Collegati con noi

Cronache

Covid: scuole Napoli pronte a ripresa, orari scaglionati

Pubblicato

del

Ingressi scaglionati, accessi diversificati e turni tra mattina e pomeriggio. Cosi’ le scuole di Napoli si stanno organizzando per la ripresa della didattica in presenza prevista anche nelle zone rosse da domani, 7 aprile, a seguito delle decisioni del Governo che prevedono il ritorno in aula per le scuole dell’infanzia, per le scuole elementari e per le prime classi della scuola media e che impediscono agli enti locali di emettere ordinanze restrittive. Sui siti delle scuole sono state pubblicate le circolari che spiegano alle famiglie le modalita’ di ingresso e uscita e gli orari in base alla classe frequentata. La scuola elementare ‘Vanvitelli’ ha previsto che le classi delle sede centrale che effettuano il turno mattutino entreranno tra le 8 e le 8.15 per evitare assembramenti all’esterno sia in entrata che in uscita, mentre il turno pomeridiano iniziera’ alle ore 13.45 per terminare alle ore 18.09. Turno solo mattutino invece per gli alunni delle sedi succursali e della scuola dell’infanzia. Nella circolare, la dirigente Ida Francioni rivolge un appello ”al senso civico e alla collaborazione di tutta l’utenza affinche’ la permanenza degli accompagnatori sia limitata al tempo strettamente necessario evitando soste che possano generare assembramenti davanti agli accessi” e sottolinea che ”le autorita’ e le forze dell’ordine sono state sollecitate ad intensificare i controlli di competenza atteso che la scuola da sola non puo’ farcela soprattutto laddove venisse meno il rispetto e il senso civico degli utenti”. Appello rivolto anche al personale docente affinche’ vi sia ”il rispetto assoluto” dell’ordine di uscita e al personale scolastico tenuto ad effettuare il controllo della temperatura e la vigilanza ai varchi, alle scale e lungo i corridoi. Orari scaglionati e ingressi diversificati a partire dalle ore 7.50 e fino alle ore 8.10 per le classi elementari delle scuole ‘Quarati’ e ‘Morelli’ per chi effettua il turno mattutino, mentre i cancelli si apriranno a partire dalla 13.50 fino alle 14.10 per il turno pomeridiano con ultima uscita alle ore 18.10. Turno unico mattutino ma con ingressi scaglionati di 10 minuti dalle ore 8 alle ore 8.30, per gli alunni della scuola ‘Belvedere’. Ancora piu’ complessa l’organizzazione delle scuole media che devono incastrare gli orari per contemperare la didattica in presenza delle classi prime con la didattica a distanza per le seconde e le terze. In questa ottica, la scuola ‘Fiorelli’ al momento ha previsto che le classi seconde e terze effettueranno lezioni di 45 minuti in Dad a partire dalle ore 8.15. Ingressi scaglionati compresi tra le 8 e le 8.20 e da due ingressi diversi anche alla scuola media ‘Viale delle Acacie’ dove la dirigente Irene De Riccardis informa che per le classi prime si svolgeranno in presenza ma in orario pomeridiano anche le lezioni di strumento musicale e le lezioni del corso Cambridge mentre gli altri corsi extracurriculari di recupero e consolidamento si svolgeranno online.

Advertisement

Cronache

Elezioni comunali con 23 liste a Bisegna: il trucco della vacanza retribuita dietro una farsa elettorale

Pubblicato

del

Incredibile ma vero: 23 liste si sono presentate per le elezioni amministrative di Bisegna, minuscolo comune abruzzese in provincia dell’Aquila, con appena 212 abitanti. Un numero spropositato che nasconde una realtà scandalosa: 21 liste su 23 sono composte da agenti della polizia penitenziaria che si sono candidati non per partecipare davvero al processo democratico, ma per usufruire di un mese di aspettativa retribuita, garantita dalla legge, con la scusa della campagna elettorale.

Il vero scopo: un mese di ferie pagate

Delle 23 liste, solo due rappresentano candidati locali che hanno a cuore il futuro del paese. Le altre sono state messe in piedi esclusivamente per consentire ai candidati di prendere ferie retribuite: un abuso normativo che trasforma le elezioni, fondamento della democrazia, in una comoda vacanza a spese dei contribuenti. Una beffa clamorosa, soprattutto se si pensa che alle ultime elezioni hanno votato solo 150 persone.

Un meccanismo che tradisce la fiducia nelle istituzioni

Questa vicenda getta un’ombra pesante sulla credibilità del sistema elettorale locale. Organizzare liste fittizie per ottenere privilegi economici senza alcuna intenzione di governare o migliorare la vita di una comunità tradisce lo spirito delle elezioni, nate per consentire ai cittadini di scegliere chi li rappresenterà davvero.

Un caso che chiede risposte immediate

La situazione di Bisegna impone una riflessione urgente: è inaccettabile che le regole, pensate per garantire la partecipazione democratica, vengano piegate a interessi personali. Serve un intervento normativo che blocchi questi abusi e ristabilisca il rispetto per un diritto fondamentale come quello del voto.

