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Cronache

Ancora un ragazzino morto sul monopattino, l’ultima vittima ha solo 13 anni

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E’ morto poco dopo essere arrivato all’ospedale Niguarda il ragazzino, di 13 anni, caduto oggi con il suo monopattino a Sesto San Giovanni, nel milanese.  Pare che il 13enne avesse chiesto a un amichetto di provare il suo monopattino per la prima volta. Ha accelerato troppo e ha battuto la testa sulla ciclabile di viale Gramsci. Le sue condizioni erano apparse disperate gia’ ai primi soccorritori. Secondo una prima ricostruzione della Polizia locale, il 13enne era in compagnia di un amico e del padre di quest’ultimo all’interno del ‘Parco 9 Novembre’ di Sesto San Giovanni e avrebbe chiesto di poter fare un giro in monopattino. Uscito dal parco, poco dopo le 16, avrebbe percorso ad alta velocita’ la pista ciclabile di viale Gramsci. Perso il controllo, e’ caduto con il viso a terra riportando un trauma cranico. Quando i soccorritori del 118 sono giunti sul posto, il ragazzino era gia’ in arresto cardiocircolatorio. Sulla dinamica indaga la Polizia locale di Sesto, che sta cercando di capire se il mezzo e’ a norma e se ci sono responsabilita’ da parte del genitore dell’amichetto della vittima.

ps: la foto in evidenza è quella di un monopattino qualsiasi. La questione cruciale non è la marca del monopattino ma il mezzo. Sono pericolosi tutti. Troppi incidenti e troppi morti. La situazione così com’è è inaccettabile.

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Cronache

Servizi segreti e uomini attorno all’auto di Giambruno: nuove ombre e una nuova interrogazione parlamentare

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Il mistero degli uomini attorno all’auto di Giambruno: nuove ombre e una nuova interrogazione parlamentare

Cosa ci facevano, nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre 2023, due uomini accanto alla Porsche di Andrea Giambruno, ex compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni? È la domanda che torna con forza dopo un’inchiesta de La Stampa di Torino, che riporta nuovi dettagli e riaccende i riflettori su un caso dai contorni ancora oscuri.

Secondo quanto ricostruito da La Stampa, una pattuglia della polizia di zona nota due uomini che armeggiano vicino all’auto parcheggiata sotto l’abitazione della premier. Alla richiesta di identificarsi, i due rispondono evasivamente, mostrandosi come «colleghi» e mostrando un tesserino. Poi si allontanano. È l’inizio di una vicenda dai risvolti inquietanti: le indagini passano dalla Digos alla Squadra Mobile, entra in scena anche l’antiterrorismo, e le ombre si addensano sui Servizi segreti interni (Aisi).

Una poliziotta riconosce, tra le foto mostrate, due volti che sembrano corrispondere a funzionari dell’intelligence, ma il Dipartimento nega qualsiasi coinvolgimento. Tuttavia, come riporta La Stampa, entrambi i presunti agenti sarebbero stati successivamente trasferiti, uno in Tunisia, l’altro in Iraq, mentre intanto la presidente Meloni chiede un cambio nel dispositivo di sicurezza personale.

Nel giugno 2024, un ricettatore si autoaccusa, dicendo di essere stato lui accanto all’auto. Ma le sue parole risultano contraddittorie e poco credibili, e la poliziotta non lo riconosce. Il fascicolo si avvia verso l’archiviazione per mancanza di reato, ma il secondo uomo resta senza nome.

Renzi presenta nuova interrogazione e annuncia esposto in Procura

Ora la vicenda torna al centro anche della politica. Dopo una prima interrogazione del 13 febbraio, Matteo Renzi e Ivan Scalfarotto, senatori di Italia Viva, annunciano una nuova interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che sarà formalizzata mercoledì, e la presentazione di un esposto in Procura a Roma entro questa settimana.

«Alla luce dell’articolo de La Stampa — si legge in una nota di Italia Viva — intendiamo fare piena luce su quanto accaduto e capire se davvero in quella notte ci fosse un’azione di sorveglianza o di interferenza operata da soggetti riconducibili ai Servizi segreti. Una vicenda che, nonostante l’avvio verso l’archiviazione, presenta ancora elementi poco chiari».

Ombre su Palazzo Chigi: caso chiuso o mistero irrisolto?

Nel frattempo, nei palazzi della politica e nei corridoi dell’intelligence si continua a parlare sottovoce di questa storia, che sfiora i vertici della sicurezza nazionale e lascia dietro di sé una lunga scia di dubbi e coincidenze inquietanti. Che cosa cercavano quei due uomini? Perché nessuno riesce a identificarli chiaramente? E perché il caso è stato chiuso così rapidamente?

Il fascicolo potrebbe essere archiviato, ma la caccia al secondo uomo è ancora aperta. E, con la nuova offensiva parlamentare di Renzi, il caso potrebbe tornare presto al centro del dibattito istituzionale.

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Cronache

Sparatoria Monreale con tre morti, fermato un altro giovane

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La scorsa notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura, nei confronti di un 18enne palermitano, accusato – in concorso – del reato di strage. I militari dell’Arma, nel pomeriggio di ieri, hanno individuato nel quartiere Zen cittadino il motociclo utilizzato da alcuni dei giovani che la scorsa domenica, a Monreale, hanno esploso decine di colpi di pistola sulla folla, uccidendo tre coetanei e ferendone gravemente altri due.

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Cronache

Giovane muore in discoteca mantovana, disposta autopsia

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Un ragazzo di 23 anni è morto in una discoteca del Mantovano. La vittima è Manuel Calandrino di Castel Goffredo. Il ragazzo, secondo alcune testimonianze, stava ballando nella discoteca Madera Club quando, improvvisamente, si è accasciato. Inutili i soccorsi arrivati assieme ai carabinieri: ad un primo esame il ragazzo avrebbe avuto un arresto cardiaco. La tragedia è avvenuta questa mattina alle 4,30 e il magistrato ha disposto l’autopsia per far chiarezza sulle cause del decesso. Il giovane giocava nella squadra di calcio amatoriale Nac Castellana e nel pomeriggio di sabato aveva disputato una partita di campionato

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