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Cessate il fuoco o pausa umanitaria, le due opzioni

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Tutti, o quasi, sono d’accordo nel dire che l’assedio israeliano della Striscia di Gaza sta provocando sofferenze tra i civili palestinesi. Non tutti, però, convergono su come interrompere questa situazione, con alcuni Paesi che chiedono il cessate il fuoco e altri che insistono sulle pause umanitarie. La differenza non è solo lessicale.

Secondo l’Ocha, l’ufficio dell’Onu per gli affari umanitari, il cessate il fuoco è un accordo generalmente inteso come vincolante che prevede l’interruzione delle ostilità quasi sempre all’interno dell’intera area del conflitto. L’obiettivo è di consentire un dialogo tra le due parti. La misura è di natura temporanea, ma è funzionale a essere estesa per un periodo più lungo: non un dettaglio da poco, visto che nella guerra a Gaza – secondo molti pareri – favorirebbe Hamas permettendogli di riorganizzarsi. Contrari gli alleati occidentali e gli Stati Uniti che ieri hanno ribadito la loro posizione ad Amman durante un incontro tra il segretario di Stato Antony Blinken e i leader dei Paesi arabi. Favorevole, invece, il mondo arabo e anche l’Onu.

Diversa invece l’opzione delle pause umanitarie. Secondo l’Ocha si tratta di una “cessazione temporanea delle ostilità per scopi puramente umanitari”, per consentire l’ingresso di aiuti ed eventualmente anche il passaggio di persone ferite o in condizioni di fragilità. A differenza del cessate il fuoco, non ha una durata estesa, può essere anche solo di poche ore ed essere limitato solo a precise zone del conflitto. Questa soluzione è spinta dagli Usa mentre gli Stati arabi la considerano insufficiente per dare un reale respiro ai palestinesi della Striscia. Israele finora si è detta contraria a entrambe le possibilità.

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Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

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A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

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Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

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Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

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