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Cronache

Aumentano le truffe web, Crosetto denuncia

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Guido Crosetto parte all’attacco contro le truffe via web dopo che un suo contatto, ingannato da un finto post del ministro, cade nella trappola di un investimento. Meta cancella il post segnalato dal ministro della Difesa ma subito ne compaiono di nuovi. “Su un social importante, Facebook, – scrive Crosetto – dei delinquenti patentati possono pubblicare video così per ingannare le persone più ingenue. Io pensavo che fosse impossibile che qualcuno ci cascasse ma poi ho ricevuto un messaggio da una persona che conosco che mi chiedeva: ‘Se lo dice lei allora posso farlo’. È ingiusto che tali truffe possano essere fatte senza che le piattaforme su cui vengono postate debbano rispondere in solido”.

Crosetto passa dunque all’attacco e successivamente spiega: “Ho deciso di scrivere questo post per denunciare questo tipo di truffa via social perché questa mattina ne avevo fatto chiudere uno analogo, da altro profilo. Chiuso uno ne costruiscono subito uno nuovo”. E infatti i post si moltiplicano. In uno a pagamento (“sponsorizzato”) su Fb una non meglio precisata società ‘ImageGen’ parla di un progetto di Giorgia Meloni e Sergio Mattarella per guadagnare molti soldi. Basta versare 250 euro ed il gioco è fatto. Poi parte il video con Meloni che, generata dall’IA, spiega come fare ad aderire. Si tratta di uno delle centinaia di video, il deepfake, che girano sui social e periodicamente appunto si moltiplicano.

Molti si accorgono subito del tentativo di truffa ma alcuni abboccano: nell’ultimo anno, secondo i dati più recenti delle autorità di polizia e vigilanza, si registra un aumento del 12% delle truffe finanziarie e di quelle relative al trading on line, più di 3.400. Una cifra record, per un giro d’affari illegale di oltre 110 milioni di euro. Tra i tanti testimonial involontari anche Massimo Moratti ma non solo: nella pagina di ‘Ladilson Barbudo Ladiz PTS’ si scopre ad esempio che “Società multimiliardarie come Enel (Flavio Cattaneo), Cassa Depositi e Prestiti (Dario Scannapieco), Intesa Sanpaolo (Carlo Messina) e Internazionale (Massimo Moratti) si sono unite per creare la piattaforma EzopaxBit App. Lo hanno fatto per un obiettivo comune: creare la piattaforma più automatizzata per fare soldi nel mercato delle criptovalute”. E dove si legge l’annuncio? Su una finta pagina di Rai.it. Ma, come sempre, i “posti per aderire sono limitati”. Come fare allora?

“È possibile vedere come funziona la piattaforma completando una breve registrazione ed effettuando un deposito minimo di 250 euro!”. E per convincere le eventuali vittime alla fine del post commenti entusistici: “Ho appena prelevato il denaro guadagnato… Attiva la mente e iscriviti. Stai perdendo un’opportunità e potresti pentirtene per tutta la vita”, dice l’utente Massimo Russo. Cliccando però sul suo profilo per fargli qualche domanda la pagina rimanda al format per la registrazione. Lo stesso accade per Andrea Ricci: “Finalmente sono riuscito a comprare una macchina nuova”. La pagina di Forma Tech che usa come testimonial involontario PierSilvio Berlusconi su una finta pagina Fininvest spiega di dare accesso alla “migliore piattaforma di investimento presentata dalla famiglia Berlusconi”. In questo caso però la fiches di ingresso è più bassa: appena 200 euro. Poi in alcuni riqadri a fondo pagina il ‘miracolo’: Giovanni Moretti ad esempio avrebbe un profitto di 3.527,28 euro e il saldo attuale (che aumenta continuamente nella grafica) è a 7.877,28 euro. Infine l’intelligenza artificiale: “Cambia il modo in cui investi con il potere dell’intelligenza artificiale! – si legge su Smart Wallet Society – La nostra app di trading avanzata utilizza l’intelligenza artificiale per massimizzare i tuoi profitti, anche se inizi con 250 euro. Assicurati il ;;tuo successo finanziario e guarda il tuo investimento prosperare!”. Ma più che prosperare si cade in una truffa e si perdono soldi.

