Il 34% degli step procedurali dei progetti Pnrr relativi al mondo del servizio idrico integrato non sono stati completati nei tempi previsti dal cronoprogramma. Praticamente è stata mancata una scadenza su tre. Questo uno degli elementi emersi da una ricerca dal titolo “Sostenibilità idrica locale: capacità di innovazione e capacità di spesa”, commissionata a Centro Studi Enti Locali da BFWE (BolognaFiere Water&Energy). A influenzare in maniera negativa questi risultati, sostiene la ricerca, sono soprattutto le fasi conclusive dell’iter.
Mentre il 77% dei soggetti attuatori ha approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica puntualmente o addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia (12% del totale), la percentuale si ribalta nel momento in cui l’analisi prende come riferimento l’esecuzione dei lavori e il collaudo. È stato registrato un ritardo nel caso del 79% dei progetti che avrebbero già dovuto essere stati portati a termine. Per molti altri la data conclusiva è fissata più avanti nel tempo; quindi, allo stato attuale è possibile solo valutare il raggiungimento o meno degli obiettivi intermedi.
I dati si riferiscono ai progetti beneficiari delle risorse stanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che riguardano il settore idrico, vale a dire quelli finanziati nell’ambito delle misure: M2C4, Inv. 4.1 (infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento); M2C4, Inv. 4.2 (riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti) e M2C4, Inv. 4.4 (Investimenti in fognatura e depurazione). Complessivamente questo parco progetti vale poco meno di 4,5 miliardi di euro (4.487.555.973,88). Questi fondi ricadranno in egual misura al Nord e nel Mezzogiorno (40%) e per il 20% nelle regioni del centro Italia.
Secondo la ricerca del Centro studi Enti locali sebbene le regioni al vertice della classifica di quelle con maggiori perdite idriche siano tutte localizzate nel Mezzogiorno (Basilicata con il 65,5%, Abruzzo 62,5%, Molise 53,9%, Sardegna 52,8% e Sicilia 51,6%) , il 71% delle risorse Pnrr per finanziare interventi per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, oltreché la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, sono confluite al centro-nord.
La linea di investimento in questione, 4.2 della M2C4, Inv. 4.2 del PNRR, prevedeva inizialmente lo stanziamento di 900 milioni di euro ma, dopo un rifinanziamento e tre diverse finestre temporali con relative graduatorie (l’ultima delle quali pubblicata lo scorso ottobre) – ha finito per contare su una dotazione finanziaria di quasi 1,9 miliardi (1.896.160.999). Posto che il grosso dei progetti “imbarcati” nell’ultima fase erano localizzati in gran parte al centro-nord (60 su 66), la quota di risorse destinate ai soggetti del Mezzogiorno è passata dal 40,4% al 28,6%.
Questo ha determinato uno scollamento rispetto alle aree dove l’urgenza di arginare le copiose perdite idriche per scongiurare fenomeni di prolungata siccità, è ancora più grave. La prima regione per finanziamenti Pnrr è la Lombardia, con 313.864.666 € spalmati su 14 progetti e pari al 17% del totale, è la quartultima per perdite in percentuale sul volume d’acqua immessa in rete (31,8% contro una media nazionale di 42,2%). Viceversa, regioni come la Basilicata e l’Abruzzo, al vertice per perdite (rispettivamente 65,5% e 62,5% del totale), si sono aggiudicate il 3% ciascuna delle risorse.