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Corona Virus

Curva scende, ma per esperti occorre ancora attenzione

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Scende ancora la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia, ma sono numerosi gli esperti che invitano a tenere ancora alta la guardia. Vaccini e caldo stanno dando i loro effetti, ma in alcune province la discesa sta frenando: potrebbe essere una primissima conseguenza delle riaperture. Ci sono ancora tanti punti interrogativi, come la durata degli anticorpi indotti dai vaccini anti Covid e la circolazione delle varianti, ma e’ anche il momento di agire, approfittando dei numeri bassi per cominciare un programma di tracciamento e cominciando a pianificare una terza somministrazione del vaccino. I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 3.224 nelle ultime 24 ore, contro i 2.490 del giorno precedente, che era comunque un lunedi’ e risentiva quindi del rallentamento tipico del fine settimana. I nuovi casi sono stati rilevati grazie a 252.646 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 107.481 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positivita’ e’ sceso all’1,2% dal 2,3% di 24 ore prima. I decessi sono stati 166 in piu’, contro i 110 registrati lunedi’. I pazienti ricoverati nelle unita’ di terapia intensiva sono complessivamente 1.323, 59 in meno rispetto al giorno prima, nel saldo quotidiano tra entrate e uscite, e i nuovi ingressi in 24 ore sono passati da 48 a 46. I ricoverati nei reparti Covid sono diminuiti di 393 in un giorno, per un totale di 8.557. Segni di frenata nella discesa dei contagi emergono, a livello di province, nell’analisi dell’incidenza fatta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). Emerge infatti che nell’ultima settimana l’incidenza e’ stata superiore a 50 casi per 100.000 abitanti in un 30% di province dove tra la penultima e l’ultima settimana l’incidenza di positivi si e’ ridotta meno che fra la terzultima e la penultima settimana. Per 12 di queste province, l’incidenza nell’ultima settimana e’ stata superiore a 70 casi per 100.000 abitanti e 2 mostrano un aumento dell’incidenza nell’ultima settimana rispetto alla penultima. “Probabilmente questa e’ la conseguenza delle riaperture – rileva Sebastiani – e occorre fare molta attenzione. Con i valori attuali dell’incidenza possiamo riprendere il controllo del tracciamento”. E’ dello stesso avviso il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus-Dati e analisi scientifiche’ e del network di comunicazione della scienza ‘giorgiosestili.it’, per il quale adesso “e’ opportuno proseguire la campagna vaccinale e aspettare che l’incidenza scenda sotto la soglia critica per ricominciare a fare contact tracing: sarebbe un delitto – osserva – non attrezzarsi, come purtroppo abbiamo fatto l’anno scorso”. Quanto alla situazione epidemiologica relativa alle regioni, per Sestili “nessun segnale lascia presagire un’inversione di tendenza: vediamo tutte le curve scendere”. Se ci fossero stati dei segnali relativi agli effetti delle riaperture, osserva, “avrebbero dovuto essere gia’ arrivati. Ma questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia: bisogna fare ancora molta attenzione”. Sulla stessa linea il fisico Enzo Marinari, dell’Universita’ Sapienza di Roma, per il quale la situazione e’ tale che “possiamo essere ottimisti, ma deve essere un ottimismo della ragione”: e’ quindi necessario “continuare a usare la nostra intelligenza perche’ l’efficacia dei vaccini possa contare su una terza dose”. Guai, percio’, ad abbassare la guardia: e’ il momento di lavorare duro”. Sarebbe bene, conclude, “se approfittassimo di questa situazione per cercare di stabilire una forma di tracciamento”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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