Collegati con noi

Spettacoli

Alba Parietti e il dolore nascosto: «Mia madre Grazia era malata, fingeva di stare bene per non essere scartata»

Pubblicato

del

Una madre bellissima, colta, ironica. Ma anche una donna fragile, segnata da una malattia mentale mai diagnosticata. È questo il ritratto che Alba Parietti (Le foto Imagoeconomica in evidenza e foto sotto) ha scelto di condividere pubblicamente per la prima volta in un toccante monologo a Le Iene e ora in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera che tocca corde profonde, familiari e collettive. Un racconto che rompe il silenzio su uno dei tabù più radicati nella nostra società: la malattia mentale in famiglia.

Due volti, una sola donna

«Se sentivi in casa la Primavera di Vivaldi, voleva dire che si era in pace. Se c’era l’Inverno, allora si avvicinava la burrasca». Così Alba descrive la madre, Grazia Di Pietromaria, morta nel 2010 a 78 anni. Un’anima doppia: accogliente e piena di vita, ma capace di trasformarsi in una presenza diffidente e a tratti aggressiva. «Si autoconvinceva che in casa ci fosse un complotto contro di lei», racconta. Nessuna diagnosi ufficiale, perché Grazia rifiutava ogni cura e visita medica. Ma i segni c’erano, forti e laceranti.

ALBA PARIETTI

Il dolore dell’infanzia

Alba ricorda pianti disperati alla minaccia di essere mandata in collegio, la paura, l’incomprensione, e quel dolore psichico che da bambina tentava di trasferire sul corpo. «Un giorno dissi a un’amica che mi avevano fatto una puntura per non sentire più dolore. Oggi ho una soglia altissima di sopportazione». Ma nonostante tutto, nessuna voglia di vittimismo: «Se oggi sono quella che sono, lo devo anche a mia madre».

I diari nascosti

Solo anni dopo, ritrovando i diari scritti da Grazia sin da bambina, Alba ha compreso la profondità della sua sofferenza. «Parlava di sé in terza persona. Era consapevole. Ha sofferto anche lei, non solo noi». Una consapevolezza che ha generato anche senso di colpa, per momenti di esasperazione o scelte difficili, come quella di autorizzare l’espianto degli organi della madre: «Poi mi sono chiesta: l’ho fatto per altruismo o per rabbia? Così mi sono iscritta anche io come donatrice. Per fare pace con me stessa».

Una famiglia segnata

Nei diari, anche altre verità: la malattia mentale era già presente in famiglia. Lo zio Aldo, schizofrenico, internato a Collegno. «Fino ai dieci anni non sapevo nemmeno di avere uno zio. Ricordo il suo sguardo perso, l’odore di borotalco». Solo oggi Alba riesce a dare un senso a quei ricordi: «Dietro la malattia mentale ci sono sensibilità uniche, menti geniali. Ma sono anche malati, e spesso sanno manipolare senza volerlo».

Il coraggio del racconto

Perché oggi ha deciso di parlare? «Perché non si deve provare vergogna. La vergogna è di chi non offre strutture, cure, sostegno alle famiglie. Mia madre fingeva di stare bene per non essere considerata uno scarto. Non possiamo più permetterci di nascondere». E lancia un messaggio a chi vive la stessa esperienza: «Ascoltate. Aprite il cuore. Non isolate chi soffre».

Advertisement

Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

Pubblicato

del

Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

Continua a leggere

Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

Pubblicato

del

A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

Continua a leggere

Spettacoli

Sara Tommasi, “dalla Bocconi al porno, guadagnavo 10mila euro a sera “ho perso tutto e sono rinata”

La confessione dell’ex showgirl: “Il dolore mi ha formata. Ma oggi ho una vita sana e felice”.

Pubblicato

del

In un’intervista al Corriere della Sera, Sara Tommasi (foto Imagoeconomica) si racconta con tenerezza e consapevolezza, rievocando il passato tra luci e ombre, e descrivendo il presente con un sorriso nuovo, accanto al marito e agente Antonio Orso, sposato nel 2021 in piena pandemia.

Ora sto bene”, dice. Non prende più farmaci da quando si è sposata, vive tra Terni e Sharm el-Sheikh, ha una vita regolare, dorme bene, fa palestra, lavora con equilibrio. E soprattutto si sente amata.

Il passato doloroso e la malattia

La Tommasi racconta con sincerità gli anni più difficili, segnati da un disturbo bipolare che lei stessa con coraggio ha ammesso pubblicamente: “Il problema è quando non si accetta la malattia. Si fanno errori da cui non si può più tornare indietro”. Fa riferimento anche ai film porno, al processo per violenza sessuale poi conclusosi con l’assoluzione degli imputati, e al dolore per non aver ascoltato la madre, che le chiedeva di curarsi. “Ce l’ho con me stessa”, confessa.

Gli affetti, le radici, il nuovo inizio

Ricorda con amore la madre Cinzia, scomparsa tre anni fa per il Parkinson, e la sua infanzia a Terni tra le merende in pasticceria dai nonni e i sogni da bambina. Confessa di essersi persa con le droghe, cercando conforto fuori dai farmaci prescritti: “Mi ha fatto uscire di testa”. Ma oggi, grazie ad Antonio, è rinata: “Quando mi parla, io mi sento bene”.

Carriera e ricordi felici

Rivive con emozione i momenti d’oro della carriera: Paperissima, l’Isola dei Famosi, Chiambretti Night, il calendario per Max. Parla con affetto di Gerry Scotti, Fabrizio Frizzi, Simona Ventura, e rivela che una delle esperienze più belle è stata proprio l’Isola, nel 2006.

A sorpresa, aggiunge: “Mi piacerebbe condurre un programma solare. E c’è l’idea di un docufilm sulla mia vita, per parlare di bipolarismo”.

Il futuro tra sogni e consapevolezza

Non esclude l’adozione: “Ho avuto un’operazione all’utero, la gravidanza sarebbe a rischio. Ma ci stiamo pensando”. Intanto si gode i piccoli gesti, il gelato con il marito, gli incontri con i suoi suoceri. E ammette: “Siamo ancora nella fase adolescenziale del nostro amore”.

Infine, il senso profondo del suo percorso: “Il dolore ti forma. Ma bisogna imparare a valorizzare quello che si ha. Io l’ho capito quando ho perso tutto”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto