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Corona Virus

Covid, quasi 19.000 contagi: siamo all’inizio della terza ondata

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I numeri dell’epidemia di Covid-19 in Italia stanno risalendo e preoccupano: secondo alcuni potrebbero essere le spie di una terza ondata e di sicuro descrivono una situazione che va seguita con grande attenzione. Il dato positivo riguarda gli anziani over 80, fra i quali secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss) i contagi si stanno riducendo, probabilmente per effetto della campagna di vaccinazione. Intanto il bollettino del ministero della Salute indica che in 24 ore i casi positivi al SarsCoV2 sono stati 18.916: in calo rispetto ai 20.499 del giorno precedente ma un numero comunque alto; aumentano lievemente, dell’1%, i ricoveri nelle unita’ di terapia intensiva, per un totale di 2.216, con 163 nuovi ingressi; i ricoverati con sintomi sono complessivamente 18.372, 80 in piu’ in 24 ore. I decessi sono stati 280, contro i 253 del giorno precedente, per un totale di 97.507. I nuovi casi sono stati identificati grazie a 323.047 test, fra molecolari e antigenici rapidi, un numero leggermente inferiore ai 325.404 del giorno precedenti. Il tasso di positivita’ calcolato sulla base del rapporto fra il totale dei casi positivi sul totale dei test e’ di 5,8%, in calo rispetto al 6,3 di 24 ore prima; il rapporto fra il totale dei casi e i soli test molecolari e’ invece rimasto invariato ed e’ pari al 10,5%. Fra le regioni e’ ancora una volta la Lombardia a registrare il maggiore incremento di casi, con 4.191, seguita da Emilia Romagna (2.542), Campania (2.215), Lazio (1.347), Veneto (1.285), Piemonte (1.188), Toscana (1.126) e Puglia (1.123). Letti su base settimanale, i dati descrivono una situazione seria. Nell’arco di una settimana, per esempio, i casi di infezione sono aumentati del 29% e i ricoveri nelle unita’ di terapia intensiva sono aumentati del 21%: “un incremento importante in quanto nelle cinque settimane precedenti era avvenuta una stabilizzazione dei casi”, secondo l’analisi del fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus-Dati e analisi scientifiche’ e del network di comunicazione della scienza ‘giorgiosestili.it’. Da calcoli dell’indice di contagio Rt piu’ aggiornati rispetto a quelli dell’Istituto Superiore di Sanita’, che indicano lo 0,99 e che sono basati su dati di due settimane fa, risulta inoltre un valore di 1,2 a livello nazionale. “Sono aumenti preoccupanti – osserva Sestili – e ci sono tutti gli elementi per pensare che la ripresa dei contagi sia iniziata e che potra’ andare avanti per settimane. La domanda e’: fino a che punto aumenteranno? Di certo qualunque provvedimento venga preso oggi non potra’ avere effetti prima di 15 o 20 giorni”. L’andamento dell’epidemia in Italia richiede attenzione anche per il fisico Enzo Marinari, dell’Universita’ Sapienza di Roma, “E’ una situazione non semplice, che puo’ cambiare da un momento all’altro. Per un po’ di tempo il numero dei nuovi positivi e’ stato costante, ma adesso sta aumentando, cosi’ come i ricoveri nelle terapie intensive”. Molti di questi aumenti, rileva, potrebbero essere collegati alle nuove varianti del virus SarsCoV2 ed e’ “come trovarsi allo stato iniziale dell’epidemia perche’ ogni variante e’ una nuova malattia che sta nascendo e che, se cresce esponenzialmente, nell’arco di 15 giorni potra’ diventare dominante”. Per questo motivo, prosegue, “ci troviamo in una situazione che e’ molto importante tenere sotto controllo e nella quale aperture troppo forti sono fuori discussione”. Per Marinari sarebbe “importante cercare di tornare al tracciamento: sarebbe tutto piu’ facile per avere un quadro realistico dell’epidemia”. Di sicuro, conclude, “si e’ invertita la tendenza. Non vediamo catastrofi, ma ci sono segnali che richiedono attenzione. La burrasca della seconda ondata non e’ ancora finita, ma e’ possibile che stiamo osservando i prodromi di una risalita”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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