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Caso Scarpinato in Antimafia, l’ex pm: nulla da nascondere

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Il senatore 5 Stelle ed ex Pm Roberto Scarpinato (foto imagoeconomica in evidenza), testimone a Caltanissetta nell’inchiesta contro il suo ex collega Gioacchino Natoli, accusato di favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra, sarebbe stato “casualmente” intercettato dai magistrati nisseni a ridosso dell’audizione di Natoli in commissione Antimafia. A riprendere il caso è stata La Verità che in un’inchiesta racconta come i due avrebbero concordato sia le domande che le risposte cercando di orientare l’indagine sulla strage in cui sono stati uccisi Paolo Borsellino e la sua scorta. L’inchiesta ha scatenato l’ira della maggioranza che chiede a Scarpinato di chiarire la sua posizione nel migliore dei casi, di dimettersi nel peggiore. Ma il senatore respinge ogni accusa: “Non ho nulla da nascondere”. Scarpinato afferma che “è radicalmente falso” quanto ricostruito. “Con Natoli ho condiviso un lungo percorso di lavoro che ha reso normale lo scambio di idee.

Dopo che nei suoi confronti, alla Commissione Antimafia, erano stati sollevati sospetti di condotte illegali, mi ha esternato il rincrescimento per l’infondatezza delle accuse. Ascoltando elementi a mio avviso rilevanti per la completa ricostruzione dei fatti, l’ho esortato a riferirle alla Commissione. E’ evidente il contenuto falsificatorio dell’articolo, per il quale valuterò con i miei legali come procedere, finalizzato a supportare l’azione di parti politiche che, sin dall’inizio dei lavori della Commissione, hanno ripetutamente anticipato la loro volontà di escludermi dalle indagini sulle stragi, impedendomi di dare il mio contributo per fare luce sui buchi neri, i depistaggi, i retroscena politici scottanti che possono coinvolgere personaggi ‘intoccabili’. Non mi turba in alcun modo – ha concluso – l’essere stato intercettato, non avendo nulla da nascondere”. Parole che non servono a spegnere i toni aspri della maggioranza. Giovanni Donzelli, vicepresidente Copasir, riflette: “Qualcuno aiutava la mafia a depistare lo Stato in Antimafia, gravissimo se fosse vero”.

Va oltre il senatore di FdI Costanzo della Porta, componente dell’Antimafia: “Se quanto contenuto nell’inchiesta fosse confermato, Scarpinato dovrebbe dimettersi subito”. Chiedono le dimissioni anche Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: “Ci chiarisca perchè sta impedendo la ricerca della verità su Borsellino”.

Parla di un fatto “inquietante” il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo in Antimafia a Palazzo Madama: “Scarpinato non usi la commissione Antimafia come ‘cosa sua’. Chiarisca o si dimetta”. Ma i componenti del Pd della commissione Antimafia Walter Verini, Debora Serracchiani e Vincenza Rando si schierano compatti a difesa di Scarpinato: “Abbiamo contato oltre quaranta dichiarazioni di esponenti della destra contro Scarpinato che ha chiarito di non aver tenuto nessun comportamento illegittimo o contrastante col suo attuale ruolo di parlamentare e membro dell’Antimafia. È un po’ la stessa modalità usata contro un altro magistrato antimafia, come De Raho. Questa non è polemica, ma accanimento”.

I rappresentanti del M5S in Antimafia Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Francesco Castiello, Michele Gubitosa e Luigi Nave fanno quadrato intorno a Scarpinato: “La Verità e il centrodestra diventano volgari speculatori per colpire un avversario politico ed ex magistrato che ha condotto indagini scomode per tanti. Con che faccia parlano personaggi come Donzelli che alla Camera ha svelato atti coperti da segreto che gli ha passato l’amico e collega Delmastro, oggi indagato per questo?”.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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