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Bunker Cremonese, Milan fermato e Napoli in fuga

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Il Milan vede fuggire il Napoli in testa alla classifica. Se la squadra di Luciano Spalletti è un rullo compressore (successo sull’Empoli), i rossoneri non sono riusciti a rispondere, pareggiando (0-0) allo stadio Zini contro la Cremonese. Un punto che i padroni di casa hanno meritato contro un Milan spento che non è riuscito ad accendersi nemmeno nella ripresa con l’ingresso di un Leao troppo nervoso. Per la Cremonese un punto d’oro per la corsa alla salvezza, giunto al termine di una sfida di grande sostanza e sofferenza. La squadra di Stefano Pioli ci ha provato soprattutto nel primo tempo, trovando però sempre attento il portiere Carnesecchi. Ma la sensazione è stata quella di una spinta senza troppa convinzione. E chi si aspettava un forcing nel secondo tempo, con gli ingressi di Leao, Kalulu e De Ketalaere, è rimasto deluso. Al di là del gol annullato per fuorigioco al belga Origi, i rossoneri hanno creato poco, esponendosi a qualche contropiede che la Cremonese, però, non è mai riuscita a sfruttare, se non con un tiro centrale in pieno recupero di Buonaiuto. Di certo, Alvini e Pioli hanno cambiato molto nelle formazioni iniziali. Grigiorossi con Vasquez, Ghiglione, Felix e Ciofani, mentre i rossoneri hanno gettato nella mischia dal 1′ Ballo Tourè, Thiaw e Rebic in attacco, a far coppia con Origi, mentre Leao è rimasto in panchina a osservare. La Cremonese ha preparato una partita di contenimento e, per tutti i 96′, la tattica di Alvini ha portato i frutti sperati. Il Milan, infatti, si è reso pericoloso, ma senza mai riuscire a sfondare, attaccato com’era dal pressing dei padroni di casa. Le uniche fiammate sono arrivate nel cuore della prima frazione, ma hanno trovato Carnesecchi preparato. Dopo una ventina di minuti di nulla assoluto è arrivato il primo sussulto firmato da Brahim Diaz, su cross di Messias, ma il pallone è finito alto. È toccato poi a Rebic mettere di testa fuori da buona posizione, su un bel cross di Sandro Tonali. L’occasione migliore è capitata poco dopo a Origi che si è inserito centralmente, ma si è fatto ipnotizzare da Carnesecchi, bravo a respingere di piede. Al 35′ è stato Thiaw, di testa, a impegnare il portiere grigiorosso. Nella ripresa l’unica vera emozione è arrivata al 10′, con il gol annullato (con l’ausilio del Var) di Origi, per fuorigioco. Il forcing finale dei rossoneri non ha prodotto nulla di più fino al triplice fischio.

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De Laurentiis accelera: nuova cittadella sportiva del Napoli a Qualiano entro il 2026

Il Napoli si prepara a costruire il suo nuovo centro sportivo a Qualiano. De Laurentiis vuole iniziare i lavori entro settembre 2025 e inaugurare i primi campi nel 2026, anno del Centenario del club.

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Un incontro tra gli emissari di Aurelio De Laurentiis e il gruppo Coppola ha scongiurato l’ipotesi di uno sfratto immediato per il Napoli dal centro tecnico di Castel Volturno. Sebbene il contratto scada il 31 dicembre, nessuno intende obbligare il club a lasciare la struttura senza aver trovato una nuova sede definitiva.

Qualiano in pole per il nuovo centro sportivo

Tra le diciotto soluzioni valutate, l’area di Qualiano è ormai la prescelta: un terreno vastissimo, privo di vincoli urbanistici e già destinato a usi sportivi. Qui il Napoli vuole costruire la nuova cittadella sportiva, grazie a un accordo vicino alla firma con i proprietari locali.

L’obiettivo: inaugurazione nel Centenario del club

De Laurentiis ha promesso: «Entro il 1° settembre inizierò i lavori». L’obiettivo è chiaro: completare la prima parte del centro – tre campi da gioco, la foresteria, gli spogliatoi e la palestra – entro il 2026, per festeggiare il Centenario della fondazione del Napoli.

Le alternative scartate: Monterusciello, Napoli Est, Marianella

Negli ultimi mesi De Laurentiis ha personalmente ispezionato diverse aree, da Monterusciello a Napoli Est, passando per Marianella. Tuttavia, nessuna ha soddisfatto le esigenze del club, che ora punta tutto su Qualiano.

Una cittadella sportiva all’avanguardia

Il progetto prevede 25 ettari di terreno, 10 campi da gioco, palestre, piscine, centro benessere e una mini arena da 900 posti per le squadre giovanili e femminili. L’investimento stimato supera i 45 milioni di euro. Il nuovo centro sarà moderno, ecosostenibile e strategico per il futuro del club.

 

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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