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Champions: il Milan soffre ma batte la Stella Rossa

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Il Milan vince all’ultimo respiro contro la Stella Rossa in Champions League. Apre uno splendido gol di Leao, poi nella ripresa la squadra serba prende campo e sfrutta il calo di ritmo dei rossoneri trovando il pari con Radonjic. Serve l’ingresso del giovanissimo Camarda a sette minuti dalla fine per far vincere il Milan: c’è infatti molto del giovanissimo attazzante nel 2-1 di Abraham al 42′. La sua girata di testa mette fuori causa Gutesa con un pallonetto che finisce deviato sulla traversa, poi all’attaccante ex Roma tocca solo buttarla in rete.

Il Milan così vince la quarta partita consecutiva in Champions League (non accadeva dal 2005), ritrovando almeno in parte il sorriso dopo le difficoltà in campionato. Il primo tempo nasconde più insidie del previsto per il Milan. I rossoneri mantengono il possesso palla ma il gioco è troppo sterile e non si costruiscono vere occasioni da gol se non quella al 13′ di Leao che poteva sfruttare meglio davanti alla porta avversaria, occasione a cui tra l’altro la Stella Rossa risponde con una traversa colpita da Maximovic. L’assenza di Pulisic, sostituito da Loftus-Cheek, si sente. Fonseca a bordo campo non è soddisfatto e lo dice apertamente.

Poi poco prima della mezz’ora la partita prende una piega che complica ancora di più le cose. Loftus Cheek è costretto ad abbandonare il campo al 28′ per un risentimento all’adduttore destro, al suo posto entra Chukwueze. Neppure un giro completo di orologio anche Alvaro Morata chiede il cambio. L’attaccante spagnolo dà forfait per un risentimento al flessore sinistro. Entra quindi Abraham ma sono due sostituzioni obbligate nel primo tempo, a distanza di un solo minuto e utilizzando due slot dei tre disponibili. Insomma pessime notizie per Fonseca. Ma Abraham entra subito in partita. E’ pericoloso immediamente con un colpo di testa, poi con una punizione procurata e ben calciata. Una intraprendenza che contagia anche Leao che fino a quel momento non aveva acceso la partita. Al 34′ azione ubriacante del portoghese che non si concretizza ma è espressione delle capacità tecniche di Leao, bravissimo a dribblare mezza difesa serba.

E’ il preludio ad un gran gol, splendido sia per l’assist preciso con il lancio lungo di Fofana, che per il controllo perfetto di Leao che poi calcia di sinistro con potenza e controllo. E’ la rete che sblocca la partita e che dimostra l’importanza di Fofana, vero uomo imprescindibile del Milan di Fonseca, e del momento di crescita di Leao che deve arrivare ai venti gol stagionali come chiesto dal suo allenatore. La rete spinge i rossoneri a cercare il raddoppio prima con Theo Hernandez e poi con Abraham ma Gutesa si oppone. Ad inizio ripresa è la Stella Rossa a dimostrare più intraprendenza.

Il Milan cala di intensità lasciando così più spazio ai tentativi degli ospiti. Un peccato imperdonabile perché Maignan riesce a mantenere il vantaggio neutralizzando Mimovic dopo appena 2′ ma, dopo un fallo dubbio in area ai danni di Musah non valutato come rigore, arriva il gol del pari di Radonjić che era da poco entrato al posto di Maksimovic. Una gran botta dell’ex Torino batte Maignan e riequilibra il risultato. Al 33′ altro tentativo di Radonjić che calcia di poco a lato. E beffa ulteriore, Tomori viene ammonito per proteste dalla panchina. Il difensore, diffidato, senza neppure entrare in campo salterà la prossima sfida contro il Girona. A sette minuti dalla fine, Fonseca si gioca la carta Camarda (terza presenza in Champions League) e fa la differenza: il giovane attaccante stacca di testa in rotazione e costringe il portiere dello Stella Rossa alla deviazione sulla traversa in tuffo. Poi sulla palla si avventa Abraham che trova il 2-1 convalidato dopo il check del Var.

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Manna: Conte e i giocatori del Napoli hanno fatto un lavoro incredibile

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”Se pensiamo da dove siamo partiti e guardiamo la nostra classifica a quattro giornate dalla fine del campionato dico che il lavoro della squadra e dell’allenatore è stato incredibile: se arriveremo in fondo sarà tutto merito loro”. A parlare è il direttore sportivo del Napoli capolista Giovanni Manna, premiato oggi a Coverciano come il migliore nel suo ruolo durante la manifestazione ‘Inside the Sport 2025’ promossa da Ussi e Mcl.

