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Altra sconfitta per la Juve, Sassuolo fa festa con Defrel

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Altra frenata e l’Europa per la Juve si allontana. Alla vigilia della settimana verità, quella del verdetto del Collegio di Garanzia che deve pronunciarsi sui 15 punti di penalizzazione alla Signora (che solo in caso di annullamento della sentenza della Corte d’Appello della Figc, la riproietterebbe nella zona Champions), la squadra di Allegri inciampa e dopo il ko contro la Lazio all’Olimpico cade a Reggio Emilia contro il Sassuolo per 1-0. L’azzardo di tenere in panchina per circa un’ora Di Maria e Chiesa, in vista della sfida di ritorno di Europa League contro lo Sporting di Lisbona (altro crocevia della stagione) non è stata la medicina migliore per risolvere il mal d’attacco che sta affliggendo la squadra bianconera.

Inconsistente nel primo tempo, nella ripresa si è gettata in avanti con le pedine pesanti (dentro anche Pogba negli ultimi minuti) ma l’assalto è stato confuso e sterile, merito anche di un Sassuolo attento e intelligente, abile nel non scoprirsi troppo nel primo tempo e di affondare il colpo ad inizio ripresa, con Defrel al 63′, proprio nel momento in cui la Juventus era intenzionata ad alzare il ritmo della sfida. Unica nota lieta tra i bianconeri il debutto del giovane Tommaso Barbieri, terzino classe 2002, per il resto il cammino verso l’Europa si fa complicato. E anche il gioco espresso non è di certo un bel segnale in vista della trasferta delicata di Lisbona. A comporre il trio difensivo della Juventus titolare c’è Danilo, con Bremer e Gatti mentre Kean per un guaio muscolare è out.

Vlahovic e Milik è la coppia d’attacco che parte dall’inizio. Nel Sassuolo, senza Berardi assente per un fastidio all’adduttore rimediato nell’ultima partita contro il Verona, c’è Bajrami, che completa il tridente offensivo con Pinamonti e Laurenté. Tra i neroverdi occhi puntati su Frattesi, da tempo nel mirino della Juventus.Partita bloccata con la Juve molto compatta e attenta in fase difensiva che si affida al solito giro palla per cercare di trovare spazi in profondità per attaccare. I neroverdi provano a sfondare ma il centrocampo bianconero è difficilmente perforabile. Ne scaturisce una partita che per almeno 20′ è priva di squilli ed emozioni. Le uniche fiammate sono un destro violento di Bajrami con pallone che finisce alto sopra la traversa e al 25′ un calcio di punizione battut da Frattesi con Danilo reattivo nell’anticipare Pinamonti tutto solo in area. Per il resto è calma piatta. La Juve è lenta e poco precisa, si sente la mancanza di giocatori che dribblano e saltano l0’uomo (Di Maria e Chiesa). Milik e Paredes cercano di giocare vicini per scambi rapidi ma la manovra resta lenta.

Da Vlahovic tanta volontà ma non riesce ad incidere. E anche il Sassuolo non spinge troppo, si limita a qualche accenno di contropiede ma è più attenta a non scoprirsi troppo piuttosto che aggredire. Vince la tattica e la strategia, non di certo lo spettacolo.Nella ripresa stesso spartito con il Sassuolo che prova ad alzare, con un minimo di coraggio in pi che gli consente la classifica, il suo baricentro dopo un altro quarto d’ora senza brivido. I tentativi però restano sterili a parte una salvataggio al 56′ di Perin che respinge un colpo di testa potente di Defrel che era riuscito a smarcarsi da garri. Allegri capisce che è il momento giusto per accendere e dare ritmo al match e inserisce poco prima dell’ora di gioco Di Maria al posto di Milik e Cuadrado al posto di Barbieri, artefice di un debutto più che positivo.

