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Champions, Sarri: la mia Lazio sia cattiva nelle due aree

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Napoli, Juventus e Atletico Madrid: il calendario della Lazio non si può certo dire facile, visto il valore delle tre squadre sopracitate. Dopo la sconfitta dell’Allianz Stadium contro i bianconeri, arriva l’esordio in Champions, all’Olimpico, domani alle 21. “Abbiamo dei problemi da risolvere, e la consapevolezza di aver fatto meglio contro Napoli e Juve rispetto alle prime due uscite – esordisce in conferenza Maurizio Sarri, tecnico dei biancocelesti -. Ora serve il passo decisivo, contro le squadre forti come l’Atletico ci sono opportunità e rischi”.

Contro i biancorossi, il tecnico si aspetta che la Lazio “prosegua nei suoi miglioramenti, togliendo i difetti di inizio stagione”, spiega. “Siamo troppo morbidi in area nostra e in quella avversaria”. I tanti palloni portati in area e non capitalizzati fanno rabbia al mister: “serve fare meglio nelle situazioni sporche dentro le due aeree. Teoricamente dovrebbe essere un brutto momento, ma non dobbiamo pensarci. Ottenere un risultato positivo con l’Atletico sarebbe importante per la qualificazione”. Sarri dice la sua anche sulle critiche indirizzate al capitano Ciro Immobile: “Lui ha il destino dei grandi bomber; è un giocatore di cui non puoi fare a meno quando segna, e che quando non segna viene criticato. Per chi fa 30 gol a stagione, è così – spiega il mister – Ora la squadra sta dando poca profondità, questo ci costa qualcosa a livello di reti. La squadra deve aiutare Immobile e lui la deve aiutare cercando profondità”.

L’allenatore della Lazio risponde poi a una domanda su Simeone (“Il mio modo di vedere il calcio è diverso dal suo, ma ho stima di lui. Con il suo stile ha fatto benissimo in Spagna e in Europa”), non abbocca quando gli chiedono del silenzio stampa dopo il ko con la Juve (“La società ci ha chiesto di non commentare la partita e noi la seguiamo”), e non si sbottona quando si parla di obiettivi in Champions: “Ci poniamo traguardi di gara in gara, pensiamo solo a dare il massimo domani”.

Luis Alberto, intervenuto in conferenza stampa, sa che con l’Atletico “sarà difficilissima, ci vuole cattiveria e personalità”. Alla Lazio “serve più cattiveria nelle due aree, non possiamo prendere certi gol. Sta mancando un po’ di personalità”, aggiunge. il ‘Mago’ non pensa alla Nazionale spagnola (“Toglie energie, si vede che non piaccio al ct”) e non si sente più leader con l’addio di Milinkovic: “Il leader è Ciro, è il capitano, quello che ha fatto di più di tutti nella Lazio. Io provo ad aiutare e fare il massimo”. Visto come sta giocando, tra gol e lampi di classe, pare che ci stia riuscendo: “Spero di non avere limiti. Lavoro per la squadra e sono in un momento in cui riesco a fare le cose bene, ma la vittoria è la cosa più importante”.

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Poker del Sassuolo alla Juventus al suo primo ko in campionato

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Partita storta per i bianconeri che rimediano il primo ko del campionato contro un Sassuolo tonico che nonostante la vittoria netta per 4-2 può anche recriminare per le occasioni da gol sciupate.

La Juventus inizia con piglio ed aggressività al Mapei ma poi è Lauriente ad andare in vantaggio grazie ad un errore di Szczesny, poi la Juve trova il pareggio con l’autorete di Vina ma al 41. Berardi riporta avanti il Sassuolo. Nella ripresa è Chiesa a pareggiare al 78. ma il risultato dura poco perchè stavolta è Pinamonti a porare avanti la squadra di casa ma non è ancora finita e a tempo quasi scaduto, al 95. arriva la clamorosa autorete di Gatti chefissa ilrisultato sul 4-2 per il Sassuolo.

 

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Lampo di Leao e il Milan prende i 3 punti col Verona

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Dopo la pioggia, arriva l’arcobaleno. Il Milan, in maglia multicolor, vince con Leao e supera il Verona, passando dal diluvio all’ultima di campionato, il derby poi perso con l’Inter, e la grandine poco prima della partita con l’Hellas. La partita slitta di 25 minuti, poi Pioli al 90′ irriga di tre punti la classifica grazie anche al nuovo schieramento. Che mette due esterni ad arare le fasce e abbandona la difesa a quattro che dallo 0-4 di Napoli era stato il riferimento pressoché unico per i rossoneri. Ma che il Verona per il Milan sia incrocio particolare – anche dopo la sorpresa dell’addio al calcio di Ibra dello scorso anno – non lo dice solo la contingenza, con le assenze per infortunio di Calabria e Theo Hernandez. E la rivalità delle tifoserie si incendia già durante il minuto di silenzio per Giorgio Napolitano e Giovanni Lodetti. I cori degli scaligeri in un San Siro raccolto, la risposta della Sud e i maxischermo dello stadio che inquadrano Pioli che scuote leggermente la testa.

