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Berrettini batte Zverev e regala a Sinner la vetta: sto tornando il Matteo che voglio essere

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Matteo Berrettini è tornato. Il sorriso largo, la barbetta agitata dall’adrenalina, le braccia alzate al cielo dopo due ore e mezza di battaglia contro Alexander Zverev nel cuore del torneo di Montecarlo. Un successo sofferto, bello, forse il più intenso della sua carriera, arrivato contro la testa di serie numero uno e con un doppio significato: la rinascita personale e un regalo inatteso per Jannik Sinner, che da oggi è ufficialmente il nuovo numero uno del ranking ATP grazie all’eliminazione del tedesco.

LA PARTITA CHE SEGNA LA SVOLTA

Berrettini vince in rimonta: 2-6, 6-3, 7-5. Una maratona di tennis, culminata con un punto memorabile di 48 palleggi, un pizzino caduto dalla tasca, nervi saldi dopo un break subito sul 5-4 e una voglia feroce di non mollare più nulla. «Sono fiero di come ho ribaltato la partita — dice il tennista romano — della reazione mentale che ho avuto, di come mi sono fidato fino all’ultima palla del mio tennis. Era tempo che non mi godevo così una battaglia».

IL RITORNO ALLA GIOIA

Dopo gli infortuni, il calvario e la frustrazione, Berrettini ha cambiato tutto: coach, preparatore (ora è Umberto Ferrara, ex Sinner), ma soprattutto testa. «Gioia. Adesso mentre gioco avverto tanta gioia: questo è il mio nuovo modo di vivere il tennis. Con Zverev ho buttato in campo il lavoro, ma anche il cuore. Dopo il break incassato non era facile, ma ho reagito subito. Questo per me vale tantissimo».

UN DONO A SINNER, MA SENZA MESSAGGI

La vittoria su Zverev ha anche un valore “indiretto”: permette a Jannik Sinner di tornare a casa da Montecarlo da numero uno del mondo. Ma Berrettini, con la discrezione dell’amico sincero, evita di esultare per sé: «Non scriverò un messaggio a Jannik per la vittoria contro Zverev: mi sembrerebbe piuttosto egocentrico. Lo lascio tranquillo. Però sono felice di avergli dato una mano, anche se non ne ha bisogno. È più forte, e lo dimostrerà di nuovo a Roma».

VERSO GLI INTERNAZIONALI D’ITALIA

Prossima tappa: Internazionali d’Italia. Il suo torneo, il più atteso, quello che sente cucito addosso. Ma prima, un ottavo di finale a Montecarlo contro il vincente tra Musetti e Lehecka. «Mi sento meglio, sto tornando ad essere il Berrettini che voglio essere». Con il Centrale romano che lo aspetta, e le statue dello Stadio dei Marmi che, quest’anno, sembreranno battere le mani.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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