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Con Garrone l’Italia punta all’Oscar

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Io Capitano di Matteo Garrone è il film designato dall’Italia per la corsa all’Oscar internazionale. Lo ha deciso la commissione di selezione riunita all’Anica scegliendo l’opera tra altri 11 film indicati tra cui La Chimera di Alice Rohrwacher e Rapito di Marco Bellocchio. Io Capitano, nonostante al momento non abbia ancora chiuso la distribuzione in America pur essendo in corso trattative – un fattore decisivo per la campagna Oscar, ndr – è stato scelto forte del premio prestigioso appena vinto a Venezia, il Leone d’argento per la regia a Garrone e per l’onda emotiva che sta spingendo il film nelle sale nonostante il tema ostico dei migranti di attualità ogni giorno. Proprio oggi 01 Distribution ha annunciato che salgono a 350 le copie del film anche per il tam tam che si è creato per Io Capitano dall’emozionante premiere nella sala grande del Palazzo del Cinema.

E Garrone, persona generosa – come ha dimostrato sul palco della finale di Venezia con i suoi giovani protagonisti Seydou e Moussa e lasciando la parola a Mamadou, un migrante sopravvissuto alla traversata – sta accompagnando in tour nelle sale questa sua opera poetica e tragica insieme. “Siamo molto orgogliosi di poter rappresentare l’Italia agli Academy Awards con Io Capitano e ci auguriamo che il viaggio di Seydou possa toccare il cuore anche del pubblico americano”, dice a caldo parlando al plurale il regista di Gomorra e Pinocchio. Il prossimo step per Io Capitano è entrare nella shortlist che includerà i quindici migliori film internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota il 21 dicembre 2023. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al premio) è previsto invece per il 23 gennaio 2024, mentre la cerimonia di consegna degli Oscars si terrà a Los Angeles il 10 marzo 2024. Il film è l’Odissea contemporanea di due giovani del Senegal che decidono di partire verso l’Europa attraversando come in una via crucis le tappe del deserto, delle carceri dei torturatori libici, del viaggio per il mare Mediterraneo fino ad arrivare ad una sorta di Terra Promessa.

Un film che Garrone ha voluto dedicare a tutti coloro che non ce l’hanno fatta durante il viaggio verso la Fortezza Europa, sottolineando però come sia un anelito di libertà, di libera circolazione quello che muove ad ogni latitudine specie i giovani, cercando un futuro migliore e diverso. Io capitano è una coproduzione internazionale Italia-Belgio; una produzione Archimede con Rai Cinema e Tarantula ed è stato già venduto in India, Canada, in tutta l’America Latina, Israele, Spagna Portogallo, Grecia, Bulgaria, paesi della ex Yugoslavia, mentre Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo sono già presenti come paesi coproduttori La strada è lunga, lunghissima e gli altri competitor non sono certo film meno belli: dall’Australia che candida Shayda che ha vinto il Sundance, dal Giappone con il magnifico Perfect Days di Wim Wenders, alla Finlandia con il toccante Fallen Leaves di Aki Kaurismäki, all’Ucraina con 20 Days In Mariupol, ma Io Capitano intanto alza le vele.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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