Graziato finora dal Covid che ha contagiato la first lady, Joe Biden vola al G20 del fine settimana a New Delhi sperando in un nuovo successo sull’arena mondiale che freni il continuo crollo nei sondaggi ed esorcizzi lo spettro di un impeachment da parte dei repubblicani, mentre il figlio Hunter sarà incriminato da un procuratore speciale entro fine mese per il possesso illegale di una pistola. A fornirgli un’occasione d’oro sono Vladimir Putin che, ricercato da un mandato di cattura della Corte penale internazionale, manda il ministro degli Esteri Serghei Lavrov dopo aver disertato anche il precedente summit a Bali. E Xi Jinping che, senza alcuna spiegazione ufficiale, salta un G20 per la prima volta da quando è diventato presidente della Repubblica popolare cinese nel 2013 inviando il suo fedele premier Li Qiang.
“Sono deluso dalla sua assenza”, ha confidato Biden, che nonostante le tensioni da guerra fredda cerca di mantenere un dialogo con Pechino e spera di vedere Xi al summit Apec di metà novembre a San Francisco. Ma a New Delhi il presidente americano è deciso a sfruttare queste due assenze pesanti per rafforzare l’influenza Usa, soprattutto verso il sud globale, confermando il ruolo centrale del G20 contro il tentativo sino-russo di contrastarlo con il formato Brics allargato. E dimostrare, mentre l’economia Usa surclassa quella cinese, che Washington è un partner migliore di Mosca e Pechino sulle grandi questioni transnazionali, anche se restano forti divisioni sul conflitto in Ucraina e su come aiutare i Paesi emergenti ad affrontare dossier quali il climate change e la transizione energetica. Sulla guerra russa a Kiev, il commander in chief punta a tenere alta l’attenzione, evidenziando in particolare gli effetti negativi dopo l’uscita di Mosca dall’accordo sul grano, soprattutto per i Paesi più poveri. Come quelli rappresentati dall’Unione Africana, proiettata ormai verso l’adesione permanente al G20.
Ed è proprio al Global South che Biden rivolge la mossa forse più attesa, la riforma della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale: il presidente mette sul piatto intanto altri 3,3 miliardi di dollari per entrambe le istituzioni che aiuterebbero a raggiungere quasi 50 miliardi di dollari soltanto dagli Stati Uniti in prestiti a Paesi a reddito medio e poveri e fino a 200 miliardi di dollari in tutto il mondo. Per il consigliere della Sicurezza nazionale Jake Sullivam, si tratta di un tentativo di offrire, anche se su scala ridotta, “un’alternativa credibile” alla nuova Via della Seta, il maxi piano infrastrutturale cinese da 1.000 miliardi di dollari che gli Usa ritengono “coercitivo” e vedono come un cavallo di Troia per uno sviluppo regionale e un’espansione militare guidati dal Dragone. Per ora Biden ha un unico bilaterale confermato, quello con il padrone di casa, il premier indiano Narendra Modi, con cui ha rafforzato le relazioni per rinsaldare un’alleanza strategica nell’Indo-Pacifico contro il comune rivale cinese.
Ma non è escluso un faccia a faccia anche con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman per far avanzare uno storico accordo di pace tra l’Arabia Saudita e Israele, in cambio di un impegno a difendere Riad e consentirgli l’arricchimento dell’uranio per scopi civili. Biden, che prima di sbarcare in India farà tappa nella base americana di Ramstein in Germania, dove si riunisce il gruppo di contatto internazionale a sostegno di Kiev, concluderà il suo tour domenica con la sua prima visita in Vietnam. Nonostante la dolorosa eredità della guerra, i due Paesi hanno rafforzato sempre di più i loro legami e oggi anche loro hanno un rivale comune: Pechino.