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Cronache

Terrorismo, indottrinava bambini al martirio: condannato a 5 anni di carcere

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La Corte di Assise di Foggia ha condannato a 5 anni di reclusione il 60enne di origini egiziane Mohy Eldin Mostafa Omer Abdel Rahman, presidente dell’associazione culturale islamica ‘Al Dawa’ di Foggia, ritenuto responsabile dei reati di terrorismo internazionale e apologia di terrorismo per aver indottrinato al martirio una decina di bambini durante lezioni di religione. Abdel Rahman era stato arrestato nel marzo 2018 ed e’ tuttora detenuto. L’inchiesta dei pm baresi Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Giannella, era partita nel luglio 2017 dopo l’arresto del militante ceceno dell’Isis Eli Bombataliev, appartenente al gruppo terroristico ‘Emirato del Caucaso’, ospitato a lungo nei locali dell’associazione foggiana e condannato nei mesi scorsi in appello a 5 anni di reclusione. Digos e Guardia di Finanza hanno monitorato, soprattutto attraverso internet e poi anche con intercettazioni ambientali, i contatti fra di loro e i documenti che venivano condivisi in rete tramite Whatsapp e Twitter, arrivando a scoprire l’attivita’ di propaganda jihadista e indottrinamento al martirio fatto nei confronti di adulti e bambini. Durante le “lezioni di religione islamica” l’imputato avrebbe mostrato per mesi a un gruppo di minorenni tra i 4 e i 10 anni immagini di teste sgozzate, racconti di odio e violenza, istruzioni per fabbricare armi e bombe. Agli atti della magistratura barese ci sono anche video con le istruzioni per costruire armi e bombe, scene di uomini sgozzati da bambini, minori che imbracciano fucili e altri documenti nei quali si parla “dell’obbligo di distruggere le chiese e trasformarle in moschee, individuando l’Italia come obiettivo dell’attivita’ terroristica”.

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Corruzione elettorale, indagato capogruppo FdI in Puglia

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Un’altra inchiesta per presunta corruzione elettorale agita la politica pugliese. Questa volta ad essere coinvolto è un esponente del centrodestra, Francesco Ventola, capogruppo di FdI in Consiglio regionale, candidato alle Europee in ticket con Giorgia Meloni. La vicenda è stata dall’ ex assessore regionale Andrea Silvestri. Sia Ventola che Silvestri sono residenti a Canosa. Il primo sostiene la maggioranza del sindaco, l’ex assessore è all’opposizione. Ventola sarebbe dunque indagato dalla procura di Trani per associazione a delinquere e corruzione elettorale in relazione alle amministrative di Canosa in Puglia del 2022.

“È vero – sottolinea Silvestri nel video, rimosso da Facebook ma diventato virale sulle chat – che c’è una inchiesta a Canosa, e questa inchiesta riguarda il sindaco, il presidente del Consiglio comunale, un consigliere comunale e il consigliere regionale? Non mi hanno detto sì, non mi hanno detto no. Siccome siete restii, siete quasi omertosi, adesso facciamo lo scoop”. Ventola ha spiegato di aver ricevuto a febbraio un avviso di proroga delle indagini.

“Rilevo – ha detto il capogruppo di FdI – che per la seconda volta Andrea Silvestri getta fango, in modo calunnioso, sulla mia persona e sull’amministrazione comunale di Canosa. Infatti già qualche mese parlò dell’inchiesta, innescata dal suo entourage. Abbiamo denunciato Silvestri – ha riferito Ventola – per quelle dichiarazioni calunniose e false e vagliamo ora attentamente anche le più recenti propalazioni”. Il capogruppo di FdI in Consiglio regionale ha poi rammentato una vicenda giudiziaria per la quale il suo rivale politico fu arrestato nel 2004 e poi condannato. Ventola ha ricordato inoltre che lo scorso dicembre, nella discussione sulla legge di bilancio, propose con un emendamento la sospensione del trattamento di vitalizio agli ex consiglieri regionali condannati in via definitiva per reati contro la pubblica amministrazione, con un chiaro riferimento alla condizione dell’ex assessore Silvestri. Quest’ultimo ha replicato: “sono procedimenti di più di vent’anni fa, per i quali ho patteggiato: ora sono un cittadino e un libero professionista e le mie questioni con la giustizia le ho risolte all’epoca. È Ventola, in quanto personaggio pubblico candidato alle Europee, che deve rispondere del suo operato”.

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Cronache

L’economia digitale supera quella reale, Italia indietro

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La crescita dell’economia digitale ha ormai superato l’economia tradizionale nel suo insieme, con tutte le opportunità di sviluppo che questa situazione comporta, anche se bisogna fare attenzione ai rischi legati all’utilizzo di queste nuove tecnologie virtuali, a cominciare dal rispetto della privacy e dai potenziali danni per la salute mentale: questo il fondamentale messaggio contenuto nelle ‘Prospettive dell’economia digitale 2024′, pubblicate dall’Ocse, che vedono l’Italia fanalino di coda, terz’ultima in graduatoria, meglio solo di Grecia e Repubblica slovacca. In particolare, secondo lo studio, il settore delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (TIC/ICT) si è mediamente sviluppato nell’ultimo decennio, tra il 2013 e il 2023, del 6,3%, quasi tre volte più velocemente che l’insieme dell’attività economica dei 27 Paesi Ocse presi in esame.

Il primo volume dell”Oecd Digital Economic Outlook’ – questo il titolo inglese del documento disponibile sul sito web dell’Ocse – mostra inoltre che la crescita del settore delle Ict è rimasto sostenuto nel 2023, con un tasso medio del 7,6% al livello Ocse. In numerosi Stati aderenti all’organizzazione internazionale con sede a Parigi, il 2023 è stato l’anno dei record. Cinque Paesi realizzano addirittura una crescita a due cifre, superiore al 10%. Sul podio: Regno Unito (11,96%), seguito da Belgio (11,52%) e Germania (10,98%).

