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Politica

Prescrizione, si fa strada l’ipotesi del rinvio della riforma di Bonafede

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Il presidente del consiglio Giuseppe Conte dice che la prescrizione non gli turba i sonni: “La sera mi addormento sereno”. E annuncia a breve un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi. Ma le sue grane non si fermano alla questione giustizia. Il Pd spinge per accelerare la verifica di governo, per definire la “fase due”. L’auspicio e’ che si vada avanti “non per piantare bandierine”, ma per rilanciare l’azione di un esecutivo che, come detto piu’ volte, “ha senso solo se fa le cose”. Intanto cresce il pressing per un possibile rinvio dell’entrata in vigore di nuove norme sulla prescrizione. Sul tavolo del vertice non ci sara’ solo questo, anche se resta il tema piu’ spinoso. E l’accordo deve arrivare alla svelta. Sul tema stanno gia’ lavorando due commissioni alla Camera. Il 24 febbraio arrivera’ in Aula a Montecitorio la proposta di legge dell’azzurro Enrico Costa che punta ad abrogare la riforma del ministro Alfonso Bonafede. Quel voto potrebbe rischiare di mostrare plasticamente le divisioni della maggioranza, con Iv che non vuole la legge del Guardasigilli, il M5s che la rivendica come una sua bandiera e il Pd che preferirebbe un intervento di piu’ ampio respiro. Tra i parlamentari di maggioranza, cresce la convinzione che per uscire dall’impasse ed evitare che si vada alla conta in Aula sulla proposta di legge Costa, l’unica soluzione sia quella di rinviare al 2021 l’entrata in vigore della riforma della prescrizione. Sarebbe in sostanza il “lodo Annibali”. Il M5s e’ contrario ma, a quanto si apprende, tra gli esponenti pentastellati si starebbe diffondendo la convinzione che si possa ragionare di una sospensione fino al prossimo anno, mettendo per iscritto che intanto si applica la vecchia legge Orlando. La differenza e’ di forma, ma per il M5s di sostanza. E’ difficile infatti che il ministro Bonafede, che e’ anche capo delegazione del M5s al governo, accetti che si torni indietro. Diverso sarebbe sospenderne gli effetti della “sua” legge: la motivazione sarebbe quella di discutere intanto in Parlamento la riforma del processo penale. Oppure – e’ l’altra ipotesi – la maggioranza potrebbe andare al voto sulla proposta Costa, il 24, dividersi in Aula ma non per questo rompere l’alleanza di governo. Dal ministero, comunque, hanno smentito “presunti accordi”: Bonafede ha passato la giornata al lavoro al ministero, in attesa della convocazione del vertice di maggioranza. Intanto, all’elenco delle liti si aggiunge quella fra Iv e Pd sul tema femminile. Diciassette esponenti dem hanno chiesto al governo “un cambio di passo” nelle politiche di genere. Ma per gli esponenti di Italia Viva si e’ trattato di un attacco alla ministra renziana Elena Bonetti. “Che schifo usare la questione femminile per fare polemica di partito”, ha detto Luciano Nobili (Iv). In attesa di votare il “lodo Annibali”, la commissione congiunta Affari Costituzionali e Bilancio della Camera sta votando gli emendamenti al Milleproroghe. Fra quelli a cui sta lavorando il governo, ce ne sono alcuni per il sostegno ai lavoratori delle aziende in crisi, come la ex Ilva (per Taranto sono previsti 19 milioni per il 2020) e quelle delle aree di crisi industriale in Campania e Veneto. Secondo Legambiente, poi, l’esecutivo starebbe studiando una norma per introdurre “multe pesantissime, fino a 800 euro, per monopattini e perfino per le carrozzine elettriche per disabili”.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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