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Auto contro il cancello di Downing Street, paura a Londra

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Minuti di paura oggi a Londra dopo che un’auto è finita contro il cancello di Downing Street provocando l’allerta di sicurezza prevista in questi casi, con l’intervento degli agenti armati e l’immediata chiusura al traffico di Whitehall, la strada della capitale britannica con le sedi dei diversi ministeri. Il guidatore, un uomo di mezza età, tarchiato come emerso dalle immagini, è stato immediatamente arrestato dagli uomini della Met Police all’imboccatura della via che porta alla residenza del primo ministro conservatore Rishi Sunak. Lo hanno trascinato fuori dal veicolo, minacciato col taser e messo faccia a terra per poi ammanettarlo, mentre l’uomo non ha opposto resistenza.

Subito dopo sono intervenuti gli artificieri con i cani per compiere controlli sul veicolo a partire dal baule per verificare l’eventuale presenza di armi o esplosivi. L’incidente non ha provocato feriti e Scotland Yard ha fermato l’uomo con l’accusa di guida pericolosa e danneggiamento escludendo sospetti di terrorismo dietro quanto successo, anche se resta da capire cosa abbia spinto l’individuo a compiere il gesto e a stabilirlo saranno le indagini in corso. In un video diffuso dalla Bbc si vede l’auto, una Kia di colore chiaro, che attraversa tutta Whitehall a velocità modesta, quasi esitante ma puntando decisamente in direzione del cancello di Downing Street in quello che sembra un atto voluto. L’autista ha rallentato fin quasi a fermarsi prima di colpire la barriera, causando danni minimi come emerge dalle immagini diffuse dai canali all-news.

Il premier Sunak si trovava a Downing Street al momento del fatto e ha poi lasciato la sua residenza con la scorta tramite un’uscita secondaria. Una volta compiuti tutti i controlli sul veicolo, nel giro di un’ora Whitehall è stata riaperta al traffico mentre l’automobile protetta da transenne è stata lasciata nella stessa posizione in attesa di essere rimossa. Il cancello che chiude l’accesso alla celebre via è stato installato nel 1989 per motivi di sicurezza. In precedenza, il pubblico poteva avvicinarsi a piedi alla famosa porta nera del n. 10 che segna l’ingresso alla residenza del primo ministro. La minaccia alla sicurezza più alta nella storia recente di Downing Street risale al 1991, durante il periodo del conflitto nell’Irlanda del Nord noto come i Troubles, quando membri dell’Ira spararono tre colpi di mortaio contro la residenza occupata allora dal primo ministro John Major, causando qualche ferito lieve fra gli agenti di guardia.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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