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Brics alla corte dello zar, Xi e Modi a Kazan da Putin

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Un abbraccio dal premier indiano Narendra Modi, un caloroso saluto del leader cinese Xi Jinping – che lo chiama “vecchio amico” – e il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa che descrive la Russia come “un alleato e un amico molto prezioso”. Vladimir Putin incassa, a favore di telecamere, i riconoscimenti dei leader del Brics, riuniti a Kazan. Ma la strada per trasformare il gruppo in un’organizzazione coesa in opposizione al G7 rimane irta di ostacoli. L’evento centrale della giornata, prima della cena che ha aperto ufficialmente i lavori in questa città russa multietnica sulle rive del Volga, è stato il colloquio tra Putin e Xi, il terzo in presenza nell’arco di un anno. Mosca intende rafforzare ulteriormente la cooperazione con la Cina “su tutte le piattaforme internazionali al fine di garantire la sicurezza globale e un ordine mondiale giusto”, ha detto il capo del Cremlino. Xi gli ha risposto mettendo l’accento sul ruolo che la “profonda amicizia” tra Cina e Russia potrà svolgere “apportando importanti contributi all’equità e alla giustizia internazionale”.

Ma i nove Paesi che fanno parte del Brics dopo l’allargamento dello scorso anno (Brasile, Cina, India, Russia, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Emirati arabi uniti e Iran) compongono un gruppo non propriamente omogeneo, con interessi a volte contrastanti. Ci sono le divisioni geopolitiche, come quelle tra Cina e India. New Delhi, tra l’altro fa parte del Quad, l’alleanza per la sicurezza dell’Indo-Pacifico, insieme con Stati Uniti, Giappone e Australia. Quanto all’integrazione economica, la maggior parte dei Paesi Brics, a partire dalla stessa Cina, mantengono importanti relazioni con l’Occidente e appare improbabile che siano pronti a metterli a repentaglio spingendo oltre un certo limite i legami con Mosca. Non è un mistero che molte banche cinesi nell’ultimo anno abbiano bloccato le transazioni con clienti russi nel timore di incorrere in sanzioni secondarie da parte di Washington. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che durante il vertice si parlerà di “un progetto generale di sistema finanziario e di pagamenti”.

Ma appare prematuro parlare di un processo per l’abbandono del dollaro negli scambi tra i Paesi membri. Per Putin, tuttavia, il summit è una importante vetrina per mostrare che la Russia non è isolata a causa delle sanzioni occidentali, e lui non si è trasformato in un pariah sulla scena internazionale a causa del mandato di arresto della Corte penale internazionale. Oltre ai capi di Stato dei Paesi del Brics (tranne il brasiliano Lula che non è potuto arrivare a causa di una ferita riportata in un incidente domestico e sarà collegato in videoconferenza), parteciperanno al vertice diversi altri capi di Stato e di governo. Come il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che Putin incontrerà domani a quattr’occhi.

Altro incontro bilaterale in programma nella giornata è quello con il presidente iraniano Massud Pezeshkian. Il Cremlino ha annunciato che nell’ultima giornata, giovedì, il capo del Cremlino avrà un colloquio con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Il ministero degli Esteri ucraino ha protestato, affermando che la trasferta russa del capo delle Nazioni Unite è “una scelta sbagliata che non fa avanzare la causa della pace”. Facile prevedere che durante l’incontro si discuterà del conflitto ucraino. Così come ne ha parlato oggi Putin con Modi, che è tornato a proporsi come possibile mediatore dopo le missioni compiute l’estate scorsa a Mosca e a Kiev.

La Corea del Nord ha intanto commentato per la prima volta, liquidandole come “infondate”, le accuse di Seul e dell’Ucraina sull’invio di 12.000 soldati in appoggio alle truppe russe. Un rappresentante di Pyongyang all’Onu le ha bollate come voci “stereotipate e volte a diffamare l’immagine” della Corea del Nord. La settimana scorsa il Pentagono aveva detto di non essere in grado di confermare l’invio di truppe nordcoreane in Ucraina. Ma la Corea del Sud ha espresso il proposito di rispondere con “misure graduali”.

Secondo il settimanale americano Newsweek, il governo e le forze armate della Corea del Sud stanno esaminando un piano per inviare proprie forze a sostegno di Kiev, in particolare “ufficiali di intelligence ed esperti di tattiche nemiche”. Intanto da Kiev è arrivata la notizia di altre dimissioni eccellenti: questa volta a lasciare il suo incarico è stato il Procuratore generale ucraino, Andrei Kostin. La decisione, ha spiegato l’interessato, è conseguenza di uno scandalo relativo a falsi attestati di invalidità concessi a funzionari governativi per evitare la chiamata alle armi. Fatti sui quali è in corso un’inchiesta che ha toccato anche l’ufficio dello stesso Procuratore.

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Zelensky a Roma per i funerali di Papa Francesco, forse incontra Trump

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Roma per partecipare ai funerali di Papa Francesco. Lo ha confermato il suo portavoce, Sergei Nykyforov, spiegando che anche la First Lady Olena Zelenska prenderà parte alla cerimonia funebre.

Incertezza fino all’ultimo sulla presenza

Fino a poche ore prima dell’annuncio, Zelensky aveva espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere la capitale italiana, affermando di non essere certo di “avere il tempo” per partecipare all’evento e per rivedere il presidente americano Donald Trump, anch’egli atteso ai funerali. Alla fine, il presidente ucraino ha scelto di essere presente per rendere omaggio a Papa Francesco.

Un momento solenne di rilievo internazionale

La partecipazione di Zelensky e della First Lady alla cerimonia sottolinea l’importanza del momento, che vede la presenza di numerosi capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo.

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Sondaggio Nyt, tasso di approvazione per Trump crolla al 42%

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Il consenso di Donald Trump crolla al 42%, secondo un sondaggio New York Times-Siena college condotto tra il 21 e il 24 aprile su 913 elettori registrati: il 42% approva il suo operato, mentre il 54% lo disapprova (il 5% non sa o non risponde). E solo il 36% pensa che gli Usa siano nella giusta direzione, il 53% crede il contrario (l’11% non sa o non risponde). Quanto al suo secondo mandato, il 66% del campione lo definisce caotico, il 59% preoccupante e solo il 42% eccitante.

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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