L’Italia è invece terzultima in classifica, al 4,05%, meglio solo di Grecia (3,98%) e Repubblica slovacca (3,15%), almeno per quanto riguarda questo particolare settore in espansione al livello mondiale. Per quanto concerne l’Intelligenza artificiale (Ia), le Prospettive Ocse confermano un aumento degli investimenti e anche dei rischi ad essa connessi. Per esempio, l’investimento nell’IA generativa è passato da 1,3 miliardi di dollari nel 2022 a 17,8 miliardi nel 2023, mentre il numero di incidenti e pericoli connessi menzionati dai grandi media, su scala mondiale, è cresciuto di 53 volte da fine 2023. Oggi, l’uso dell’IA si concentra nel settore delle tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (Ict) e secondo gli esperti dell’Ocse andrebbe ora esteso anche ad altri settori della vita. “Il settore delle Tecnologie dell’informazione e delle Comunicazioni è un motore essenziale della crescita globale. Tuttavia, si osservano forti disparità tra Paesi, con uno scarto del tasso di crescita medio di oltre 10 punti tra le economie di testa e quelle di coda”, avverte il segretario generale dell’Ocse, Mathias Corman, sottolineando che questo primo volume del rapporto sull’economia digitale “fornisce nuove spiegazioni e dati inediti destinati ad aiutare i governanti a concepire politiche efficaci per sfruttare lo straordinario potenziale delle tecnologie digitali, ma gestendo al tempo stesso rischi e problemi da esse generati”.

Lo studio non fa mistero delle parti d’ombra legate a queste nuove tecnologie, come i nodi sulla tutela della privacy, in particolare, nell’ambito delle tecnologie immersive, tipo realtà virtuale, l’avvenire della connettività senza fili e il moltiplicarsi di comportamenti negativi che nuocciono alla salute mentale. Dal rapporto emerge, tra l’altro, che la percentuale di giovani vittime di difficoltà esistenziali e malessere a causa dell’uso dei social media è schizzata del 49% dal 2017. Un numero crescente di giovani è inoltre vittima di cyberbullismo, mediamente le femmine più dei maschi. Appena due settimane fa, un rapporto di esperti consegnato al presidente francese, Emmanuel Macron, ha suggerito una radicale regolamentazione dell’uso degli schermi. Tra l’altro, vietandoli per i bimbi di un’età inferiore ai 3 anni e limitandoli fortemente tra i 3 e i 6 anni.

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I telefonini di Toti e le mail, settimana decisiva

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Una settimana che potrebbe essere decisiva per l’inchiesta sulla presunta corruzione che ha terremotato la regione Liguria facendo finire agli arresti domiciliari il presidente Toti. Già domani dovrebbero essere effettuate le copie forensi di telefoni, computer e altri dispositivi del governatore e poi degli altri indagati. Saranno acquisiti messaggi e mail, verosimilmente con l’uso di parole chiave. Tutto materiale che servirà ad integrare e a cercare riscontri alla già corposa documentazione e alle intercettazioni alla base dell’inchiesta. Sempre domani inoltre scadono i termini per i ricorsi da presentare al Tribunale del Riesame. Per ora l’unico a fare appello è stato l’imprenditore Mauro Vianello.

Toti, ha fatto sapere la difesa, non ricorrerà al Riesame. Così come Aldo Spinelli, ai domiciliari come il governatore. Toti attende, come ribadito dal legale Stefano Savi, di essere interrogato dai pm ma i magistrati hanno fatto sapere che prima di ascoltarlo intendono approfondire i punti dell’inchiesta. In questo senso determinanti saranno le audizioni di testi in programma da domani tra cui anche il sindaco di Genova Bucci. Inoltre i pm hanno manifestato l’intenzione di volere riascoltare, forse già domani, il file della registrazione dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, e in particolare le parole trascritte come “finanziamenti illeciti”. Parole poi contestate da Spinelli jr con una comunicazione dei legali sostenendo di avere parlato di “finanziamenti leciti”.

Per gli inquirenti allo stato fa fede la trascrizione effettuata e, comunque, da quanto chiarito, questo aspetto non cambia il quadro per l’imputazione di corruzione anche a carico del Governatore, per come delineata. A rafforzare questa accusa, secondo la Procura, l’episodio in cui una manager della società Icon, proprietaria del 45% delle quote sociali della Spinelli srl (a sua volta socio di maggioranza della Terminal Rinfuse Genova), Ivana Semeraro, replicando a Spinelli senior che le chiedeva aiuto per le donazioni a Toti, lo metteva esplicitamente in guardia su un possibile risvolto penale: “questa è corruzione, non pago”, diceva all’imprenditore al telefono. La conversazione è del 20 settembre 2021 e la manager fa presente a Aldo Spinelli che per “un problema di reputazione non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come corruzione”.

L’episodio è stato affrontato anche durante l’interrogatorio di garanzia del figlio di Spinelli che in proposito ha detto ai magistrati: “Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l’uomo più felice del mondo… Mio padre poi ci dribblava, dava l’ordine diretto, ho fatto legge, non posso chiedere a un fondo di schermarmi”. E sulle vicende portuali è stato ascoltati per 5 ore venerdì Giorgio Carozzi, membro del Comitato Portuale che assegnò la concessione a Spinelli. “Ho votato in scienza e coscienza, nessuno mi ha fatto pressioni”, ha detto ma la testimonianza avrebbe confermato quanto emerge dalle intercettazioni, le “pressioni degli Spinelli” per ottenere la proroga per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse.

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