Almeno fino all’applauso che parte da Florenzi e dagli altri giocatori a centrocampo e che coinvolge poi tutto lo stadio, azzittendo ogni altro rumore. Il boato, però, non tarda a farsi sentire. È infatti il minuto 8 quando Folorunsho gioca una palla sporca che mette nei guai Hien, finché Giroud lancia nello spazio Leao. Il 10, fascia al braccio, risponde così a quel tacco che aveva vanificato il possibile 1-0 con il Newcastle in Champions, martedì: allungo a campo aperto e rasoterra che supera Montipò e vale il vantaggio milanista. Folorunsho cerca di farsi perdonare al minuto 20 e per poco non ci riesce: bella sterzata su Reijnders, palla a Terracciano che con un tocco sotto d’esterno destro ritrova il colpo di testa in tuffo dello stesso centrocampista. Sportiello, proprio come era accaduto con Longstaff in coppa, vola e a mano aperta dice di no. Con un 20 per cento di possesso palla in più per i padroni di casa, la prima metà gara regala poco altro e rimanda a dopo l’intervallo per nuove annotazioni sul taccuino delle azioni degne di nota. Complice un ritmo più basso e un baricentro più alto degli ospiti, il Milan arretra e Bonazzoli all’11’ raccoglie una torre in area e in girata regala il mezzo voto in più a Sportiello.

Che innesta la ripartenza di Leao, servito a campo aperto da Florenzi, che se non concretizza ha però l’effetto di dimostrare quanto il Milan debba nella prima metà della ripresa debba affidarsi alle ripartenze. Pioli perde Krunic per un problema muscolare (dentro Loftus-Cheek, uscito per crampi contro gli inglesi) e trova un giallo, dopo il contatto tra Hien e proprio Loftus-Cheek in area, sul quale Maresca fa cenno di proseguire. In area ci entra e calcia bene a rete Pulisic, al 27′, con Montipò ancora ben posizionato. Nel far ruotare gli 11, il Milan riprende il pallino e non lascia sino al triplice fischio: esordio in A per Bartesaghi, in staffetta con Florenzi, poi nel finale spazio anche a Okafor, in campo insieme a Jovic. Bravissimo a lanciare Musah, che sbatte di nuovo contro Montipò. Nel recupero, altra gran giocata di Okafor per Jovic, che sbatte sull’estremo portiere veronese. Sul cielo di San Siro, non c’era già più traccia di nuvole.

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Garcia: Napoli a Bologna per vincere e recuperare punti

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La vittoria in Champions sul campo del Braga non ha dissipato i dubbi sulla tenuta del Napoli e Rudi Garcia è costretto ancora a confrontarsi indirettamente con la figura di Spalletti e con i record della squadra dominatrice dello scorso campionato. L’allenatore francese, però, resiste a ogni forma di coinvolgimento emotivo e guarda solo avanti. Oggi ciò che è oggetto della sua concentrazione è solo la partita con il Bologna.

“Dobbiamo recuperare fuori casa i punti persi in casa con la Lazio. Per questo – dice – andiamo domani a Bologna per vincere. Sappiamo è una buona squadra, guidata da un buon allenatore che ammiravo anche da giocatore e che sta facendo molto bene. Loro hanno ottime qualità, ma noi abbiamo recuperato bene le forze in questi quattro giorni e siamo concentrati per ottenere il risultato”. Il tecnico francese è moderatamente contento di ciò che la sua squadra ha fatto vedere fino ad ora, ma si aspetta miglioramenti. “Un club come il Napoli – spiega – deve giocare la Champions ogni anno e per farlo deve finire tra le prime quattro. Ma quando sei il campione d’Italia l’ambizione è difendere con gli artigli lo scudetto che abbiamo sul petto. Per il momento siamo quinti e non ci va.

Comunque dobbiamo solo concentrarci sulla partita di domani. Immagino di poter alcuni cambi rispetto alla partita con il Braga ma la squadra non sarà stanca e dunque possiamo anche pensare di ripartire con gli stessi uomini e fare qualche cambio in corsa”. Con De Laurentiis non ci sono stati chiarimenti, né richieste di spiegazioni per l’andamento altalenante, ma Garcia sottolinea che sente l’ambiente attorno a sé solidale e non avverso. “Ogni volta che incontro i tifosi in città – spiega il tecnico – mi incoraggiano, dicono che sono con me.

Lavoriamo per migliorare ogni giorno. La partita a Braga l’abbiamo vinta in modo meritato ma era possibile fare più gol e forse questa cosa non avrebbe aperto la possibilità di vedere il bicchiere mezzo vuoto quando invece è mezzo pieno perché vincere fuori casa in Champions non è mai una cosa normale”. “Aspettiamo il Real – aggiunge – ma pensiamo al pane quotidiano che è molto importante. Non siamo contenti perché siamo quinti e vogliamo entrare nei prima quattro e per questo dobbiamo vincere domani a Bologna”. Il rendimento della squadra è stato condizionato anche dai numerosi infortuni, l’ultimo dei quali, proprio oggi, ha messo fuori uso Juan Jesus.

A Bologna mancherà anche Rrahmani e in difesa i numeri sono contati. “Amir – dice Garcia – è uno dei nostri punti forti. Ma io sono contento di aver convinto Ostigard che voleva andare via a restare, perché è forte di testa. Un po’ di fortuna l’abbiamo avuta, ma anche un po’ di sfortuna. Non ci lamentiamo di niente”. Insomma a Bologna ci potrebbero essere novità in formazione. “Ci saranno alcune novità – ammette Garcia – servirà dare freschezza durante la partita alla squadra”.

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