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Politica

Ascolto e soldi veri, mosse anti-assedio di Conte

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Ascolto e corsa contro il tempo per i ristori, ma nessun dietrofront sul Dpcm, anche perche’ i dati sui contagi non promettono nulla di buono. In una delle giornate piu’ difficili da quando la pandemia ha invaso l’Italia, a Palazzo Chigi si cerca di delineare una strategia anti-assedio. Non sara’ facile e nella sede del governo la preoccupazione, in queste ore, e’ piuttosto alta ed e’ alimentata da quella che appare come una minacciosissima tenaglia: da un lato l’elenco infinito di proteste che si susseguono dal Nord al Sud, dall’altro il rischio che, nel giro di pochi giorni, l’impennata della curva renda necessari provvedimenti ancora piu’ restrittivi. L’obiettivo di Conte sarebbe quello di arrivare con queste misure a fine novembre. E, anche per questo, il premier non puo’ permettersi passi indietro sul Dpcm. Nonostante le stilettate di Matteo Renzi, le richieste di Stefano Bonaccini e la rabbia della piazza. Una rabbia con la quale Conte cerca un dialogo diretto. Domani ricevera’ tutte le categorie colpite dalle chiusure mentre nel pomeriggio incontra una delegazione dei manifestanti che, per ore, avevano protestato davanti a Montecitorio. Ambulanti, esercenti legati al mondo delle fiere che vengono da ogni parte d’Italia e ai quali ad un certo punto si unisce anche Matteo Salvini. Incassando plausi e fischi. Conte, per ora, non puo’ che seguire questo binario e accelerare il piu’ possibile per dare soldi veri – e senza i ritardi emersi nella prima ondata – a chi e’ costretto a chiudere. E la strategia delle chiusure, spiega una fonte di maggioranza, viene condivisa anche dai principali Paesi europei, a differenza di quanto accaduto nella scorsa primavera. Il Dpcm, spiega la stessa fonte, non e’ certo controcorrente rispetto al trend delle politiche anti-Covid in Ue. Il premier, pero’, deve guardarsi anche alle spalle. Il Dpcm e’ stato un “parto” difficile per il governo e la chiusura di ristoranti, bar, piscine e palestre sin dall’inizio non era piaciuta ne’ a Iv ne’ a buona parte del M5S. La reazione dei due partiti, tuttavia, e’ differente. I renziani, nel primo giorno della sua entrata in vigore chiedono il “conto” del Dpcm a Conte, aprendo una nuova faglia nella maggioranza. Non dovrebbero essere piaciute, a Palazzo Chigi, le parole di Italia Viva in un momento in cui Conte non fa che rimarcare, sulla scia degli appelli del Quirinale, un confronto leale e responsabile. Il premier sceglie di non rispondere. A farlo sono il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il capo delegazione del M5S Alfonso Bonafede. Ma il Movimento non e’ certo privo di malumori. E da ore ha puntato il mirino sulla titolare del Mit Paola De Micheli e, piu’ sotterraneamente, anche sul ministro della Salute Roberto Speranza e Dario Franceschini. “Che Renzi cavalcasse la protesta di ristoranti e bar era prevedibile, e’ una cosa molto popolare”, sottolinea una fonte pentastellata ribadendo, tuttavia, come mai come in questo frangente un atteggiamento eccessivamente aggressivo del Movimento potrebbe far cadere l’intero castello del governo. Il premier, nei prossimi giorni, dovra’ rispondere a diverse sollecitazioni. Quelle del Pd, innanzitutto, che gli chiede piu’ coraggio nelle decisioni e, con ancora piu’ vemenza, un tagliando almeno programmatico. Ma sono le piazze, in queste ore, a preoccupare Conte, con una lista di esercenti delusi che si allunga di giorno in giorno investendo tutte quelle attivita’ – tassisti, organizzatori di matrimoni, agenzie di viaggio, lavanderie industriali – coinvolti indirettamente nelle chiusure. A tutti loro Conte cerchera’ di dare una risposta. Con l’obiettivo di evitare quel lockdown totale che avrebbe, sulla tenuta sociale del Paese, esiti imprevedibili.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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