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Cronache

De Luca procede a tappe forzate a unificare gli aeroporti di Napoli e Salerno

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Un altro aeroporto a Salerno, a poche decine di chilometri da quello internazionale di Napoli, è uno spreco incredibile di risorse. Lo è da sempre. Ma in Campania sembra nessuno voglia accorgersene. E infatti si insiste a sprecare decine di milioni di euro per tenere aperto uno scalo che non ha alcun senso. E infatti, dalla regione Campania fanno sapere che proseguono gli interventi previsti dal piano di sviluppo del nuovo aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi che dovrebbe aprire nel 2024. Lo chiamano nuovo aeroporto ma è quello che c’è da sempre e che è sempre stato uno spreco di denaro. Oltre al prolungamento della pista, infatti, fanno sapere che saranno realizzati, tra l’altro, una nuova aerostazione e un terminal di aviazione generale e piazzole di sosta per gli aeromobili. Sono, inoltre, previsti ulteriori 150 milioni di fondi regionali per il potenziamento delle infrastrutture di accesso all’aeroporto, come il collegamento con l’autostrada e il prolungamento della metropolitana di Salerno fino allo scalo aeroportuale. Parliamo di una città che conta poco più di 130mila abitanti, meno di quelli che vivono in una delle municipalità di Napoli e con un’area metropolitana dove la densità di popolazione è prossima allo zero e comunque niente a che vedere con gli oltre 3 milioni e mezzo di residenti solo tra Napoli e provincia. Comunque la Regione dice di voler investire 150milioni a Salerno.  Dall’inizio di quest’anno, sono in corso le prime attività di realizzazione della nuova pista di volo, che raggiungerà i 2mila metri di lunghezza. Nel frattempo, procedono le attivita’ di formalizzazione degli espropri delle prime aree interessate dai lavori di allungamento della pista. Il 19 gennaio, poi, si sono concluse le attivita’ della commissione di gara per l’affidamento della progettazione della ‘fase 2′ che prevede, tra le altre opere, la realizzazione del nuovo terminal passeggeri, il secondo allungamento della pista fino a 2mila 200 metri, e le aree di parcheggio e di accessibilita’ all’aeroporto.

La progettazione e’ stata aggiudicata ad un raggruppamento di imprese capitanato dalla societa’ multinazionale Deerns, che si e’ occupata, tra gli altri, anche del potenziamento degli aeroporti di Amsterdam Schiphol, Abu Dhabi e Kuwait City. Questa mattina, al Costa d’Amalfi, sopralluogo del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, accompagnato dall’amministratore delegato di Gesac, Roberto Barbieri. Per il ‘governatore’, “la realizzazione del sistema aeroportuale regionale è una delle scelte più importanti che ha fatto la Regione Campania. Abbiamo unificato, in pratica, l’aeroporto di Napoli-Capodichino con Salerno-Costa d’Amalfi sotto la direzione di Gesac”. “Oggi – spiega – cominciano i lavori per l’allungamento della pista a 2mila metri. Si e’ fatto il lavoro per la bonifica degli ordigni bellici. L’obiettivo e’ di arrivare qui ad avere sei milioni di viaggiatori e avere anche un terminal commerciale”. Secondo lui, “un aeroporto che decolla e’ una svolta radicale nell’economia di un territorio”. De Luca conferma che “prevediamo, come Regione, altri 150 milioni di euro di investimenti per rifare la viabilita’ intorno all’aeroporto e per prolungare la metropolitana da Salerno fino all’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi. E’ un lavoro straordinario”. Ma perchè questi investimenti? Ovvio, in prospettiva si pensa di alleggerire Napoli di qualche collegamento internazionale importante magari per aerei che abbisognano di piste lunghe, come quella che stanno realizzando a Salerno e che non può più essere costruita a Napoli già che lo scalo è oramai stato ingoiato dalla città.

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Cronache

Medvedev: Zelensky farà una triste fine, abbattere regime Kiev

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Il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “finirà nel modo più triste” e che le truppe russe devono concludere “con una vittoria” l’invasione dell’Ucraina e “distruggere” quello che lui, seguendo la definizione della propaganda del Cremlino, definisce “il regime neonazista di Kiev”. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti.

“Quando il capo di uno Stato, anche uno così particolare come l’Ucraina, e un tipo così patologico come questo personaggio, si vanta di queste cose, significa solo una cosa: che alla fine anche lui finirà nel modo più triste”, ha detto Medvedev, commentando la notizia, ripresa anche dalla Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l’intelligence ucraina per l’uccisione di alcuni alti ufficiali russi ma senza riferimenti a casi specifici.

“Innanzitutto, dobbiamo completare l’operazione militare speciale in Ucraina con una vittoria e dobbiamo distruggere il regime neonazista di Kiev, ma il regime, non lo Stato, il cui destino è una questione del futuro”, ha detto poi l’ex presidente russo usando la dicitura “operazione militare speciale” con cui il Cremlino indica l’aggressione militare contro l’Ucraina. La Russia di Putin ha invaso l’Ucraina sostenendo di volerla “denazificare”, ma la tesi di Mosca secondo cui il governo di Kiev sarebbe “neonazista” è considerata del tutto infondata dalla stragrande maggioranza degli analisti politici.

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Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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