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Atalanta in festa, con la Fiorentina per il terzo posto

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Sarà senza Sead Kolasinac e Marten de Roon l’assalto dell’Atalanta al terzo posto, ultimo obiettivo stagionale ottenibile battendo la Fiorentina nel recupero della ventinovesima giornata, domani alle 18 al Gewiss Stadium di Bergamo. I punti fermi della difesa e della mediana dell’allenatore, Gian Piero Gasperini, dopo aver partecipato alla parata cittadina sul bus scoperto venerdì sera per festeggiare l’Europa League, devono arrendersi agli infortuni riportati rispettivamente nella finale di Coppa Italia il 15 maggio e proprio in quella col Bayer Leverkusen una settimana più tardi.

La lesione al bicipite femorale sinistro del nazionale olandese, che salterà anche Euro 2024, e l’infiammazione al ginocchio sinistro del bosniaco sono le uniche note negative di una festa proseguita nella mattinata di venerdì con la consegna della Medaglia d’Oro della Città di Bergamo. I nerazzurri, concessi due giorni di riposo dopo il 3-0 al Torino di domenica scorsa, si sono allenati da mercoledì a oggi senza forzare carichi e ritmi. Vista l’importanza attribuita anche dal presidente, Antonio Percassi, alla posta in palio, un ampio turnover è da escludere.

Hateboer, al rientro dalla squalifica, è una delle poche riserve a poter puntare a una maglia al posto di Zappacosta, usato a sua volta anche a sinistra in caso di riposo di Ruggeri e titolare in 8 delle ultime 9 partite. Se in difesa c’è il ballottaggio tra il capitano Toloi e Scalvini per un posto insieme a Hien e Djimsiti, a centrocampo Ederson può accompagnarsi a Koopmeiners, avanzabile di suo dietro l’attacco, o a Pasalic. Il rebus è proprio davanti, dove a seconda del modulo, 3-4-1-2 o 3-4-2-1, dovranno accomodarsi in panchina in tre o quattro fra De Ketelaere, Lookman, uno Scamacca sempre favorito perché l’unico centravanti puro in rosa, Miranchuk e Touré.

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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