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Cronache

Blitz della Finanza a Pompei: sequestrati elicotteri usati per voli turistici senza autorizzazioni

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La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di otto elicotteri riconducibili a quattro soggetti residenti a Pompei, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torre Annunziata. Le indagini hanno rivelato che, fino a novembre 2024, gli indagati avrebbero svolto attività di air taxi e voli panoramici senza le necessarie autorizzazioni, configurando l’impiego abusivo di aeromobili a scopo di lucro.

Lanci di petali e voli tra ostacoli

Tra gli episodi più eclatanti finiti sotto la lente degli investigatori figura il lancio di petali di rose in volo dopo un matrimonio, un’attività non solo scenografica ma anche potenzialmente pericolosa. Gli elicotteri, secondo gli inquirenti, non risultavano sottoposti ad ispezioni periodiche e le procedure di manutenzione non rispettavano gli standard europei previsti per i mezzi adibiti a scopi commerciali.

Turisti con bagagli sui comandi di volo

Ancora più gravi le irregolarità riscontrate a bordo: in diversi casi i piloti avrebbero trasportato turisti con i bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati. Inoltre, le aree di decollo e atterraggio erano spesso collocate in prossimità di ostacoli pericolosi, come scuole, ferrovie e tratte autostradali, con gravi rischi per la sicurezza pubblica.

Tre elicotteri già sequestrati

Le operazioni di sequestro sono ancora in corso. Al momento, sono tre gli elicotteri già posti sotto sequestro, mentre proseguono le attività di accertamento e perquisizione nei confronti degli indagati e delle società riconducibili a loro.

(La foto in evidenza ha solo uno scopo illustrativo ed è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Cronache

Nuovo stop alla Funicolare Centrale, va sostituita di nuovo la fune: disagi per utenti e turisti

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Settembre 2022: Anm sostituisce la fune di trazione della funicolare Centrale, operazione che richiese la chiusura dell’impianto per un solo giorno. Il cavo, in acciaio, lungo 1,5 chilometri e del peso di 13 tonnellate, era stato installato nell’ambito della manutenzione straordinaria ventennale eseguita da Leitner. Tutto regolare, con un intervento rapido che sembrava garantire sicurezza e durata.

Un nuovo problema dopo due anni e mezzo

Sono passati poco più di due anni e mezzo e la funicolare ha nuovamente chiuso per motivi tecnici. Alle 7 del mattino, gli utenti hanno trovato le porte delle stazioni chiuse con un cartello che parlava di «verifiche tecniche inderogabili fino a cessate esigenze». Nessuna spiegazione precisa, né tempistiche sul ripristino. Chi si trovava all’Augusteo ha dovuto ripiegare sulla metropolitana, mentre altri hanno usato la funicolare di Chiaia o affrontato a piedi i 500 scalini del Petraio.

Il silenzio di Anm e la reazione della politica

Per ore, nessuna comunicazione ufficiale da Anm. Solo nel pomeriggio, intorno alle 16, è arrivata una nota: «Durante le operazioni di manutenzione ordinaria si è rilevata la necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici dell’impianto». Non un cenno alla fune, elemento invece al centro del confronto con Ansfisa, l’agenzia del ministero dei Trasporti per la sicurezza degli impianti a fune.

La fune da sostituire: spunta un’anomalia

Secondo quanto trapelato da fonti sindacali, durante gli esami strumentali sono emerse possibili criticità nella fune installata nel 2022. Nessun rischio imminente, ma la decisione è stata quella di sostituirla per precauzione, forse anche sull’onda emotiva della recente tragedia della funivia del Faito. L’origine del deterioramento così rapido non è ancora chiara.

Riapertura prevista il 30 aprile

La funicolare resterà chiusa fino a mercoledì 30 aprile. Tempi lunghi, probabilmente legati all’arrivo del nuovo cavo da fuori Italia. Intanto, per alleviare i disagi, la funicolare di Montesanto prolungherà gli orari di esercizio: venerdì e sabato fino alle 2, domenica fino a mezzanotte e trenta.

Anche la Linea 6 in tilt

Nella stessa giornata, disagi anche sulla linea 6 della metropolitana, chiusa per oltre un’ora a causa di una verifica urgente al software di gestione.

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Cronache

La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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