Si attendono fiammate improvvise ed invece è il Sassuolo a farsi più intraprendente e pericoloso. I bianconeri prima si salvano sulla linea di porta, poi è Gatti a colpire il palo della propria porta nel tentativo di respingere un pallone insidioso in area. Sassuolo sfortunato ma al 64′ arriva la rete di Defrel, entrato nella ripresa, abile nello sfruttare un rimpallo sbagliato di Fagioli, si gira in area e sorprende Perin con la palle nell’angolo. Subito il gol Allegri cambia modulo, passa al 4-3-3 proprio come contro la Lazio, e mette in campo Chiesa per Kostic inserendo Miretti per Fagioli, che esce sconsolato per l’errore difensivo che ha portato al vantaggio neroverde. La Juve si getta in avanti iniziando a spingere con maggiore insistenza. Magia di Consigli che nega il gol su colpo di testa di Rabiot, poi è Di Maria a liberarsi in area di rigore, infilandosi tra due uomini tirando con il sinistro di punta sopra la traversa. Come ultima mossa Allegri mette dentro Pogba per un anonimo Paredes. Ma i ‘mezzi pesanti’ non fanno a differenza. Anzi, è il Sassuolo a rischiare per due volte in contropiede di raddoppiare. Per la Signora è un altro brutto stop.

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Buongiorno ancora ko, stagione a rischio: il Napoli perde il suo leader in difesa nel momento decisivo

Alessandro Buongiorno si ferma di nuovo per una lesione all’adduttore: stagione praticamente finita. Conte alle prese con l’ennesima emergenza in difesa in vista della sfida con il Lecce.

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 Alessandro Buongiorno è costretto nuovamente ai box. Il difensore del Napoli ha riportato una lesione distrattiva del muscolo adduttore lungo della coscia destra, confermata dagli esami strumentali effettuati dopo l’uscita anticipata nella gara contro il Torino. Una ricaduta dell’infortunio che lo aveva già tenuto fermo per quasi un mese e che, con ogni probabilità, lo costringerà a saltare tutto il finale di stagione, fatta eccezione – forse – per l’ultima giornata al Maradona contro il Cagliari.

Un eccesso di generosità

Ironia della sorte, il ko è arrivato per troppa voglia di esserci, per senso di appartenenza e spirito di sacrificio. Buongiorno aveva messo nel mirino la sfida con il Torino, il suo passato, la sua casa calcistica. E ha fatto di tutto per esserci, nonostante il fastidio al nervo otturatore che lo aveva già tenuto fuori con Bologna, Empoli e Monza. Una scelta di cuore che ha avuto un epilogo amaro.

Le alternative di Conte

L’ennesima emergenza difensiva obbliga Antonio Conte a nuove scelte. Il reparto arretrato del Napoli, pur decimato, resta il meno battuto dei top 5 campionati europei, ma le opzioni iniziano a scarseggiare. Il sostituto naturale sarebbe Rafa Marin, già impiegato a Monza. Ma non è escluso che Conte possa dirottare Mathias Olivera al centro in coppia con Rrahmani, spostando Spinazzola a sinistra. Una soluzione già testata in allenamento, anche in vista di un ritorno al 4-4-2.

Di Lorenzo c’è, ma con riserva

Attenzione però anche a Giovanni Di Lorenzo. Il capitano ha accusato un colpo al fianco in uno scontro con Milinkovic-Savic domenica scorsa. Nulla di grave, almeno in apparenza, ma lo staff medico lo monitora con cautela per evitare ulteriori sorprese. L’ipotesi di una sua assenza a Lecce al momento non è concreta, ma il Napoli non può permettersi ulteriori defezioni.

Conte, l’arte di gestire le emergenze

Nel momento più difficile, il tecnico azzurro ha dimostrato di saper trasformare le difficoltà in forza. L’ultima trovata tattica, un tridente atipico lanciato all’ultimo minuto per sostituire Raspadori colpito da influenza, ha funzionato. E ora sarà di nuovo il momento dell’ingegno, delle scelte coraggiose e della compattezza del gruppo.


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Champions: Psg vince in casa dell’Arsenal, gol Dembelé e super Donnarumma protagonisti

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Espugnare l’Emirates Stadium di Londra sembrava un’impresa impossibile ma il Paris Saint Germain ci è riuscito, battendo 1-0 l’Arsenal nella semifinale d’andata di Champions League. Merito di Dembelé, andato in rete all’inizio della partita, e di un super Gigio Donnarumma autore di una serie di parate che hanno impedito ai Gunners di trovare il pareggio. Gioisce Luis Enrique che tra una settimana al Parco dei Principi partirà con un gol di vantaggio sugli inglesi nella gara di ritorno. Recrimina, invece, Mikel Arteta per le occasione non finalizzate dai propri giocatori. Partono molto bene gli ospiti che trovano il vrtanggio al 4′ con Dembelé al termine di una triangolazione in profondità con Kvaratskhelia. Anche i 25′ minuti successivi sono di marca francese che sfiorano addirittura il raddoppio con Marquinos. Al 30′ sale in cattedra l’Arsenal che inizia a macinare gioco e prova ad affondare dalle parti di Donnarumma.