”Ringrazio chi mi ha scelto e voluto, per adesso siamo felici di quello che abbiamo fatto – ha aggiunto Manna – L’impegno della famiglia De Laurentiis è stato costante, il prossimo anno giocheremo la Champions e stiamo già programmando, il Napoli ha sempre investito nei calciatori anche se adesso siamo tutti concentrati sul presente”.

Sull’exploit di Mcominay che sta dimostrando di essere decisivo per la squadra e fra i migliori colpi di mercato il dirigente partenopeo ha dichiarato: ”Uno come lui non andava scoperto, sapevamo che era un calciatore importante, serviva solo metterlo al centro di un progetto preciso. Prima che guardi io un giocatore c’è un lavoro dello staff. La Premier è migliore campionato del mondo, con i calciatori migliori. Il livello è alto, c’è tutto, intensità, tecnica, tattica”.

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Inter serra le file: col Barça dura ma vogliamo vincere

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L’Inter prova a serrare le file. Nel periodo più duro della stagione, con una crisi accentuata dalla sconfitta con la Roma (la terza di fila in tutte le competizioni come non accadeva dal 2016/17), la squadra nerazzurra deve provare a rimanere compatta, perché all’orizzonte c’è uno scoglio particolarmente rilevante come il Barcellona di Hansi Flick. Mercoledì infatti Lautaro Martinez e compagni si giocheranno la semifinale di andata di Champions League in casa dei blaugrana, arrivando però alla sfida probabilmente nella peggior condizione possibile, sia atleticamente che a livello mentale. Il ko di domenica contro i giallorossi a San Siro ha infatti mostrato tutte le difficoltà della squadra di Simone Inzaghi in questo momento, problemi che erano già emersi nel derby di Coppa Italia perso per 3-0 col Milan.

La speranza in casa nerazzurra era che alla sconfitta contro i rossoneri potesse seguire una immediata reazione, ma così non è stato. Anzi, la prestazione contro la Roma ha mostrato che il momento è quantomai delicato. Una situazione complicata anche dall’ultimo infortunio, ovverosia quello di Benjamin Pavard, e dalle condizioni non ideali di uno dei top player, cioè Marcus Thuram. Il difensore francese, uscito dopo un quarto d’ora nella sfida con la Roma, è alle prese con una distorsione alla caviglia sinistra e non partirà iniseme alla squadra per Barcellona. Diversa invece la situazione per quanto riguarda l’attaccante: dopo l’affaticamento muscolare che lo ha costretto a saltare le ultime gare, C’è ottimismo, anche considerando che oggi si è allenato a parte, ma con un buon ritmo.

Ora tutto dipenderà dai riscontri delle prossime ore e di domani: se le sensazioni saranno positive, sarà disponibile per giocare. Per rialzarsi, ora, servirà anche l’esperienza dei trascinatori e dei leader della squadra. Come Henrikh Mkhitaryan, che, intervistato dalla Uefa, ha messo il Barcellona nel mirino: “Per noi ogni partita è molto importante. Non importa se sia di Champions League, di campionato o di Coppa Italia, perché alla fine sono tutte importanti. È una stagione difficile: vogliamo vincere qualcosa perché abbiamo una grandissima squadra”. le sue parole. “Non sarà facile, perché loro hanno grandi talenti ma anche giocatori molto esperti. Sarà molto interessante, perché le semifinali e le finali sono sempre belle da giocare e da guardare. Speriamo di poter giocare al meglio sia l’andata che il ritorno e di arrivare in finale”, ha aggiunto Mkhitaryan.

“Inzaghi? Il mio rapporto con lui è molto buono. So quando fare sul serio e quando scherzare, conosco il confine. È un allenatore molto intelligente, molto amichevole e lo dimostra dentro e fuori dal campo – ha proseguito -. Sono contento di averlo conosciuto in questa fase della mia carriera, perché arrivare all’Inter a 33 anni non è stato facile: a questa età le prestazioni calano, ma gli sono grato perché posso ancora giocare e dimostrare le mie qualità a me stesso e a tutto il mondo”, ha concluso il centrocampista armeno.

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Mario Cipollini assolto da calunnia contro Ivano Fanini

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Mario Cipollini è stato assolto oggi dal tribunale di Verona dall’accusa di avere calunniato il suo ex patron, Ivano Fanini, perché il fatto non costituisce reato. La sentenza è stata emessa oggi al giudice Peter Michaeler che si è riservato di pubblicare le motivazioni entro 15 giorni. Il pubblico ministero Eugenia Bertini aveva chiesto la condanna a due anni per il campione di ciclismo. Il “Re Leone” era finito a processo in una lite giudiziaria che si trascina da oltre un decennio con il dirigente sportivo che lo aveva scoperto e lanciato nel ciclismo.

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