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Australia, carcere ai manager dei social media se non rimuovono contenuti terroristici

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I dirigenti di Facebook, Google, Twitter e altre compagnie di social media saranno passibili di pene detentive in Australia se le loro piattaforme mancheranno di rimuovere contenuto estremista violento, come già avviene per il materiale di abusi sessuali a minori. Lo ha avvertito il primo ministro australiano Scott Morrison in un vertice a Brisbane con i vertici delle compagnie, dedicata al ruolo delle loro tecnologie nell’attacco alle moschee in Nuova Zelanda, in cui lo sparatore ha usato Facebook per trasmettere dal vivo l’uccisione di 50 devoti islamici a Christchurch.

Morrison, che era affiancato dai ministri delle Comunicazioni Mitch Fifield, degli Interni Peter Dutton e dal Procuratore Generale Christian Porter, ha prospettato pene severe per le compagnie di social media che non introducono volontariamente cambiamenti drastici per frenare la diffusione di materiale estremista nei loro servizi. “Dobbiamo prevenire che le piattaforme di social media siano trasformate in armi con contenuto terroristico”, ha detto Morrison. “Se le compagnie di social media mancano di dimostrare la volonta’ di istituire immediatamente misure per prevenire l’uso delle loro piattaforme come quello che e’ stato filmato e condiviso dal perpetratore della terribile strage a Christchurch, pagheranno le conseguenze”. In aggiunta alle pene per le compagnie, i dirigenti di base in Australia saranno considerati personalmente responsabili e passibili di pene severe, anche detentive, ha precisato il primo ministro. Al vertice le compagnie erano rappresentate dai dirigenti che affronterebbero le pene severe secondo il proposto giro di vite. Nella delegazione di Facebook l’ex funzionario della Casa Bianca Nathaniel Gleicher, responsabile della cybersicurezza e l’esperto di controterrorismo Gullnaz Baig, mentre per Twitter il capo della public policy globale Colin Crowell con diversi esponenti delle sue squadre regionali. Il video origina su Facebook girato e diffuso dal 28/enne australiano Brenton Tarrant secondo le stime e’ rimato online per circa un’ora e visto 4000 mila volte prima di essere rimosso. Durante questo tempo e’ stato copiato e diffuso attraverso l’internet, tra cui altri 1,5 milioni di tentati upload nelle prime 24 ore.

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‘Anche Gazprom nel mirino di possibili sanzioni Usa’

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Il gigante energetico russo statale Gazprom e importanti entità coinvolte nei settori delle risorse naturali e bancario figurano tra gli obiettivi delle nuove sanzioni economiche contro Mosca finalizzate da dirigenti Usa. Lo scrive la Reuters sul suo sito, citando tre funzionari statunitensi e una fonte vicina alla questione. Non è affatto chiaro, tuttavia, se il pacchetto verrà approvato da Trump, la cui simpatia per le dichiarazioni e le azioni di Mosca ha lasciato il posto alla frustrazione per il rifiuto del presidente russo Vladimir Putin alle sue richieste di cessate il fuoco e colloqui di pace.

Il Consiglio per la sicurezza nazionale Usa “sta cercando di coordinare una serie di azioni più punitive contro la Russia” ma “questo dovrà essere approvato da Trump”, ha affermato la fonte vicina alla questione. “È totalmente una sua decisione”, ha confermato un secondo funzionario statunitense.

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Esperto: crolla la popolazione a Cuba, poco più di 8 milioni

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L’ultima ricerca dell’economista e demografo cubano, Juan Carlos Albizu-Campos, professore emerito presso le università dell’Avana e di Parigi Nanterre, ha reso noto sul suo account di X che la popolazione residente nell’isola caraibica alla fine del 2024 è di 8 milioni e 25 mila abitanti, molto al di sotto dei 9,7 milioni riportati dall’Ufficio Nazionale di Statistica e Informazione Onei, l’Istat cubano.

Albizu-Campos avverte, in un documento pubblicato anche sul sito della Columbia University di New York, che una riduzione della popolazione di tale entità “è stata osservata solo in contesti di conflitto armato” e, per questo, si chiede se la situazione attuale di Cuba debba essere considerata una “crisi demografica o una crisi sistemica”.

Lo scorso 21 febbraio, il vicedirettore dell’Onei, Juan Carlos Alfonso Fraga, aveva informato che la popolazione del paese si aggirava intorno ai 9,7 milioni, ma le cifre ufficiali sarebbero molto al di sopra dei dati di Albizu-Campos, che ha preso come riferimento i registri elettorali al netto dell’emorragia demografica verso gli Usa, secondo le informazioni ufficiali delle autorità statunitensi, da cui ha estrapolato il numero totale degli migranti cubani a livello globale.

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Israele, abbiamo colpito infrastruttura militare in Siria

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito un’infrastruttura militare in Siria. Si tratta, si legge in una dichiarazione, di “un sito militare, cannoni antiaerei e infrastrutture missilistiche terra-aria. L’esercito – si legge ancora – continuerà ad agire, se necessario, per difendere i civili israeliani”. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, un civile è rimasto ucciso. Gli attacchi sono avvenuti dopo sanguinosi combattimenti nei pressi di Damasco e nel sud del Paese, al confine con Israele, che hanno coinvolto combattenti della minoranza drusa, la cui causa è stata sposata da Israele.

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