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Commissione Ue, si va verso precisi paletti sull’Intelligenza artificiale

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La rivoluzione dell’intelligenza artificiale e’ alle porte dell’Unione europea e ne modellera’ il futuro. Ma prima servono norme chiare e vincolanti, una valutazione attenta dei rischi e un’accelerata sull’interoperabilita’ dei dati con la creazione di un vero mercato unico. Bruxelles si prepara al cambio dei paradigmi digitali pubblicando domani il suo ‘white paper’ sull’intelligenza artificiale e una strategia riguardo i dati, accanto ad una comunicazione generale sulla definizione del futuro digitale europeo. E con l’idea di sviluppare un quadro legislativo per le tecnologie emergenti (Intelligenza Artificiale e Internet of Things su tutte) che abbia l’uomo al centro e aprire allo scambio dei dati in Ue e’ l’imperativo. A finire sotto la lente Ue sono per prime le applicazioni ‘ad alto rischio’, vale a dire tutte quelle tecnologie che potrebbero costituire una minaccia per i diritti fondamentali, impiegate in settori sensibili come le indagini di polizia, l’assistenza sanitaria e i trasporti. La volonta’ di Bruxelles e’ esaminarle prima e regolamentarle subito dopo. Come? Definendo una ‘scala di rischio’ e diverse tipologie di requisiti legali obbligatori, tra cui la trasparenza, da imporre a sviluppatori e professionisti dell’intelligenza artificiale. E a finire tra i sistemi ad ‘alto rischio’ l’indiziato numero uno e’ il riconoscimento facciale. Bruxelles sembra avere accantonato l’idea di metterne al bando per cinque anni l’utilizzo nei luoghi pubblici – complice forse anche la contrarieta’ del Ceo di Google, Sundar Pichai – a un divieto totale. Ma resta la riserva di legge per i governi. L’attuale regime di punta per la protezione dei dati Ue (Gdpr) rende infatti illegale l’identificazione automatica attraverso la tecnologia poiche’ non e’ possibile ottenere il consenso esplicito delle persone, ma vi sono esenzioni per quanto riguarda le questioni di pubblica sicurezza. L’applicazione e’ gia’ presente negli smartphone e nei controlli passaporti negli aeroporti. Ma il suo uso da remoto, anche da parte delle autorita’ pubbliche, sta diventando sempre piu’ controverso nello sviluppo dell’Intelligenza artificiale, esempio ne sono le proteste anti-governative ad Hong Kong. A Bruxelles servira’ ancora un po’ di tempo prima di decidere come legiferare sul tema, ma la direzione e’ chiara: esplorare con gli Stati membri e le industrie se aggiungere nuove eccezioni e limitarne ancora di piu’ l’uso.

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Dita e viso, il futuro della sicurezza senza password

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Intel ha istituto il World Password Day nel 2013. Ogni primo giovedì di maggio, da quell’anno, si ricorda l’importanza delle chiavi alfanumeriche, numeri e parole, per proteggere le nostre vite digitali. Una giornata che potrebbe presto essere un ricordo, con la dismissione delle password tradizionali a favore di metodi più sicuri. Non a caso, l’azienda di sicurezza Sophos vorrebbe ribattezzare l’iniziativa come “Giornata mondiale della password e dell’autenticazione a più fattori”. Per gli esperti del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, alle password resta poco da dire: la biometria, ossia la scansione di polpastrelli e del viso, su smartphone, tablet ma anche computer, è l’unica via percorribile per difendere i dati dai criminali informatici.

“Le tecnologie attualmente disponibili consentono di implementare sistemi di protezione decisamente più efficaci rispetto alle sequenze di numeri, lettere e caratteri speciali che, moltiplicate per le decine di servizi digitali che ognuno di noi utilizza, sono oggettivamente impossibili da memorizzare, oltre che facilmente rintracciabili dai cyber criminali” afferma Alessio Pennasilico del Comitato Scientifico del Clusit. La sicurezza digitale può essere oggi garantita, per il Clusit, soltanto da tecnologie moderne di protezione degli account. Tra queste, l’autenticazione multi-fattore, che richiede una doppia validazione, oltre alla password, per verificare l’identità e ottenere il via libera per l’uso di un account, una rete o un’applicazione. Un esempio è la ricezione di un codice temporaneo che arriva sul proprio numero di cellulare.

Oppure i sistemi biometrici, che includono la mappatura delle impronte digitali, il riconoscimento facciale e la scansione della retina, e da altre tecnologie cosiddette “passwordless”, più sicure e meno attaccabili. Dello stesso parere è l’azienda di cybersecurity Kaspersky, che ha ricordato come, negli ultimi mesi a livello globale, quasi otto piccole e medie imprese su dieci (76% delle intervistate) siano cadute sotto i colpi degli hacker spesso a causa di password deboli e ripetute. Il 34% delle Pmi ha riportato fughe di dati riservati, il 23% danni alla reputazione e il 20% perdita di fiducia dei clienti. Circa il 9% ha dovuto sospendere le proprie attività. Per chi usa ancora la combinazione di lettere e numeri, i consigli sembrano ovvi ma ancora necessari: “Non scrivere le password su quaderni o foglietti adesivi” spiegano dalla società di sicurezza Trend Micro “ed evitare nomi e date di nascita. Per noi sono facili da ricordare ma semplificano la vita ai ladri di informazioni digitali”.

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Media, ‘Apple intensifica le trattative con OpenAI’

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Le trattative fra Apple e OpenAI si intensificano dopo mesi di contatti ai minimi. Pur restando in trattative con Google per un possibile uso della sua chatbot Gemini, Cupertino ha iniziato a discutere con OpenAI i termini per un possibile accordo per integrare le sue funzionalità di intelligenza artificiale in iOS18, il prossimo sistema operativo dell’iPhone. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Apple non ha ancora deciso con chi collaborerà.

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Apple potrebbe lanciare in autunno l’IA su iPhone

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È ancora una volta Mark Gurman a fornire nuovi dettagli sui progetti di intelligenza artificiale di Apple. Secondo l’informatore di Bloomberg, ed esperto della Mela, il colosso americano starebbe lavorando ad un’IA per iPhone, da lanciare in autunno insieme all’aggiornamento del sistema operativo iOs 18, che mette al centro la privacy degli utenti. Il riferimento è ad un software che non userebbe la connessione internet per rispondere alle domande degli utilizzatori. Il grosso del lavoro sarebbe dunque svolto direttamente sul dispositivo, grazie al database su cui poggerebbe il cosiddetto Llm, large language model.

Anche i concorrenti, da ChatGpt a Copilot e Gemini di Google possono contare sull’archivio di informazioni a disposizione, con la differenza di incrociare dati da internet per fornire risposte più precise e aggiornate. Secondo Gurman, la scelta di Apple porterebbe ad un chatbot con un potenziale minore rispetto a quelli che si connettono al web, e per questo, la compagnia potrebbe colmare il gap inserendo in alcuni contesti del sistema operativo Gemini. Proprio un mese fa, era balzata in rete la notizia di un accordo tra Apple e Google per l’integrazione dell’IA di quest’ultima sugli iPhone. “I principali vantaggi dell’elaborazione sul dispositivo saranno tempi di risposta più rapidi e una privacy superiore rispetto alle soluzioni basate su cloud” scrive Bloomberg. La novità è prevista per l’autunno, con la disponibilità di iOs 18 ma già il 10 giugno, giorno di apertura della conferenza degli sviluppatori Apple Wwdc 2024, sono attese anticipazioni, in modo particolare durante il keynote di apertura di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.

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