Al 37′ Joao Neves salva su Merino che poteva calciare a due passi dalla porta. Al 39′ Saka semina il panico in area. Dopo 2′ minuti Trossard manca la deviazione vincete su assist di Merino. In pieno recupero Donnarumma compie un vero e proprio miracolo su Martinelli. Nella ripresa i Gunners spingono. Al 2′ Merino segna ma dopo un lungo consulto del Var la rete viene annullata. Al 11′ ci pensa ancora Donnarumma a deviare in angolo un tiro di Troussard che aveva approfittato di un errore di Marquinhos. L’Arsenal insiste ma non riesce a concludere. Il Psg gioca di rimessa: al 39′ Barcola in contropiede sulla sinistra ha l’occasione di chiudere l’incontro sul 2-0 ma sbaglia mandando di poco sulla sinistra. Dopo 1′ tocca a Gonzalo Ramos che dalla stessa posizione colpisce la traversa. I padroni di casa spingono nei minuti di recupero ma il Psg li contiene. Finisce 1-0 per i francesi. Appuntamento mercoledì prossimo a Parigi per il ritorno. In palio c’è la finale.

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Jannik Sinner: “A Roma torno con una mentalità diversa. Ho anche pensato di lasciare il tennis”

Jannik Sinner si confessa al Tg1: “Momenti difficili, ho pensato di lasciare. Ora pronto a tornare a Roma con una nuova mentalità”. La forza della famiglia e del team.

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Jannik Sinner si prepara a rientrare in campo agli Internazionali d’Italia di Roma con uno spirito nuovo, dopo mesi difficili segnati dalla sospensione per doping patteggiata con la Wada. In un’intervista esclusiva rilasciata al Tg1, il numero uno del tennis mondiale si è raccontato senza filtri al direttore Gian Marco Chiocci, svelando emozioni, fragilità e speranze alla vigilia del suo ritorno.

«Sono molto contento di rientrare in campo a Roma. Sicuramente torno con una mentalità diversa», ha detto Sinner, pronto a rimettersi in gioco dopo aver attraversato momenti complessi. «In campo non stavo come un giocatore si dovrebbe sentire. Il divertimento era andato via, pensavo ad altre cose. Ma ora sono felice di tornare, non c’è posto più bello di Roma per ricominciare».

Il campione altoatesino ha rivelato di aver pensato persino di lasciare il tennis: «Prima degli Australian Open non mi sentivo a mio agio, nemmeno negli spogliatoi. I giocatori mi guardavano in modo diverso, e lì ho pensato: è pesante vivere il tennis in questo modo».

Sinner ha ricordato la difficile gestione del caso Clostebol, la sostanza proibita che ha portato alla sua squalifica: «In quel momento non ho capito nulla. Non sapevo da dove venisse. È stato pesante accettare tre mesi di squalifica sapendo di non aver fatto nulla di sbagliato. Ma con il mio avvocato abbiamo deciso di patteggiare, per evitare rischi peggiori».

Fondamentale per lui è stato l’appoggio delle persone più vicine: «La mia fortuna è stata avere il mio team, la mia famiglia, persone che mi hanno protetto. Mi sono costruito una bolla, e questo mi ha dato la voglia di continuare a lottare».

Sul piano mentale, Sinner ammette di vivere le emozioni in modo intenso: «Anche io ho scatti di rabbia, ma il tennis è come il poker: devi nascondere le emozioni. Quando capisci che l’altro è in difficoltà, ti dà forza». E aggiunge: «Il tennis è importante, ma fuori dal campo c’è qualcosa di ancora più importante: la vita privata, la famiglia. Senza il mio team non sarei nessuno».

Con il rientro ormai imminente, Sinner si dice pronto ad affrontare la nuova sfida con consapevolezza: «Mi manca la competizione, la pressione della partita vera. Adesso voglio solo tornare a divertirmi giocando, ritrovare il piacere del campo. Siamo pronti a ripartire».

 

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