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Dai medici allarme contagio dai concerti: Mettete la mascherina

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Con i contagi del Covid che galoppano – l’ultimo bollettino conta 94 decessi e 132 mila casi in Italia, oltre 13 mila nel Lazio – Roma si prepara al maxi concerto dei Maneskin a Circo Massimo. Ma quella che doveva essere la festa “a casa” della band romana davanti a 70 mila fan sta scatenando polemiche tra le richieste di rinvio e l’ira funesta dei fan che attendono da mesi. Tanto che in serata l’assessore di Roma Capitale Alessandro Onorato e’ intervenuto per placare gli animi .”Non e’ all’esame alcuna ipotesi di rinvio del concerto”. Da parte dei medici, che in questi giorni assistono a uno straziante peggioramento della situazione anche negli ospedali, arriva l’appello ad essere cauti e prudenti, a indossare la Ffp2 anche all’aperto in queste occasioni di assembramento e – da parte di alcuni – l’ipotesi di posticipare eventi del genere. Dall’altra parte i fan non ci stanno, anche consci del fatto che concerti altrettanto enormi – due su tutti quelli dei Jova Beach Party e di Vasco – si sono tenuti e si stanno tenendo regolarmente in altre zone d’Italia: “Il senso di chiedere ai #Maneskin di spostare il concerto quando altri mille artisti continuano a fare grandi concerti? Sarebbe stato piu’ coerente rivolgersi a tutti gli artisti, non soltanto a loro” scrive piu’ di un utente. “Il virus e’ un fan accanito di Damiano e va solo da lui?” fa eco un altro. In effetti a partire nelle prossime ore suoneranno e canteranno in piazze e addirittura stadi, creando veri bagni di folla, il gia’ citato Jovanotti ma anche Zucchero, gli Iron Maiden, Ultimo, Achille Lauro, i Guns and Roses. Questo solo per fare qualche nome, l’elenco non e’ per niente esaustivo. “Non ho nulla contro i Maneskin, ma penso che in questa situazione le occasioni di assembramento andrebbero evitate, perche’ un concerto in cui entreranno in stretto contatto 70 mila giovani senza mascherina e’ foriero di molti contagi”, dice Alberto Chiriatti, vice segretario regionale della Fimmg Lazio. Piu’ “morbido” ma preoccupato il presidente dell’Ordine dei medici (Omceo) di Roma, Antonio Magi: “Sono anche consapevole di quanto i giovani abbiano sofferto in questi anni a causa delle restrizioni per il Covid. Tuttavia, con l’aumento dei contagi che si registra, credo sia importante rivolgere ai ragazzi la raccomandazione di indossare la mascherina”. Secondo Roberto Cauda, infettivologo di Gemelli e Cattolica “pur non azzerando il rischio, le Ffp2 lo riducono, quindi la soluzione potrebbe rappresentare una via d’uscita anche se non sicura al 100%”. In serata prende posizione il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute Gianni Rezza: “Credo che si possa, quando ci sono delle aggregazioni, usare la mascherina, raccomandarne l’uso. Non stiamo parlando di obbligo, ma di buon senso e di raccomandazioni”. Nei commenti sui social c’e’ chi tira in ballo la difesa dell’ambiente: “Ma i medici perche’ non rompono il c… a Jovanotti – scrive un altro – che con i suoi concerti oltre portare il Covid distrugge pure l’ambiente?”. E in effetti a “bacchettare” chi organizza i concerti in spiaggia, “ambiente delicato e prezioso”, parlando di “scelta eticamente sbagliata” e’ intervenuta anche Marevivo. Da parte sua Lorenzo e il suo staff promettono di pulire e recuperare (in contemporanea con le date e nei mesi successivi) 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali in tutta Italia in collaborazione con Wwf Italia e Intesa Sanpaolo.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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