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Cronache

Bambi salvato e adottato, ora deve lasciare “casa”

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La storia di Bambi ricorda, almeno in parte, quella del cerbiatto reso famoso dalla Disney. Anche lui ha perso la mamma da cucciolo, ma a salvarlo in un bosco della Valmalenco, in provincia di Sondrio, e adottarlo e’ stata nel giugno del 2020 la famiglia di Giovanni Del Zoppo. Da allora Bambi vive con loro ed e’ diventato autentica mascotte dei turisti che lo vedono talvolta brucare con alcune delle 70 capre della fattoria di Sara, figlia di Del Zoppo. Adesso pero il cerbiatto, anzi ormai il cervo, potrebbe presto essere allontanato dall’azienda agricola del valtellinese. “Lo avevo trovato in una radura, solo, impaurito nel giugno di due anni fa – racconta Giovanni, 58 anni, che fa il cavatore, affiancato dal figlio Nicola trentenne che lo aiuta e anche lui spera in un lieto fine della vicenda che tanto ha scosso il genitore e tutta la famiglia -. L’avevo lasciato, nascosto nell’erba, pensando che la mamma cerva sarebbe tornata presto a riprenderselo. Invece, forse a causa dell’odore dei miei cani che quel giorno mi accompagnavano nella passeggiata nei boschi, e’ stato abbandonato”. “L’ho allora portato nella mia stalla salvandogli la vita. All’inizio l’ho nutrito con il latte delle caprette allevate da noi – aggiunge -. Poi, crescendo, anche con le mele della Valtellina. E’ cresciuto bene.

Lo hanno riconosciuto pure il veterinario e gli agenti della Polizia Provinciale quando, nei giorni scorsi, sono venuti qui dicendomi che l’avrebbero portato via. Non lo trovo assolutamente giusto. Lui, che ho semplicemente chiamato Bambi, si e’ affezionato a noi e noi a lui. Soffrirebbe senza piu’ vederci: fa parte della nostra famiglia”. Quest’inverno – aggiunge Del Zoppo – si e’ allontanato per cinque giorni. Ci eravamo preoccupati. Ma si e’ preso una vacanza, evidentemente, e poi e’ tornato nella cava dove lavoro, qui in Valmalenco, e felici siamo tornati a casa insieme. Gli manca solo la parola. Le mie piccole adorate nipotine Caterina e Carlotta come farebbero a vivere senza il loro ‘fratellino’ che tanto coccolano ogni giorno, venendo sempre ricambiate negli affetti?”. A prova dell’affetto di Bambi, ci sono le immagini che lo ritraggono mentre ‘abbraccia’ Giovanni, o prende i baci delle bambine. Secondo le guardie provinciali pero’ l’animale potrebbe diventare pericoloso senza contare che la legge non permette deroghe. “La fauna selvatica, per legge, non puo’ essere tenuta in casa, in stalla o in altri ambienti che non siano a cio’ autorizzati – spiega Gianluca Cristini, comandante ad interim della Polizia Provinciale di Sondrio -. Fra un mese al massimo avra’ il suo primo periodo di bramito, andra’ in cerca della femmina e, pertanto, potrebbe diventare pericoloso e cominciare a dare testate, come fanno gli ungulati in questi casi. Non si puo’ detenere un animale selvatico come fosse domestico, solo centri autorizzati lo possono fare. Come e’ gia’ capitato in passato con altri animali, verra’ recintato in un’area molto ampia, prativa e boschiva, e li’ fara’ la sua vita. Potra’ accoppiarsi con le femmine che verranno inserite, ma non potra’ essere reimmesso in natura, perche’ ormai non resisterebbe”.

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Cronache

Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Cronache

Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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