A pochi giorni dal suo novantesimo compleanno, è scomparso Goffredo Sciaudone, professore emerito di Medicina legale dell’Università Vanvitelli. Sciaudone ha dedicato la sua vita alla disciplina, divenendo una figura centrale nel panorama scientifico e accademico italiano. Oltre a essere presidente generale della Società Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Napoli, è stato presidente onorario della Luimo (Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica) e presidente del Comitato scientifico interdisciplinare.
I suoi interessi spaziavano ben oltre la Medicina legale, includendo le arti, le lettere e l’omeopatia, dimostrando una cultura e una passione che hanno lasciato un’impronta indelebile.
Un maestro della bioetica e della medicina di altri tempi
«Parliamo di un vero e proprio maestro della Medicina legale», ha ricordato Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli. Sciaudone è stato una delle colonne portanti del Vecchio Policlinico di Napoli, accanto a figure storiche come Carlo Romano e Claudio Buccelli. La sua influenza è stata decisiva anche nel campo della bioetica, dove si è distinto per il suo impegno e la sua capacità di unire rigore scientifico e profondità umana.
Luigi Calmieri, suo successore come ordinario alla Vanvitelli, lo ricorda con affetto: «Era un uomo profondamente cattolico che praticava concretamente il messaggio cristiano. Insieme alla moglie Flora, aveva adottato tre ragazzi, cresciuti insieme ai due figli avuti naturalmente, senza alcuna distinzione. Era un esempio di umanità e dedizione».
L’impegno per l’omeopatia e la deontologia
La Luimo ha reso omaggio a Sciaudone, ricordando il suo contributo alla medicina omeopatica e convenzionale. «È stato un maestro di etica e deontologia, una guida irrinunciabile per tutti noi. Fino al 16 dicembre scorso, ha continuato a offrirci i suoi preziosi suggerimenti etici e deontologici con la consueta dolcezza e fermezza», si legge in una nota dell’organizzazione. Sciaudone ha sostenuto la pari dignità della professione di medico omeopatico e convenzionale, contribuendo al riconoscimento ufficiale del rimedio omeopatico in Italia nel 1994.
Cultura e umanità nei rapporti professionali
Maria Triassi, docente alla Federico II, ha sottolineato l’importanza della collaborazione con Sciaudone anche in settori trasversali come la tutela ambientale. «Era spesso nominato perito di parte e consulente tecnico di ufficio del Tribunale. Incarnava l’uomo della sanità pubblica», ha dichiarato Triassi.
Claudio Buccelli, già ordinario di Medicina legale alla Federico II, ha tracciato un ritratto che unisce profondità culturale e disponibilità umana. «Era un esempio per tutti noi, sia a livello professionale che personale», ha concluso Buccelli.
Un’eredità che continua
Goffredo Sciaudone lascia un’eredità fatta di sapere, etica e umanità. Il suo contributo alla Medicina legale, alla bioetica e alla cultura accademica continuerà a ispirare generazioni di medici e studiosi.