Continua a leggere

Cronache

Un 19enne muore in un incidente in bicicletta

Pubblicato

del

Un giovane di 19 anni, di origine nigeriana, è morto questa sera in un incidente stradale avvenuto lungo via Roma, a Roscigno, nel Salernitano. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo, ospite del centro di accoglienza Sai del comune degli Alburni, stava rientrando dopo aver fatto la spesa quando ha perso il controllo della bicicletta ed è finito contro un albero sul lato opposto della carreggiata. Restano da chiarire le cause dell’impatto: al momento non si esclude alcuna ipotesi, dal coinvolgimento di altri veicoli a una manovra improvvisa per evitare un ostacolo. Possibile anche che il giovane abbia avuto difficoltà a gestire le buste della spesa durante la pedalata. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma per il 19enne non c’era più nulla da fare. Per risalire all’esatta dinamica dell’incidente indagano i carabinieri della compagnia di Sala Consilina.

Continua a leggere

Cronache

Identikit del nuovo Papa, chi raccoglie eredità Francesco

Pubblicato

del

Il principale, grande nodo che i cardinali che si riuniranno nella Sistina dovranno sciogliere nell’individuare la figura del nuovo Pontefice sarà su chi potrà raccogliere la grande eredità di papa Francesco. I tanti cantieri aperti lasciati dal Pontefice scomparso, i “processi avviati” come li chiamava lui, sono altrettanti capitoli di cui scrivere un futuro e su cui, se possibile, non fermarsi, né tanto meno tornare indietro. Quando dodici anni fa si dimise Benedetto XVI, la Chiesa attraversava una grave crisi, provata dagli scandali come il primo Vatileaks, le ondate di rivelazioni sugli abusi sessuali – peraltro favorite proprio da Ratzinger, il primo a promuovere la ‘tolleranza zero’ -, e la stessa rinuncia del Papa per l’età avanzata e le difficoltà nel fare fronte alle resistenze interne, che avevano fatto fortemente ondeggiare la ‘barca di Pietro’.

E il mandato dei cardinali a chi sarebbe diventato il nuovo Papa era stato di rifondare la Chiesa su una nuova base di rinascita cristiana e di rilanciata missione evangelizzatrice. Proprio quello che ha perseguito, non senza pesanti ostacoli, Jorge Mario Bergoglio in questi dodici anni di pontificato, con le riforme in primo luogo finanziarie, poi della Curia con l’inedito mandato ‘di governo’ anche ai laici e alle donne, sulla protezione dei minori, e col proprio atteggiamento personale di radicalità cristiana, di vicinanza ai più poveri, ai migranti, agli ‘scartati’, di indefessa abnegazione in favore della pace, della fratellanza umana e del dialogo con le altre religioni. Un insieme di spinte in avanti che rimettono in primo piano molti dei propositi ancora inattuati del Concilio Vaticano II, finora gravati da contrarietà e passività all’interno della Chiesa.

Senza contare l’ultimo grande cantiere aperto da Francesco, quello della Chiesa ‘sinodale’, su cui a parte i due Sinodi già svolti il Papa defunto ha indetto un ulteriore triennio per l’attuazione, con una grande e finale “assemblea ecclesiale” già programmata per l’ottobre del 2028. Un’eredità, quindi, in buona parte già scritta quella che dovrà raccogliere il prossimo, e 266/o, successore di Pietro. Che dovrà riprendere in mano tutte le riforme e portarle avanti secondo le proprie sensibilità e priorità. Oltre che con la necessaria autorevolezza e capacità di governo, qualità indispensabili per il pastore universale di un organismo della complessità e vastità della Chiesa cattolica.

Questo, insomma, sarà l’identikit del nuovo Papa, almeno per chi pensa che sulla rivoluzione imposta da Bergoglio in tanti settori ecclesiali “non si può tornare indietro”. E, a parte gli elenchi dei papabili e i possibili fronti contrapposti, nelle congregazioni generali pre-Conclave, come accadde proprio nel 2013 con la successiva elezione di Francesco, avrà la meglio chi nei propri interventi riuscirà a trasmettere carisma e a catalizzare maggiormente i convincimenti dei confratelli. Non mancherà certo l’assalto dei restauratori, di chi nel Collegio cardinalizio vorrebbe riportare indietro l’orologio della storia e fare piazza pulita di molte delle innovazioni di Francesco, in particolare in campi come la pastorale della famiglia (c’è chi non nasconde di non aver ancora digerito la comunione ai divorziati risposati) o peggio ancora le benedizioni alle coppie gay, o anche i rapporti con le altre religioni, oppure certe fughe in avanti tuttora mal sopportate.

Il fatto che ben 108 dei 135 cardinali elettori, cioè l’80 per cento, siano stati nominati da Francesco non garantisce sul risultato finale: si tratta di un gruppo molto composito, tra cui molti non si conoscono fra loro, e che comprende anche fieri oppositori della linea di Bergoglio. Un nome per tutti, l’ex prefetto per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Mueller, fiero oppositore della linea bergogliana. L’esito del Conclave è dunque molto incerto. E a parte i favoriti elencati finora dai media, è possibile che alla fine prevalga un nome del tutto a sorpresa.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto