Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina ed ex Juventus, è pronto a chiudere definitivamente anche il capitolo penale legato all’inchiesta milanese sulle scommesse illegali. Dopo aver scontato una squalifica in ambito sportivo e intrapreso un percorso psicologico di recupero, ora per lui potrebbe profilarsi una definizione con oblazione, ovvero con il pagamento di una sanzione pecuniaria.
A chiarirlo è stato il suo avvocato Armando Simbari, al termine di un incontro con i pubblici ministeri Luca Filippini e Giovanni Amadeo, titolari del fascicolo aperto a Milano. Il legale ha sottolineato che il calciatore ha già reso dichiarazioni spontanee e collaborative durante gli interrogatori, prima a Torino e ora a Milano, dove è stato trasferito un filone d’indagine. «Ha già pagato sul piano sportivo. Ora vuole definire rapidamente anche l’aspetto penale», ha detto l’avvocato.
Un procedimento che riguarda i promotori, non i calciatori
È importante ricordare che Fagioli, come altri calciatori coinvolti nell’inchiesta, non è al centro del procedimento. Il focus dell’indagine condotta dalla Procura di Milano riguarda infatti i presunti organizzatori del sistema illecito, come il broker Tommaso De Giacomo, per il quale sono stati chiesti gli arresti domiciliari. La Guardia di Finanza ha già eseguito un sequestro da oltre 1,5 milioni di euro nei confronti degli indagati ritenuti promotori del giro di scommesse clandestine.
In una chat agli atti dell’inchiesta, risalente a febbraio 2023, lo stesso Fagioli si lamenta della mancanza di riservatezza di De Giacomo: «Si vanta in giro dei calciatori che fa giocare sulle piattaforme illegali. Lo sa tutta Italia». Un comportamento che, secondo il centrocampista, avrebbe aggravato la sua posizione.
Una vicenda difficile, ma alle spalle
Secondo quanto riferito dalla difesa, il calciatore avrebbe accumulato debiti significativi, menzionando cifre superiori al milione e mezzo di euro a Roma e oltre un milione a Milano. Tuttavia, il suo avvocato ha ribadito come Fagioli stia oggi cercando di rimettere insieme i pezzi della propria vita personale e professionale, sottolineando la volontà di affrontare e superare ogni aspetto della vicenda.
«Vedremo in che tempi sarà possibile chiudere il procedimento con l’eventuale oblazione», ha precisato Simbari. Un epilogo che, come per altri atleti coinvolti, potrà arrivare una volta ultimate le analisi sui dispositivi sequestrati agli indagati principali.
Fagioli: ho pagato la giusta condanna, ora però basta gogna
“Ho pagato il mio debito con la giustizia. Con una condanna e una sacrosanta squalifica, con umiliazioni continue e giustificate, con la vergogna provata e con il rischio di non rialzarmi più. Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta” Così Nicolò Fagioli in un liungop post su Instagram sul caso delle scommesse illegali. “Chiedo rispetto adesso, dopo aver affrontato un processo, preso una giusta condanna”.
Garantismo e rispetto delle garanzie
Nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, è essenziale sottolineare che tutti i soggetti coinvolti sono sottoposti a indagini preliminari e non ancora destinatari di alcuna sentenza definitiva. L’attenzione alla verità sostanziale dei fatti, alla pertinenza delle informazioni e alla continenza del linguaggio rappresenta un dovere imprescindibile per chi fa informazione, soprattutto in casi giudiziari complessi e ancora in evoluzione.
(La foto è di Imagoeconomica ed è generata con sistemi di intelligenza artificiale)