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Booster per tutti in Germania, ‘basta cure ai no vax’

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Terza dose di vaccino anti-Covid per tutti a sei mesi dalla seconda. L’Europa sempre piu’ epicentro mondiale della pandemia accelera sul booster delle immunizzazioni per cercare di non farsi travolgere dai contagi nell’inverno alle porte. Alle prese con la quarta ondata, e’ la Germania ad annunciare una nuova fase generalizzata della campagna di prevenzione, accompagnata a una linea dura verso i no vax. Il presidente della Turingia, Bodo Ramelow, ha minacciato di non curare piu’ chi non accettera’ la somministrazione del siero, se dovesse salire eccessivamente la pressione sulle strutture sanitarie. E intanto, da lunedi’ la Sassonia – dove si teme un nuovo lockdown se non si agira’ “velocemente” – diventera’ il primo Land tedesco a limitare l’accesso a ristoranti, bar ed eventi culturali ai soli immunizzati, cioe’ a chi e’ vaccinato o guarito dal Covid, escludendo la possibilita’ del tampone come lasciapassare. Nelle ultime 24 ore il Robert Koch Institut ha registrato 37.120 nuovi casi – nuovo picco negativo dopo quello di ieri – e 154 decessi in Germania. A livelli record e’ anche il valore settimanale dell’incidenza dei contagi, con 169,9 pazienti su 100 mila abitanti. “La quarta ondata ha molto accelerato e colpisce con grande irruenza. Davanti a noi abbiamo settimane difficili”, ha avvertito il ministro della Salute tedesco Jens Spahn. L’accelerazione sul booster e’ sempre piu’ decisa in tutta Europa. Anche Malta, che con il 94% e’ il Paese col piu’ alto tasso di vaccinazioni complete nel continente, ha annunciato che le terze dosi saranno “gradualmente estese a tutte le persone sopra i 12 anni di eta’”. E proprio il booster sembra aver contribuito in maniera cruciale alla frenata dei contagi nel Regno Unito, dove e’ gia’ stato somministrato a oltre 9 milioni di persone e continua il lento ma graduale calo dei contagi e dell’indice d’infezione Rt, fino al di sotto della soglia di rischio di 1. L’altra misura su cui il Vecchio Continente continua a spingere e’ il green pass. Oggi il Parlamento francese ha adottato il progetto di legge cosiddetto di ‘vigilanza sanitaria’ che consente di ricorrere al certificato Covid fino al 31 luglio. E anche a Bruxelles si discute di linee guida comuni sulla durata delle certificazioni. “Non e’ stata stabilita una scadenza per i certificati vaccinali” a livello Ue, “tuttavia gli Stati membri possono fissare regole” sul periodo di validita’, ha fatto sapere la Commissione, sottolineando pero’ che e’ “ancora troppo presto” per dire se ci saranno raccomandazioni al riguardo. Allarmante resta intanto il livello dei contagi in Europa orientale e nei Balcani, dove i tassi di vaccinazione sono i piu’ bassi del continente, con picchi negativi intorno al 30% in Romania e Bulgaria. Con 6.932 nuovi casi in 24 ore, la Croazia ha superato oggi il suo record negativo di infezioni giornaliere e annunciato il ritorno di limitazioni per gli eventi pubblici e un rafforzamento del green pass. E anche l’Islanda annuncia una nuova stretta. Dall’altra parte del mondo, invece, a Rio de Janeiro i ricoverati sono ai minimi da inizio pandemia e le autorita’ puntano a celebrare con raduni di massa del Capodanno a Copacabana e del Carnevale.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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