Collegati con noi

Cronache

Traffico di rifiuti nei capannoni al Nord, processo va a Como

Pubblicato

del

Con la costituzione parte civile dei Comuni di Como, Varedo, in Brianza, Cinisello Balsamo, nel Milanese, di Lamezia Terme, Gizzeria, in provincia di Catanzaro e Dro, in Trentino, si e’ aperto a Milano il processo a carico di quattro persone imputate nell’ambito di un filone dell’indagine della Dda su un traffico e smaltimento illeciti di ingenti quantita’ di Rifiutiavvenuto principalmente tra la Lombardia e la Calabria e Campania e che lo scorso ottobre aveva portato ad 11 arresti. Processo in cui non si sono costituiti, pur essendo anche loro parti offese, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e nemmeno le Regioni Lombardia e Calabria. A decidere di ammettere i sei Comuni e’ stata la sesta sezione penale del Tribunale di Milano che, accogliendo l’eccezione di uno degli imputati, un trasportatore, ha disposto pero’ il trasferimento del procedimento per competenza territoriale a Como. I quattro a dibattimento in immediato rispondono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di Rifiuti con altri sei che hanno scelto il rito abbreviato, tra cui i fratelli Maurizio e Stefano Assanelli e Angelo Romanello, figlio del boss di Siderno Antonio Francesco Romanello, condannato a 10 anni in seguito all’inchiesta Infinito. L’indagine denominata “Il Feudo” e coordinata dal pm della direzione distrettuale antimafia milanese Silvia Bonardi e’ nata da un collegamento con gli incendi ai depositi di Rifiuti in Lombardia come quello di Corteolona, in provincia di Pavia, avvenuto nel 2018. Secondo la ricostruzione, Romanello sarebbe stato il “dominus del sodalizio” al quale avrebbero fatto riferimento una serie di societa’ in Lombardia e i Rifiuti, in parte provenienti anche dal Napoletano, tramite una serie di passaggi tra impianti a volte reali a volte fittizi, finivano in capannoni abbandonati in diverse aree industriali del Nord Italia che venivano riempiti e poi chiusi saldandone addirittura le porte. Capannoni che si trovavano a Como – quello di localita’ La Guzza era gestito dalla Smr Ecologia srl ed e’ ritenuto il reale “snodo” del traffico – a Varedo nell’area ex Snia, a Gessate e Cinisello Balsamo e a Dro. Quando questi erano al collasso (su tutto il settore incombe il divieto di import della Cina) i Rifiuti finivano al Sud nella cava di Gizzeria e nella Cava Parsi a Lamezia Terme. Mentre oggi il processo con rito ordinario e’ stato trasferito a Como, quello che si svolgera’ in abbreviato si aprira’ nelle prossime settimane davanti al gup.

Advertisement

Cronache

Corruzione, il sindaco Marco Bucci: non so nulla, andiamo avanti

Pubblicato

del

“Ovviamente siamo garantisti, quindi sino a quando le cose non si sapranno, non ci esprimiamo. Io non so assolutamente nulla di quello che è successo. Ho letto solo le notizie e non ho ancora capito. Quello che so è che abbiamo fatto il lavoro come deve essere fatto. Penso che è stato dimostrato da tante cose. Continuiamo andare avanti. C’è una città da portare avanti con un piano strategico ben preciso e 7 miliardi da investire. Su questo si va avanti a velocità forse ancora maggiore”. Così il sindaco di Genova Marco Bucci sulla inchiesta per Corruzione che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente ligure Giovanni Toti.

“Il messaggio è che bisogna fare le cose, farle ancora meglio e ovviamente stare attenti che non ci sia nessun tipo di inquinamento – ha aggiunto Bucci -. Dico solo che noi faremo tutto possibile perché non si blocchino le istituzioni, anzi deve essere un messaggio per andare avanti”.

“Poi io sono garantista, ovviamente e quindi voglio aspettare tutti i gradi di giudizio. E comunque, in ogni caso, piena fiducia nella magistratura – ha aggiunto il sindaco -. Io commento quello che è la mia parte, cioè quella della città e quello che le nostre amministrazioni devono fare per la città, che continuerà non solo alla stessa velocità di prima, con la stessa tenacia di prima e la stessa forza di prima, ma forse ancora di più, proprio per dimostrare che le cose si devono fare bene. Dal punto di vista umano non può far altro che dispiacermi, però magari poi non c’è nulla, quindi è inutile fare questi commenti adesso perché hanno poco senso. Quello che ha senso adesso è dire che bisogna portare avanti le cose e farle nel modo migliore possibile”.

“Vi ricordate quanto avevo detto dopo il crollo del Morandi? Quel giorno ho detto che la città non è in ginocchio. Anche adesso nessuno di noi è in ginocchio, Anzi, siamo in piedi e con ancora maggiore energia, perché vogliamo dimostrare che le cose si fanno bene”.

Continua a leggere

Cronache

Corruzione, arrestato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti

Pubblicato

del

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza. L’accusa è di corruzione.

Al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte di più impegni : quelli di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”;agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021; assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22); assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI), 3 ; agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).

Ai domiciliari anche il terminalista genovese Aldo Spinelli. In carcere invece l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren. Secondo l’inchiesta che ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Liguria, coordinata dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, l’imprenditore avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.

 

Continua a leggere

Cronache

Sequestro conservativo da quasi 6 milioni di Euro ad una società nel Casertano

Pubblicato

del

Alla società Marina di Castello s.p.a. è stato notificato un decreto di sequestro conservativo ante causam di quasi 6 milioni di euro, eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Caserta. Questa azione è il culmine di un’indagine condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Mondragone, sotto la supervisione della Procura Contabile partenopea, e mirata a verificare la regolarità delle concessioni demaniali marittime rilasciate dal Comune di Castel Volturno, in particolare per quanto riguarda i canoni demaniali.

Il cuore dell’indagine si concentra sulla società Marina di Castello s.p.a., che aveva ottenuto una concessione demaniale agevolata nel 2003 per realizzare un’area protetta per il bird watching e un ampliamento di un campo da golf, inizialmente a beneficio della comunità locale.

Tuttavia, le investigazioni hanno rivelato che la società non ha mai versato regolarmente i canoni dovuti al Comune di Castel Volturno né le somme aggiuntive alla Regione Campania. Inoltre, si è scoperto che l’area concessa è stata utilizzata per scopi privati, causando un danno stimato di circa 6 milioni di euro alle autorità interessate.

Di fronte a questa serie di illeciti, è stato emesso un decreto di sequestro conservativo, confermato in sede di giudizio di convalida. Tale provvedimento prevede il blocco di tutti i beni mobili e immobili della società Marina di Castello s.p.a. per un valore totale di 5.972.040,98 euro, al fine di garantire il soddisfacimento del credito accertato.

Questa azione non è solo un atto di giustizia, ma testimonia anche l’impegno costante della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza nel contrastare fenomeni dannosi per il bilancio pubblico e per la corretta concorrenza. L’obiettivo è il recupero delle risorse pubbliche, al fine di restituirle alla collettività e assicurare un ambiente economico più equo e trasparente per tutti.

Come sempre spieghiamo, trattasi di una indagine e non di una sentenza, pertanto la società in questione e chiunque altro implicato in questa vicenda è da considerare innocente fino a sentenza definitiva.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto