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Ischia e l’incubo coronavirus, il parlamentare europeo Ferrandino: subito 20 posti in terapia intensiva e ampliamento dell’ospedale Rizzoli

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Quando i sindaci di Ischia fecero un’ordinanza che chiudeva l’isola a chi arrivava dai territori dove il virus aveva iniziato a circolare, vennero tacciati da una manciata di stolti di essere razzisti. Il Prefetto di Napoli, senza coraggio e senza aver capito il dramma all’orizzonte, annullò l’ordinanza, con il risultato che il primo positivo al Covid sull’isola fu un ottantenne turista bresciano. Nessuno voleva capire che un’isola, per di più piccola e con un solo ospedale già insufficiente di per sè non poteva permettersi di  essere aperta  a tutti, virus compreso. E adesso che a Ischia c’è qualche caso di positività, il parlamentare europeo Giosi Ferrandino, ha scritto al presidente della Giunta regionale della Campania e a Domenico Arcuri, commissario di Governo per l’emergenza Covid19, per chiedere massima attenzione per l’isola sia sotto il profilo della prevenzione che della cura dei pazienti covid.  

Giosy Ferrandino. Il parlamentare ischitano da Bruxelles prova a dare una mano alla sua isola in difficolta davanti alla drammatica emergenza sanitaria in atto in Italia e nel mondo

In una lettera a De Luca e ad Arcuri, il deputato al Parlamento europeo, ha sottolineato la forte preoccupazione per una possibile “impennata di casi di CoVid-19 sull’isola d’Ischia”. Se dovesse esserci questa impennata, scrive Ferrandino, il rischio è quello “di mettere in ginocchio il sistema sanitario dell’isola, già pesantemente in difficoltà per le ormai note carenze strutturali e di organico. Nella sola giornata di ieri – ha evidenziato Ferrandino – sono stati eseguiti diverse decine di tamponi, dopo che è emerso il caso di un isolano positivo che ha avuto contatti con centinaia di persone prima di manifestare i sintomi. A fronte di una popolazione residente di circa 70mila abitanti, di cui almeno 20mila nella soglia sensibile , un rischio di contagio del 5% significherebbe 3500 possibili casi con una proiezione di circa 1000 ricoveri in una struttura che dispone, nel totale, di appena 60 posti letto” scrive il parlamentare. Ma se questa preoccupazione sui numeri dei possibili ricoveri non bastasse, Ferrandino prova a far comprendere un altro rischio che va scongiurato. La scarsezza di posti in terapia intensiva.

“L’ospedale Rizzoli –  scrive Ferrandino nella missiva al presidente De Luca e al commissario Arcuri – dispone di appena otto ventilatori polmonari, insufficienti a gestire una ormai probabile impennata di casi”. Ed è per questo motivo che Ferrandino ha messo nero su bianco ai due rappresentanti delle istituzioni che a livello regionale e a livello nazionale si occupano di questa straordinaria emergenza sanitaria che investe non solo l’Italia ma il mondo intero tutte le richieste che arrivano dall’isola. Richieste che consistono nell’attuare “tutte le deroghe procedurali previste in questi casi di urgenza per procedere: all’ampliamento del Rizzoli, già previsto e per il quale la Regione ha già stanziato i fondi necessari; ampliamento dell’unità di rianimazione con l’acquisto di almeno altri 10 ventilatori polmonari;  prevedere la consulenza di un infettivologo esperto in pandemie al Rizzoli per stabilire i percorsi; stanziare per l’ospedale Rizzoli, oltre a quelli previsti per l’ampliamento, almeno altri 5 milioni di euro, come già fatto per altri ospedali della Regione Campania, per consentire di sopperire a tutte le carenze di organico e di materiali e per la creazione di nuovi moduli in grado di assicurare almeno 10 posti ulteriori posti di rianimazione”. Sono richieste che arrivano dalla popolazione isolana che, spiega Ferrandino, “sta dando prova di maturità e solidarietà, avviando una raccolta fondi per il Rizzoli che nel giro di 24 ore ha già superato quota 40mila euro”.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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