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Politica

Conte chiama opposizioni, centrodestra stavolta apre

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Transizione energetica ed ecologica, digitalizzazione dei servizi, infrastrutture, insieme a misure puntuali come incentivi per le assunzioni e sgravi sugli affitti. Ma soprattutto: attenzione ai territori, per consentire una crescita sociale di tutto il Paese. Il premier Giuseppe Conte mette in fila le azioni da compiere per “creare ora le premesse per un recupero di produttivita’ e Pil”. Non solo i fondi europei: anche alle societa’ partecipate dallo Stato viene chiesto di fare la loro parte, a sostegno soprattutto delle aree piu’ svantaggiate del Paese. Serve il contributo “concreto” di tutti, e’ il messaggio che, alle battute finali degli stati generali dell’economia, il premier porta ad amministratori delegati, comuni cittadini e ai giovani di Fridays for future. L’ambiente, e’ la promessa, sara’ uno dei cardini del piano di rilancio, insieme a modernizzazione e inclusione sociale. L’ossatura del piano si conoscera’ la prossima settimana. Prima Conte vuole ricucire lo strappo e riportare al tavolo di Palazzo Chigi l’opposizione. L’invito non e’ ancora partito ma l’incontro potrebbe avvenire la prossima settimana: Giorgia Meloni e’ pronta ad andare per “svelare il bluff”, da Fi fanno sapere che si decidera’ “tutti insieme” ma il Cav non si sottrarra’ e anche dalla Lega, dopo un’iniziale chiusura, aprono a un confronto purche’ sia a Chigi o in Parlamento. In conferenza stampa, domenica sera, il presidente del Consiglio presentera’ le prime proposte “concrete” per il rilancio. E rinnovera’ l’appello a Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi a sedersi al tavolo. Ha gia’ promesso che il piano sara’ presentato in Parlamento. Il Recovery plan per l’utilizzo dei fondi europei sara’ pronto a settembre. Ma anche per avere piu’ forza al tavolo Ue, vorrebbe presentare entro l’inizio di luglio un primo programma condiviso anche con l’opposizione. Dal centrodestra viene pero’ la richiesta di non ridurre l’occasione a mero ascolto ma di accogliere sul serio le proposte. “Non abbiamo bisogno di ville o sfilate”, dicono i salviniani aprendo alla possibilita’ di sedersi a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni e’ assai critica ma dice si’: “Siamo disponibili al confronto ma per svelare il bluff chiederemo conto al premier delle proposte di buon senso che abbiamo presentato al decreto rilancio e che anche stavolta la maggioranza sta bocciando a raffica”. Chi spinge da tempo per stare al tavolo e’ Silvio Berlusconi. Ma anche lui avverte: “Non basta l’ascolto puramente ‘formale’ senza tener conto delle nostre indicazioni, e’ un comportamento del tutto inadeguato”. La maggioranza attraversa un nuovo periodo di turbolenze, anche per il riaccendersi del dibattito interno a M5s e Pd. In Senato i numeri sono precari e, come dimostra il caso del decreto elezioni, l’incidente dietro l’angolo. Non tutti i nodi del decreto semplificazioni, atteso la prossima settimana in Cdm, sono sciolti. Al tavolo della modifica dei decreti sicurezza si consuma un braccio di ferro che difficilmente si chiudera’ prima di luglio. Sulle missioni, la Libia in particolare, si annunciano turbolenze. Senza considerare l’atteso snodo cruciale del voto sul Mes. Ma al penultimo giorno di stati generali, il premier si mostra convinto che il metodo di “progettare insieme” il piano di rilancio paghera’ (“Siamo i primi in Europa a farlo”). Siedono a Villa Madama i vertici delle societa’ partecipate. Con Conte e i ministri, da Gualtieri a Boccia, Patuanelli, Provenzano, si discute di temi come le reti, il sostegno alla transizione energetica ovunque, l’accelerazione per il superamento del carbone, la Cyber security e investimenti come quello di Leonardo sui 400 Leonardo labs, nonche’ quello di Poste con la digitalizzazione dei servizi. Investire sui territori, e’ la parola d’ordine. Perche’ in un “quadro di grande incertezza” i “gap”, sottolinea Conte, siano colmati e non aumentino. Il premier invita al tavolo anche alcuni cittadini che gli hanno scritto, da un musicista a un direttore d’hotel, a un commerciante di scarpe. Con loro discute di cassa integrazione, tax credit, taglio del cuneo, bonus autonomi, sgravi fiscali sugli affitti. Greenpeace e i giovani di Fridays for future si presentano invece con le loro piattaforme di proposte per l’ambiente. Perche’, sottolineano i giovanissimi attivisti del movimento per il clima nato sulle orme di Greta Thunberg, “la transizione ecologica e’ l’unica strada percorribile per rialzarci dalla crisi economica: serve un #Ritornoalfuturo”.

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Politica

Atto di clemenza per onorare Papa Francesco: la politica torna a discutere di indulto e liberazione anticipata

Casini, Boschi, Serracchiani e altri parlamentari rilanciano l’appello di Papa Francesco: proposto l’indulto per l’ultimo anno di pena. Forza Italia apre, centrodestra diviso.

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Nel clima sospeso di queste giornate post-festive, scosse dalla solennità dei funerali di Papa Francesco, la politica italiana rispolvera un tema delicato e mai risolto: l’atto di clemenza verso i detenuti, nel nome del Pontefice scomparso. È stato Pier Ferdinando Casini, con un intervento sul Corriere della Sera, a riaprire il dibattito, rilanciando l’appello di Papa Francesco per una giustizia più umana, espresso simbolicamente all’apertura dell’Anno giubilare nel carcere di Rebibbia.

