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Corona Virus

Covid, quasi 8.000 positivi in Italia con il picco dei contagi nel Nord Est

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Sfiorano 8.000 i casi di Covid-19 registrati in Italia, con un balzo di quasi 2.000 in un solo giorno, In Veneto, in particolare, si e’ registrata un’impennata di casi, quasi mille in piu’: un incremento importante, soprattutto in rapporto alla popolazione. Quello del Veneto e’ anche un dato che conferma quanto si sta osservando sempre piu’ chiaramente negli ultimi giorni, ossia che c’e’ un picco di casi che si concentra nelle regioni del Nord Est. I numeri dell’epidemia tendono comunque ad aumentare in tutta Italia. I dati del ministero della Salute indicano che i casi positivi in Italia sono attualmente 102.859 e che dall’inizio della pandemia i casi totali sono stati 4.826.738, i deceduti 132.551; i dimessi e i guariti sono invece 4.591.328. Per quanto riguarda l’aggiornamento delle ultime 24 ore, i casi positivi sono aumentati da 6.032 a 7.891 e sono stati individuati per mezzo di 487.618 test fra molecolari e antigenici rapidi (circa 160.000 in meno rispetto ai 645.689 test eseguiti il giorno prima). Il tasso di positivita’ e’ cosi’ quasi raddoppiato in 24 ore da 0,9% a 1,6%. Facendo invece il rapporto fra il totale dei casi e i soli test molecolari, il tasso di positivita’ risulta essere del 5%, come calcola il sito CovidTrends. In 24 ore i decessi sono scesi da 68 a 60. I dati del ministero confermano poi la tendenza all’aumento nei ricoveri: nelle terapie intensive sono attualmente 423, ossia 2 in piu’ rispetto al giorno precedente nel saldo tra entrate e uscite; in un giorno gli ingressi giornalieri si sono ridotti da 52 a 34. Nei reparti ordinari i ricoverati con sintomi sono 3.447, ossia 11 in piu’ in 24 ore. Fra le regioni, i dati del ministero indicano che l’incremento giornaliero maggiore in numeri assoluti si e’ registrato in Lombardia, con 1.073 nuovi casi; segue il Veneto con 931 e poi Campania (814), Lazio (796), Sicilia (572), Emilia Romagna (549), Piemonte (423), Toscana e Friuli Venezia Giulia (418). Emerge il quadro di un’epidemia che ha ripreso una corsa di tipo esponenziale, con un tempo di raddoppio dei casi ogni 21 giorni, secondo i calcoli del sito CovidStat dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Mostrano invece una crescita con un andamento lineare i ricoveri, sia nelle terapie intensive sia nei reparti ordinari. Dati confermati dal fatto che l’indice di contagio e’ superiore a 1: un elemento sul quale concordano tutte le stime disponibili. Al momento c’e’ una concentrazione di casi nelle regioni del Nord Est, ma si comincia a osservare una crescita anche a Nord Ovest, a partire da Valle d’Aosta e Piemonte. In generale sta salendo l’incidenza dei casi di Covid-19 in circa la meta’ delle province italiane, come emerge dall’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). In 51 su 107 si rileva negli ultimi sette giorni un aumento di oltre il 40% rispetto ai sette giorni precedenti, con un trend di crescita evidenziato dall’analisi delle differenze percentuali settimanali. Delle 51 province, in 35 si registrano oltre 50 casi a settimana per 100.000 abitanti e il valore piu’ alto si rileva a Trieste, con 471 casi a settimana per 100.000 abitanti. Tra le province con i dieci valori piu’ alti il matematico indica Bolzano, due delle quattro province del Friuli Venezia Giulia, quattro delle sette province del Veneto e la provincia di Forli’-Cesena. Anche se l’aumento non e’ oltre il 40%, il valore piu’ alto dell’incidenza attuale e’ nella provincia di Trieste (471 casi a settimana per 100.000 abitanti). In proposito Sebastiani osserva che “il coinvolgimento maggiore delle zone del Nord Est del Paese e’ molto probabilmente influenzato, oltre che dagli assembramenti di massa, anche dai flussi in entrata di persone provenienti dall’Est europeo attraverso la frontiera con la Slovenia. Probabile origine di questa nuova ondata – conclude – e’ la bassa copertura vaccinale nei Paesi dell’Est”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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