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Coronavirus, ponte di solidarietà Shanghai-Bergamo grazie all’avvocato napoletano Giovanni Pisacane

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Un ponte di solidarietà per far fronte all’emergenza Coronavirus a Bergamo promosso da un gruppo di avvocati italiani e cinesi e che, anche in seguito all’appello del sindaco Giorgio Gori, si sono mobilitati per fare avere alla citta’ e al suo ospedale, in prima linea essendo nella zona piu’ colpita dall’epidemia, mascherine, disinfettanti, guanti e altri presidi per tamponare la situazione che ha oltrepassato la soglia della criticita’. Nelle prossime ore, infatti, sono attese 10.720 mascherine da distribuire tra personale del Comune e quello in trincea all’ospedale Papa Giovanni XXIII. A questo carico, che e’ in volo da Shanghai e che si divide in 10mila mascherine chirurgiche e 720 FFP1, ne seguira’ un altro, gia’ partito dalla citta’ cinese, con altre 12 mila mascherine – 10 mila chirurgiche e le altre FFP1 e FFP2 – e un altro ancora con 600 pezzi. A farsi promotore dell’iniziativa e’ l’avvocato Giovanni Pisacane, managing partner di GWA Greatway Advisory, studio legale tributario che ha la sede principale per l’appunto a Shanghai e uffici sparsi in Cina oltre che a Milano e nella stessa Bergamo. “Mi sono messo a disposizione – ha detto l’avvocato – in quanto intendo interpretare la mia professione in senso civico e credo che in questo momento sia doveroso dedicarsi agli altri. Queste grandi tragedie fanno emergere tanta solidarieta’. Ci sono molte persone, anche dall’altra parte del mondo, che ci danno una mano e non ci fanno sentire soli”.

In contatto diretto con Sergio Gandi, il vicesindaco di Bergamo, l’avvocato gia’ da giorni si e’ attivato per recuperare il materiale sempre piu’ introvabile. Stamane, ha gia’ fatto recapitare all’ex azienda ospedaliera il materiale necessario per il lavoro nei reparti: fonendi a campana, sfigmomanometri, pulsossimetri ( per misurare la saturazione dell’ossigeno nel sangue) e maschere di protezione per il personale. In queste ore, inoltre, sono stati fatti avere guanti e disinfettante che la polizia locale consegnera’ ai volontari che si sono messi a disposizione per l’assistenza a domicilio degli anziani e delle persone con fragilita’. “Stiamo anche cercando di acquistare circa 40 caschi per la ventilazione – ha aggiunto -: stiamo negoziando la fornitura con una azienda in Cina”. Di questo ponte solidale fanno parte non solo lo studio di cui Pisacane e’ socio fondatore, ma anche Omnia Desk, un network di avvocati italiani all’estero (insieme hanno raccolto fondi per il primo lotto di mascherine in arrivo a Orio al Serio in serata), e il Rotary Lombardia e precisamente il Distretto 2042 attivo nella parte Nord della regione, che ha finanziato la seconda partita di mascherine. E poi un parco industriale della provincia di Chang Dzou con altre 600 mila mascherine e associazioni di volontariato cinese che invieranno tute e occhiali di protezione e anche kit per il test del Coronavirus.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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