in Italia con la pandemia di Covid-19. “Tutto quello che sta accadendo in questi mesi, compresi i negazionisti e il dibattito sulle misure di contenimento, per noi e’ come un film gia’ visto”, sottolinea Boscia. Questa volta, pero’, una differenza c’e’: “contro Covid c’e’ stato un maggior impegno delle autorita’ nella comunicazione istituzionale, che invece e’ stata piu’ lacunosa nel caso Xylella”.

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Procida, la Corricella sulla copertina di Lonely Planet

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Una bellissima foto della Marina Corricella, il suggestivo e policromo borgo dei pescatori dell’isola di Procida, è sulla copertina della guida Lonely Planet nella edizione dedicata al Sud Italia appena pubblicata. L’immagine dall’alto dell’anfiteatro di case dipinte di mille colori che si affaccia sul Tirreno è stata scelta dai curatori della guida tustistica più famosa del mondo per rappresentare esaustivamente “Il sud essenziale e sbiancato dal sole dell’Italia è il paese nella sua forma più antica, piena di sentimento e sensuale. Quaggiù le rovine sono più antiche, i pranzi più lunghi, i paesaggi più selvaggi e intensi”. La copertina di Lonely Planet arriva pochi giorni dopo l’annuncio che, sempre la Corricella, è stata scelta dalla Accademia Europea del Cinema presieduta da Juliette Binoche, tra gli otto nuovi “Tesori della cultura cinematografica europea”, luoghi simbolici per il cinema del nostro continente e da preservare per le generazioni a venire.

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Avvistata in Italia una nuova specie di uccelli

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Piccoli migratori con piumaggio fra il marrone e il grigio, finora mai visti in Italia, sono stati avvistati per la prima volta in Campania. Si allunga così l’elenco delle specie di uccelli presenti nel nostro Paese- Il risultato. annunciato in occasione della Giornata della Terra, è pubblicato sulla rivista Dutch Birding da Marco del Bene, Alessia Addeo e Rosario Balestrieri ,della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. La specie avvistata per la prima volta in Italia si chiama Monachella dal cappuccio (Oenanthe monacha) ed è stata vista durante rilievi ambientali nei pressi di Bacoli (Napoli), il 24 maggio 2023. Per Balestrieri è la “prima testimonianza del passaggio della specie nel Mediterraneo Centrale”. Finora, infatti, la Monachella dal cappuccio era nota in Egitto, Israele, Penisola Arabica e Pakistan.

“L’esemplare osservato a Bacoli – dicono i ricercatori – si trovava su un muro di contenimento degli argini di un canale, vicino al mare. Presentava un piumaggio marrone camoscio/grigio chiaro, con coda marrone, sottocoda camoscio e timoniere scure”. La scoperta, osservano ancora i ricercatori, sottolinea l’importanza di monitorare costantemente la biodiversità e proteggere gli ambienti che l’accolgono, ma anche l’importanza di documentare quel che si vede e di confrontarsi fra specialisti del settore”. Del Bene rileva che si conferma “l’importanza dei monitoraggi ai fini della conservazione e gestione delle specie” e per Addeo questa scoperta permette di “ampliare sempre di più le reti di conoscenze che ci permettono di comprendere al meglio le rotte migratorie”.

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Rifiuti, planet contro plastic: obiettivo è il – 60% entro il 2040

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Ridurre il 60% delle plastiche sul pianeta entro il 2040, sensibilizzando i cittadini del mondo sui danni arrecati dalla plastica alla salute umana, animale e alla biodiversità; eliminare la plastica monouso entro il 2030, investire in tecnologie e materiali innovativi per costruire un mondo senza plastica: questi gli obiettivi della 54esima Giornata mondiale della terra sul tema Planet Vs Plastics. “Una Giornata e insieme una richiesta pressante per agire subito a salvaguardia della salute di ogni essere vivente sul pianeta non solo per limitare il più possibile l’uso della plastica, ma anche per chiedere iniziative e politiche di sensibilizzazione. Prendere consapevolezza è il primo passo”, spiega il direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero.

I dati dell’indagine Waste Watcher, realizzata su monitoraggio Ipsos ed elaborazione dell’Università di Bologna-Distal, segnalano che in Italia oltre otto cittadini su 10, l’85%, sono disposti a ridurre l’acquisto di prodotti con packaging plastico, malgrado il consumatore italiano riconosca al packaging un’importante funzione per la conservazione del cibo e quindi per la prevenzione e riduzione degli sprechi. E quasi un terzo dei consumatori italiani è disposto a rinunciare all’acquisto di un prodotto di cui ha bisogno, qualora fosse contenuto in un packaging non riciclabile. Sempre secondo Waste Watcher, quasi il 75% dei consumatori nella scelta di un prodotto considera la tipologia dell’imballaggio e l’impatto che quest’ultimo ha sull’ambiente grazie alla sua potenziale riciclabilità. “Un piccolo passo avanti nella sensibilità diffusa sul tema delle plastiche, anche se molto resta da fare”, per Segrè.

Planet Vs Plastics ci ricorda che non c’è un’altra Terra: dalla prima edizione della Giornata Mondiale, il 22 aprile 1970, nostro pianeta non ha certo migliorato il suo stato di salute. Fra meno di 30 anni, ai ritmi attuali, negli oceani ci sarà il quadruplo della plastica e uno degli hotspot globali per le microplastiche è il Mediterraneo. Nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino, ben 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato, secondo l’ultimo rapporto Wwf. Ogni anno il Mediterraneo ingurgita 229.000 tonnellate di rifiuti di plastica, come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto.

Di queste, ben il 15% arriva dall’Italia. Se i mari del pianeta sono invasi dalle plastiche, non sta meglio la Superficie Agricola Utilizzata (SAU), quella su cui si producono gli alimenti: la perdita di terreni coltivati determina un deterioramento degli ecosistemi, che porta a dissesti ambientali e sociali. Waste Watcher International ha calcolato quanti terreni coltivabili stanno producendo rifiuti alimentari domestici: in Italia lo spreco medio pro capite pari a 566.3 g secondo le rilevazioni del “Caso Italia” Waste Watcher (febbraio 2024), vanifica e ‘brucia’ il raccolto di una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) pari a 1,643 milioni di ettari e quindi quasi come l’estensione agricola di Belgio + Slovenia (1,833 milioni di ettari).

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