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Politica

Conte e i Cinque Stelle lontani dal Duomo

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Giuseppe Conte, sotto le volte del Duomo di Milano, avrebbe potuto sedere nel banco degli ex presidenti del Consiglio, dove c’erano Mario Monti, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Mario Draghi. Lasciando che i capigruppo del Movimento 5 Stelle prendessero posto più in fondo, vicino a Elly Schlein, Carlo Calenda e agli altri esponenti di Pd e Terzo Polo. E invece il presidente pentastellato, ai funerali di Silvio Berlusconi, ha scelto di non esserci. Né lui, né una delegazione del Movimento, hanno omaggiato il feretro del Cavaliere. Decisione arrivata dopo un ampio confronto con la comunità politica M5s. Che non ha mancato di esprimere malcontento in chat infuocate. A suscitare la polemica interna, il post scritto da Conte poco dopo la scomparsa del leader di Forza Italia, secondo molti “troppo morbido”. Alcuni hanno contestato il fatto che Conte “non abbia messo in luce Berlusconi come avversario, arrivando a dipingerlo addirittura come uno statista”.

Malcontento o meno, Conte era il grande assente al Duomo. Scelta presa, fanno sapere fonti a lui vicine, “per rispettare la sensibilità e la storia del Movimento”, ma anche quella di Berlusconi come “rivale politico”, “togliendo qualsiasi velo ipocrita”. Eppure, della galassia pentastellata, qualcuno si è visto. A rompere le righe, Stefano Buffagni, milanese doc, nonché viceministro allo Sviluppo economico del Conte 2. “Sono cresciuto nell’anti berlusconismo, ma la morte di un avversario, merita sempre rispetto e misericordia umana”, ha scritto sui suoi social qualche ora prima delle esequie. Poi, ha deciso di esserci. Conte, invece, i funerali non li ha seguiti nemmeno in tv. I suoi raccontano una giornata trascorsa tra una riunione e l’altra. Serrato lavoro, dunque, tutto rivolto all’appuntamento di sabato, quando il Movimento sfilerà tra le strade di Roma contro il dl Lavoro.

Del resto, l’intenzione di non congelare l’attività politica pentastellata era ben manifesta in un Palazzo Montecitorio semideserto. Dove la deputata Stefania Ascari ha organizzato una conferenza stampa sulla riforma del sistema degli affidi di minori, proprio mentre nella cattedrale di Milano era in corso l’omelia dedicata all’ex premier. “È nostro dovere – ha detto parlando con i cronisti – non smettere di trattare queste urgenze, nel rispetto di lutti nazionali”. L’assenza del M5s a Milano? “Una scelta di partito, dettata dal fatto che c’è una memoria che non può essere cancellata”, ha commentato la deputata. E nella “memoria collettiva” pentastellata, di Berlusconi ci sono “leggi ad personam, reati e corruzione”. Accantonata la disputa sul lutto nazionale e sui funerali di stato, gli esponenti M5s in commissione di vigilanza Rai non hanno rinunciato a scagliarsi contro “la beatificazione da parte dell’intero sistema televisivo nazionale” del Cav.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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