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Sky vuole cambiare la Legge Melandri, “tenersi” i diritti tv, pagare solo i grandi club e dare spiccioli agli altri

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La Serie A litiga per l’emergenza Coronavirus? Facciano pure. Il governo nel frattempo pensa a cambiare la legge Melandri. Una  legge che è una specie di testo sacro dei diritti tv. Diritti che valgono quasi un miliardo l’anno e alimentano non uno sport sano ma un stipendificio-carrozzone. A Palazzo Chigi sono pronti a sacrificare il divieto di esclusiva. La possibilità è che si possa tornare al passato ovvero restituire i diritti alle squadre. Così da arricchire le società. Non tutte, ma soprattutto le big.
Per mesi la Serie A ha provato a pensare di varare un “canale della Lega”. C’era anche un partner: MediaPro. Ma poi un po’ le attività di lobbying di Skye un po’ le società più grandi, non se n’è fatto nulla. Resta in piedi la possibilità di vendere i diritti col bando tradizionale. Prendere un miliardo di euro, però, sembra un  miracolo.
Insomma, per intenderci, con queste regole non è possibile fare più soldi. E allora per fare più soldi occorre cambiare le regole del gioco. Cambiare la “Legge Melandri” che regola la vendita dei diritti tv.
Grazie alle forti pressioni lobbistiche sul ministro Vincenzo Spadafora, grazie alle buone amicizie nel Pd e in Iv e grazie a qualche regalo in Parlamento, c’è chi sta pensando di cambiare la “Melandri” ed eliminare per via parlamentare il divieto di vendere tutto a uno, il falso no  single buyer. E questo sarebbe un bel regalone ai grandi operatori del settore. Sky nell’ultima asta per i diritti tv si è servita della “stampella Dazn”. Ufficialmente e giuridicamente un rivale, ufficiosamente e commercialmente un alleato, come dimostrano gli accordi reciproci.
Si parla a che di ritorno alla “vendita soggettiva”: ogni squadra è proprietaria dei diritti tv delle sue gare e se le vende a chi vuole. In Italia funzionava così in passato. Erano però i tempi in cui i grandi club si mangiavano tutto e lasciavano ai piccoli le briciole.
Nel 2003/2004 Juve, Inter e Milan si spartivano da sole il 55% dei proventi, con la vendita centralizzata ora sono sotto il 30%. Ci sarebbe una clausola di salvaguardia, con un minimo garantito a ogni squadra, ma il ritorno al passato varrebbe decine di milioni l’anno in più per le big.

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Dramma ad Algeri, 5 bambini annegati in una gita scolastica

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Una gita scolastica in Algeria si è trasformata in dramma: cinque bambini sono morti annegati ad Algeri, mentre altri due sono ancora ricoverati in terapia intensiva. Lo riferisce un comunicato della protezione civile pubblicato nella tarda serata di ieri su Facebook. La stessa fonte ha indicato che le sue squadre sono intervenute intorno alle 19:30 ora locale (20:30 ora di Roma) per recuperare sei bambini sulla spiaggia del Parco Sablette, sulla baia di Algeri. La nota spiega che un bambino è stato recuperato morto sul posto, mentre altri sei sono stati trasferiti all’ospedale universitario Mustapha Pacha nel centro della città, dove quattro di loro sono morti dopo numerosi tentativi di rianimazione . Da parte sua, la radio ufficiale algerina ha riferito che i bambini provenivano dalla provincia di Médéa (100 chilometri a sud di Algeri). I Dati ufficiali della protezione civile algerina mostrano che l’anno scorso più di 200 persone sono annegate al mare, stagni e dighe.

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Morto a 2 mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale

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E’ morto dopo due mesi dall’intervento il primo uomo che si era sottoposto al trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato, l’ospedale ha dichiarato di non avere alcuna indicazione che la causa sia stata proprio il trapianto. Lo riferisce il Guardian. Richard “Rick” Slayman, 62 anni, era stato sottoposto all’impianto di rene di maiale nell’ospedale generale del Massachusetts. I chirurghi avevano affermato di ritenere che l’organo sarebbe durato almeno due anni. Ieri, la sua famiglia e l’ospedale hanno confermato la morte di Slayman.

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Esteri

Idf, avanti con operazione Rafah per portare ostaggi a casa

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“Le Forze di Difesa di Israele stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una duratura sconfitta di Hamas e per portare a casa tutti i nostri ostaggi”. Lo ha detto il portavoce dell’Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, in un video diffuso sul canale Telegram dell’esercito israeliano. “La nostra guerra – ha aggiunto – è contro Hamas non contro la popolazione di Gaza”.

“Le nostre operazioni contro Hamas a Rafah restano limitate e dirette a progressi tattici, aggiustamenti tattici, progressi militari e ad evitare aree densamente popolate – ha sottolineato il portavoce dell’Idf -. Dall’inizio della nostra azione mirata contro Hamas a Rafah abbiamo eliminato dozzine di terroristi, scoperto tunnel e numerose armi. Prima delle nostre operazioni invitiamo i civili a spostarsi temporaneamente nelle aree umanitarie e ad allontanarsi dal fuoco incrociato in cui li mette Hamas”.

“Negli ultimi giorni – ha spiegato Rear Admiral Daniel Hagari – abbiamo facilitato l’ingresso di 200.000 litri di carburante dal valico di Kerem Shalom, abbiamo facilitato e coordinato l’apertura di un nuovo ospedale da campo a Gaza e ci stiamo adoperando per consentire il flusso di aiuti umanitari verso Rafah attraverso il valico di Salah Al-Din Road. Solo negli ultimi giorni, ci siamo ricordati del perché il nostro attacco contro Hamas sia vitale: Hamas ha lanciato missili da Rafah verso il valico di Kerem Shalom attraverso il quale Israele lascia entrare gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. E venerdì notte, Hamas ha lanciato 9 missili da Rafah verso la città israeliana di Beer Sheva, colpendo un parco giochi per bambini. Continueremo a compiere la nostra missione per ottenere la sconfitta di Hamas e per riportare a casa i nostri ostaggi”.

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