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Politica

Conte si gioca carta regole m5s per ribaltare sentenza

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Dopo il via libera di Beppe Grillo, Giuseppe Conte e’ al lavoro sul ricorso da presentare al Tribunale di Napoli con l’obiettivo di recuperare la leadership del Movimento. La carta in mano all’ex premier per ribaltare la situazione a suo vantaggio sarebbe anche contenuta in alcuni verbali sul regolamento del Movimento risalenti ai tempi in cui Luigi Di Maio era capo politico. In quegli atti ci sarebbe in sostanza, si racconta in ambienti pentastellati, il principio che gli iscritti da meno di 6 mesi non votano per lo Statuto. I contiani guardano con ottimismo alla strategia del loro leader, anche dopo il viatico ottenuto da Beppe Grillo nel vertice romano con gli avvocati . Al momento, Luigi Di Maio segue gli sviluppi della situazione con spirito collaborativo, appoggiando l’accordo che Grillo ha stipulato ieri notte con Conte. Anche i toni, grazie alla presenza di spirito di Beppe Grillo sembrano essere tornati meno tesi. Dopo la cena in un ristorante romano, ha ironizzato cosi’, rivolto a Conte: “Almeno iscriviti al M5s”. E l’ex premier ha risposto sorridendo: “Si’, sono in coda”. Sempre ironico, davanti alle telecamere, uscendo dall’Hotel Parco dei Principi di Roma:”Mi usano un po’ come condom per la protezione del Movimento”. Ma questa intesa rischia di non essere a costo zero per l’ex premier perche’ comunque sembra portare a due possibili scenari contrastanti, ragionano diversi parlamentari del Movimento: il primo prevede la revoca della sospensiva e il ritorno in carica della leadership Conte. Per arrivare alla revoca in ogni caso serviranno non meno di 7-10 giorni, quindi si dovra’ procedere alla votazione sul 2 per mille, che porterebbe via un’altra settimana. Una trafila che terminerebbe, ottimisticamente, almeno ai primi di marzo . Nel secondo scenario, nel caso in cui il tentativo di Conte fallisse, scatterebbe il cosiddetto ‘lodo Grillo’: se la tua iniziativa non va in porto “poi ci penso io”, ha detto il garante all’ex premier . E questo “ci penso io” ha molti significati e puo’ portare a diverse soluzioni. Si passerebbe probabilmente al voto su Rousseau per eleggere il nuovo comitato di garanzia che poi modificherebbe lo statuto. E al quel punto si voterebbe, forse su Skyvote, il nuovo Presidente. La partita a colpi di carte bollate che si sta giocando nel Movimento e’ seguita con grande attenzione nel Pd. Cosi come i 5 stelle mettono sotto la lente di ingrandimento le mosse di Enrico Letta. Come il faccia a faccia che il segretario del Pd ha avuto con Matteo Renzi ufficialmente per lavorare insieme alle candidature alle prossime amministrative. Tuttavia, chi nel movimento guarda anche alle grandi manovre in atto sul centro, legge con sospetto l’avvicinamento tra il segretario dem e il leader di Italia Viva. E’ ormai noto come Giovanni Toti, da tempo lavori per una convergenza prima parlamentare e poi politica con il partito di Renzi. E se ora il “rottamatore” torna a dialogare con il suo predecessore a Palazzo Chigi, chissa’ che lo spazio per i centristi pentastellati si possa rapidamente restringere. Una dinamica pericolosa soprattutto a pochi mesi da una tornata amministrativa molto importante, soprattutto per le prospettive future dei pentastellati.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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