A farsi portavoce di questa istanza anche il movimento radicale Nessuno Tocchi Caino, che ha proposto la liberazione anticipata per i detenuti con un solo anno di pena residua. Una proposta già sottoscritta da parlamentari di diversi schieramenti: Maria Elena Boschi (Italia Viva), Debora Serracchiani (Pd), Luana Zanella (Avs), Maurizio Lupi (Noi Moderati), fino ad arrivare a Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato.

“Un minimo di coerenza vorrebbe che la politica, commossa ai funerali del Pontefice, dia un segnale concreto, non solo retorico”, ha dichiarato Zanettin. A fargli eco, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: “Serve una misura straordinaria, non un perdono indiscriminato”.

Tuttavia, non mancano i contrasti: Fratelli d’Italia e Lega restano silenziosi o critici, ricordando le frizioni già esplose nel centrodestra quando, lo scorso anno, Forza Italia sembrava aprire alla proposta di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata. Apertura poi rientrata dopo le tensioni con gli alleati.

Intanto, al ministero della Giustizia, guidato da Carlo Nordio, il viceministro Francesco Paolo Sisto conferma che è allo studio un provvedimento sull’uso eccessivo della custodia cautelare, ma frena su condoni e amnistie: “È giusto dire che si esce dal carcere solo perché non c’è posto? No. Lo sfratto non è incline alla funzione rieducativa della pena”.

Il confronto resta acceso, ma l’eredità spirituale e sociale di Papa Francesco torna a farsi sentire anche nelle aule parlamentari, spingendo una parte della politica a immaginare un gesto di clemenza come segno di civiltà e memoria.

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Politica

Giorgia Meloni guarda al 2027: “Realizzare tutto il programma, poi tornerò dagli elettori”

A metà legislatura Giorgia Meloni punta al 2027: “Portare a termine il programma del centrodestra”. Confronto con i sindacati l’8 maggio, riforme e lavoro in primo piano.

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A metà legislatura, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fissa già l’orizzonte del prossimo voto: il 2027, quando intende ripresentarsi agli italiani potendo dire “ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”. In un’intervista concessa ad AdnKronos, la leader di Fratelli d’Italia chiarisce di voler portare a termine l’intero programma del centrodestra, affrontando sfide ancora aperte come la natalità, il costo dell’energia e la sicurezza sul lavoro.

GUIDO CROSETTO MINISTRO DIFESA, LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI (Foto Imagoeconomica)

Il nodo lavoro e le critiche delle opposizioni

L’intervista arriva dopo un Primo Maggio segnato dalle dure contestazioni dell’opposizione. Elly Schlein accusa Meloni di “mentire a viso aperto sui numeri del lavoro”, mentre Giuseppe Conte parla di “presa in giro ai danni dei lavoratori” e Matteo Renzi sottolinea il record negativo di emigrazione dall’Italia: “191mila persone hanno lasciato il Paese nel 2023”. Meloni rivendica però i risultati raggiunti e lancia l’obiettivo di essere ricordata come la premier che ha aumentato l’occupazione e ridotto il precariato, annunciando il confronto con le parti sociali previsto per l’8 maggio e una dotazione di 1,25 miliardi per nuove misure in materia di lavoro e sicurezza.

Riforme e legge elettorale, la partita del premierato

L’orizzonte resta la primavera 2027, ma le voci di elezioni anticipate al 2026 continuano a circolare. Nel centrodestra, intanto, si intensificano le riflessioni sulla legge elettorale, strettamente connesse alla riforma del premierato, “madre di tutte le riforme” secondo Meloni. Non è un mistero che la presidente preferirebbe una forma di governo presidenziale, ma per ora ribadisce l’impegno sul testo in discussione alla Camera da dieci mesi.

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO ECONOMIA, LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI

“Sessismo contro di me nel silenzio generale”

Nell’intervista, Meloni confessa di essere rimasta “colpita” da “attacchi sessisti vergognosi” subiti in questi anni, lamentando l’indifferenza di chi si riempie la bocca con i diritti delle donne. La replica di Maria Elena Boschi (Italia Viva) non si fa attendere: “FdI ha usato sessismo contro di me per anni. Giorgia, basta chiacchiere e vittimismo. Governa se sei capace”.

Rapporti internazionali: da Trump a Macron

Meloni conferma la sua “relazione speciale” con Donald Trump, riconosciuta anche dalla Casa Bianca, e racconta del consiglio dato al presidente serbo Aleksandar Vucic prima del suo incontro a Mar-a-Lago con l’ex presidente Usa. “Meglio parlare con lui lì che a Washington”, avrebbe detto lei. Il legame con gli Stati Uniti resta saldo: “Difenderemo i nostri interessi con lealtà, ma senza subalternità”, spiega Meloni.

Sul fronte europeo, rivendica un rapporto pragmatico con Ursula von der Leyen, fondato su “stima e franchezza”, e auspica una rimodulazione del Green Deal. Conta di trovare una sponda nel possibile prossimo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e descrive i rapporti con Macron come “di collaborazione e sana competizione” tra due leader di famiglie politiche diverse, ma con interessi comuni.

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Politica

Ministro Giuli: scudetto al Napoli? Rallegra il cuore di un romano e un romanista come me

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“Napoli non è in odore di scudetto, ma è in profumo di scudetto. Io sono romano e romanista, ma innamorato di Napoli. Sappiamo bene che in passato ci sono stati terribili episodi che hanno riguardato le tifoserie della Roma e del Napoli. Oggi sentire Napoli in profumo di scudetto è una cosa che rallegra il cuore di un romano e di un romanista”. Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sulla corsa scudetto, a margine della sua visita al cantiere dell’Albergo dei poveri a Napoli.

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