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Berlusconi ancora positivo, polemiche sulla ‘febbre’ di Salvini

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A oltre tre settimane dal contagio, Silvio Berlusconi e’ ancora alle prese con il coronavirus e lunedi’ il presidente di Forza Italia si sottoporra’ a un nuovo tampone, sperando di risultare il prima possibile negativo a due test consecutivi. Un altro leder del centrodestra, Matteo Salvini, invece, assicura di non avere alcun problema, smentendo i rumor nati alla luce di un suo intervento sul palco di un evento politico a Formello, vicino Roma, dove il leghista ha esordito spiegando di essere “un po’ dolorante, un po’ febbricitante ma ci tenevo a essere qua”. “La giornata non e’ partita benissimo – ha raccontato Salvini al pubblico di Formello scusandosi per il ritardo -. Sono stato due ore attaccato al cortisone, quando mi sono alzato il medico mi ha detto ‘Lei ovviamente adesso va a casa’. Gli ho detto ‘Si’, stia tranquillo, passo prima da Anguillara Sabazia, poi da Formello e finisco a Terracina, ma la sera arrivo a casa”. A seguire, come nei tanti eventi di questa campagna elettorale, il solito momento selfie con i fan. Oggi poi l’ex ministro dell’Interno, dopo aver letto alcune interpretazioni pubblicate su siti, ha chiarito: “Mai avuta febbre, fatto test sul Covid ieri mattina, negativo. Ho il torcicollo come milioni di italiani e ho preso il cortisone. Alcuni ‘giornalisti’ evitassero almeno di speculare e mentire sulla salute del prossimo”. Inevitabili, pero’, le critiche. “Le regole ed il rispetto valgono per tutti – ha protestato il capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci -. Anche per i leader di partito. Anche per Matteo Salvini. Hai la febbre? Stai a casa, non vai a fare comizi in giro per l’Italia, senza mascherina”. Stessa linea per la renziana Giusy Occhionero che chiede polemica: “i termometri valgono per i bambini ma non per Salvini?”. Se il venerdi’ del leader del Carroccio e’ stato ricco di impegni, ancor piu’ fitta e’ l’agenda di domenica, salvo cambi di programma: sara’ ospite della puntata di ‘Mezz’ora in piu” in onda alle 14.30 su Rai3, poi nel pomeriggio appuntamenti in piazza per “incontri con i cittadini” per sostenere tre candidati alla poltrona di sindaco in gara al ballottaggio in altrettanti comuni lombardi, prima a Voghera (Pavia), poi a Corsico e Legnano, nel Milanese, per concludere la giornata in tv, ospite di ‘Live – Non e’ la D’Urso’, alle 21.30 su Canale 5. Gli eventi pubblici, e ancor di piu’ gli incontri con i familiari (molti dei quali a loro volta hanno preso il coronavirus, non solo i figli Marina, Barbara e Luigi ma anche alcuni nipoti), mancano non poco a Berlusconi, che intanto prosegue il suo isolamento domiciliare ad Arcore, con la fidanzata Marta Fascina, anche lei contagiata. Il leader di Forza Italia, costantemente seguito dal professor Alberto Zangrillo, ha superato la polmonite bilaterale dopo una dozzina di giorni di ricovero al San Raffaele, tornando a Villa San Martino il 14 settembre, ma ancora e’ costretto in casa, dove ha seguito in tv il debutto del suo Monza in Serie B, e lavora partecipando su zoom alle riunioni, come quelle in programma oggi o il summit del Ppe dei giorni scorsi. La paura vissuta in ospedale e’ passata, ma ancora risulta positivo al tampone. Il prossimo e’ in programma lunedi’, e ne servono due consecutivi per poter essere considerati guariti. “Non ha mai chiesto ne’ desiderato – come e’ ovvio – di poter tornare in ospedale”, ha chiarito il suo staff, smentendo alcune ricostruzioni definite “totalmente prive di fondamento”, secondo cui Berlusconi avrebbe chiesto di essere nuovamente ricoverato. “Non ho sintomi. Mi sento come un leone in gabbia”, avrebbe detto rassicurando amici e famigliari, come ha riferito il Corriere della Sera. Martedi’ Berlusconi compira’ 84 anni ma per ora non sono in programma i consueti festeggiamenti a Villa San Martino, sia per limitare al minimo gli impegni sia per evitare qualsiasi possibilita’ di contatto.

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Esteri

Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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Esteri

Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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